Una sorgente radioattiva ad alta attività composta da elementi impiegati nei processi industriali. L'hanno trovata nel ferrarese i Carabinieri del Nucleo tutela ambiente, che hanno denunciato sei persone titolari di quattro società |
Una sorgente radioattiva ad alta attività composta da elementi impiegati nei processi industriali. L'hanno trovata nel ferrarese i Carabinieri del Nucleo tutela ambiente, Sezione Inquinamento da Sostanze Radioattive, nell'ambito di un'attività di controllo nella provincia. I militari hanno denunciato sei persone titolari di quattro società operanti nel settore dei "controlli non distruttivi" nella produzione metallurgica. I sei sono accusati di aver impiegato sorgenti di radiazioni ionizzanti in assenza di autorizzazione, di non aver adottato alcuna procedura operativa per evitare il possibile furto delle stesse sorgenti, di aver omesso di nominare l'esperto qualificato e il medico autorizzato per la salute dei lavoratori e di non aver denunciato la detenzione di materiale nucleare. Contestualmente i carabinieri, in una delle quattro società, hanno anche sequestrato la sorgente radioattiva ad alta attività, 12 Kg di uranio impoverito e due macchine radiogene, materiale conservato in assenza delle prescritte autorizzazioni. Gli elementi radioattivi possono essere impiegati nell'industria - spiegano gli investigatori - per fini come le radiografie di manufatti metallici o la misura degli spessori. I controlli sono scattati per verificare il rispetto della normativa sulla detenzione di sorgenti radioattive, impiegate in strumentazioni per il controllo dei materiali. Le quattro imprese controllate della provincia sono state Basell (Ferrara), Falco (Codigoro), Cnd Graziano (Ferrara) e F.B. spa (Cento). L'obiettivo del nucleo specializzato dei carabinieri era la verifica delle autorizzazioni e delle modalità di custodia di sorgenti radioattive eventualmente detenute. Alla fine, per il mancato rispetto di formalità burocratiche sono state denunciate sei persone, titolari o rappresentanti legali delle ditte. A Basell e Falco è stata contestata l'assenza di autorizzazione per l'impiego di sorgenti ionizzanti, alla Graziano la mancata adozione di misure di sicurezza per evitare possibili furti del materiale, alla F.B. l'assenza di autorizzazione e la carenza di sicurezza anti-furto. Gli accertamenti hanno portato a Basell il sequestro di 12 kg di materiale radioattivo ad alta attività, uranio impoverito che é usato - hanno spiegato gli inquirenti - per schermare il contenitore che contiene appunto la sorgente, ossia un macchinario usato con radiazioni gamma per analisi dei materiali e che, sottolineano gli stessi inquirenti, «non costituisce alcuna pericolosità». fonte: lanuovaecologia.it |
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lunedì 14 gennaio 2008
Sequestro materiale radioattivo nel ferrarese
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