L'olio di palma proveniente dalla distruzione delle torbiere indonesiane rifornisce la filiera produttiva di marche molto note come la margarina Flora, KitKat, Pringles, Nutella e altre, citate nel rapporto. Greenpeace chiede di porre fine al comportamento irresponsabile di questi gruppi industriali, disposti a sacrificare le torbiere indonesiane in cambio di olio vegetale a poco prezzo per la produzione di cibo, biocarburanti e detersivi.
Dal 1990 l'Indonesia ha già perso 28 milioni di ettari di foresta. Se le torbiere venissero distrutte la quantità di gas serra emessa nell'atmosfera si avvicinerebbe all'emissione globale dell'intero pianeta nel corso di un anno: intorno ai 49 miliardi di tonnellate di CO2 e equivalenti.
L'Indonesia detiene il terzo posto, dopo Stati Uniti e Cina, fra i paesi con il maggior tasso di emissioni di gas serra. Al contrario di quanto stabilito pei i paesi industrializzati e firmatari del protocollo di Kyoto, l'Indonesia - considerata un Paese in via di sviluppo - non è obbligata a stabilire la propria quota di riduzione di emissioni di gas serra.
Dai dati raccolti nel rapporto emerge l'inquietante rischio che la degradazione di queste torbiere possa scatenare una catastrofe ecologica in termini di emissioni di gas serra nell'atmosfera. Il caso dell'Indonesia è emblematico in quanto dimostra che il problema delle emissioni dovute alla deforestazione deve trovare una soluzione a livello internazionale.
Il TDERM permetterà ai paesi industrializzati di rispettare una percentuale degli obblighi totali di riduzione di emissioni attraverso l'acquisizione delle cosiddette Unità di Riduzione di Emissioni da Deforestazione Tropicale (TDERU). In cambio, i Paesi in via di sviluppo che decideranno di accedere al meccanismo di finanziamento dovranno garantire riduzioni permanenti delle emissioni e misure a tutela della biodiversità, con l'obiettivo di dimezzare le emissioni causate dalla deforestazione tropicale in un periodo di 10 anni.fonte: greenpeace.org
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