USA, EUROZONA E GIAPPONE - Particolarmente marcata la revisione per il Pil degli Stati Uniti: il risultato finale del 2008 si fermerà all'1,5%, lo 0,4% in meno rispetto a quanto si poteva prevedere in autunno. Netta anche la stretta per la zona euro (quindici nazioni). Il Pil, afferma l'Fmi, salirà dell'1,6% con un taglio dello 0,5% rispetto alle speranze autunnali. Il 2007 dovrebbe invece mettere a consuntivo un miglioramento del 2,6%, lo 0,1% in più rispetto a ottobre. Segnali di rallentamento si registrano anche in Giappone, che chiuderà il 2008 in crescita dell'1,5%, lo 0,2% in meno rispetto agli auspici di ottobre. Il 2007 è indicato all'1,9% con una limatura dello 0,1%.
ECONOMIE EMERGENTI - La crisi non sembra invece finora toccare più di tanto le economie emergenti. L'Fmi stima che la crescita del Pil della Cina raggiungerà il 10% quest'anno rispetto all'11,4% del 2007. Il complesso delle economie in via di sviluppo dovrebbe mettere a segno un balzo del 6,9%, con un taglio dello 0,2% rispetto a ottobre. L'Africa potrebbe viaggiare a un ritmo del 7% (-0,2%), l'Europa centro-orientale del 4,6% (-0,6%), l'area dell'ex Unione sovietica del 7% (invariata).
TRA INFLAZIONE E RALLENTAMENTO - L'Fmi segnala inoltre «la difficile sfida» cui si trova di fronte la politica monetaria, stretta tra «il rischio di maggiore inflazione e quello di un più marcato rallentamento dell'attività economica. La ricaduta della crisi dei mutui subprime si sta allargando. Ciò che era cominciato come un test per i mercati del credito e le relative necessità di finanziamento, ha raggiunto una nuova fase, quella in cui le preoccupazioni si estendono oltre il comparto subprime». Unica nota positiva: «I mercati emergenti si sono mostrati finora resistenti». Il Fondo chiede pertanto interventi e politiche adeguate.
fonte: corriere.it
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