Adesso - rende noto Greenpeace -, l'Esperanza è a corto di carburante e deve rientrare in porto, mentre la nave del Governo Australiano, 'Oceanic Viking' sta ancora monitorando la flotta baleniera e continuerà a testimoniare "della vergogna della 'caccia scientifica' del Governo del Giappone".
Per quattordici giorni l'Esperanza ha inseguito la nave macelleria della flotta baleniera giapponese 'Nisshin Maru'. Senza la nave fattoria, il resto della flotta non ha potuto operare: l'intero programma di caccia è stato bloccato. Secondo i piani, la flotta avrebbe dovuto uccidere circa nove balenottere minori al giorno e una balenottera comune ogni due giorni.In totale 935 balenottere minori e 50 balenottere comuni.
"Che bisogno c'era di scappare se si trattava solo di ricerca scientifica?" chiede Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace. "La verità è che ha raccolto più dati Greenpeace in due mesi di ricerca che il programma giapponese in 18 anni".
Per la prima volta, quest'anno le proteste di Greenpeace nell'Oceano Antartico hanno ricevuto molta attenzione in Giappone, dove sia il pubblico che i media cominciano ad interrogarsi sullo spreco di danaro pubblico, circa 50 milioni di dollari l'anno, gettato via per finanziare una falsa ricerca scientifica che produce tonnellate di carne di balena che nessuno vuol mangiare: nei magazzini giapponesi ci sono 4.000 tonnellate di carne di balena invenduta.
"Anche se l'Esperanza sta tornando in porto, la campagna per fermare la caccia baleniera nel Santuario delle balene in Antartide non è finita" ha aggiunto Giannì. "E' il momento di mobilitarsi tutti per isolare il Giappone: purtroppo, l'Italia non ha avviato le promesse iniziative diplomatiche per impedire al Giappone e ai suoi complici di riaprire la caccia commerciale". Nel prossimo giugno, a Santiago del Cile, alla 60ma riunione della Commissione Baleniera Internazionale (IWC) si giocherà una partita decisiva. Il Giappone ha proposto di modificare le regole dell'IWC per riaprire la caccia.
Greenpeace - si legge in una nota - ha avuto dei documenti confidenziali con ipotesi agghiaccianti di 'ammodernamento' dell'IWC, e ha chiesto all'Italia un'opinione in proposito. Purtroppo, l'Italia non è stata in grado di esprimere alcun parere in merito".
fonte: repubblica.it
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