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Sono sempre più forti gli uragani che si abbattono sul nostro pianeta, e secondo qualcuno anche sempre più numerosi. La questione del perché questo avvenga è ampiamente dibattuta, ma uno studio pubblicato da Nature ha messo un punto fermo: il 40% dell'accresciuta forza di questi eventi è causata dalla maggiore temperatura delle acque oceaniche, Mark Saunders ed Adam Lea dell'university College di Londra hanno studiato i dati degli uragani che sono nati nell'Oceano Atlantico dal 1950 nella catastrofica stagione 2005, quando gli Usa furono colpiti tra gli altri anche da Katrina. Studi precedenti avevano confermato che nel periodo tra il 1995 e il 2005 l'attività degli uragani nell'area è aumentata dell'82% rispetto agli anni '50. I ricercatori hanno sviluppato un modello matematico per cercare di stabilire il contributo dei due fattori principali, temperatura dell'acqua e intensità e direzione dei venti, all'aumento del fenomeno. Il risultato è stato che circa il 40% dell'aumento di intensità è dovuto proprio all'innalzamento di 0,5 gradi osservato nella temperatura superficiale nel decennio 'nero'. Le misure riguardano le zone del Nord Atlantico, del Golfo del Messico e del mar dei Caraibi, le zone dove è nato il 90% degli uragani che hanno colpito gli Usa nel 2005, ma i risultati secondo gli autori sono probabilmente applicabili a tutto il pianeta. Il resto dell'aumento di attività è imputabile a cambiamenti nella velocità e nella direzione dei venti. Anche in questo caso l'aumento dei gas serra contribuisce, ma i suoi effetti sono ancora dibattuti. "Questa analisi non dice nulla su cosa abbia provocato il riscaldamento - spiega Saunders- ma fino a questo momento nessun modello era stato in grado di separare i contributi dei diversi fattori". Anche se non è indicato come colpevole in questo caso, l'uomo rimane il principale indiziato per il fenomeno. L'aumento di 0,5 gradi delle acque dell'Atlantico coincide ampiamente con i modelli sviluppati dall'Ipcc, l'organismo dell'Onu che studia i cambiamenti del clima. Uno studio pubblicato sempre da Nature nel 2005 e utilizzato dall'Ipcc prevede inoltre per l'area un ulteriore innalzamento della temperatura superficiale, fino a 2,8 gradi in cento anni, il che potrebbe dare vita a uragani ancora più potenti. "Nei singoli anni la sensibilità ai cambiamenti di temperatura degli uragani può variare leggermente per effetto di fattori naturali come El Nino - spiega ancora Saunders - ma i risultati che abbiamo ottenuto forniscono una proiezione molto attendibile del comportamento di questi fenomeni naturali". L'influenza del riscaldamento globale sull'attività degli uragani è ancora molto discussa. All'ultima conferenza della Società Meteorologica Americana una settimana un aspro dibattito è stato suscitato da uno studio secondo cui il riscaldamento globale diminuisce la forza di questi fenomeni naturali invece di aumentarla, una tesi che però è stata pesantemente contestata da quasi tutti i ricercatori presenti. fonte: lanuovaecologia.it |
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giovedì 31 gennaio 2008
Uragani più violenti con acque più calde
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