martedì 28 agosto 2007

L'Italia soffre di inquinamento e rumore

Aria inquinata, cattivi odori e rumori assordanti: l'Istat fotografa la situazione ambientale dell'Italia degli ultimi anni. E rivela che il 41,7 per cento delle famiglie italiane afferma di abitare in una zona in cui l'aria è inquinata, il 22 per cento è costretto a convivere con i cattivi odori e il 37,8 con rumori martellanti. Sono i dati che l'Istituto italiano di statistica ha raccolto nell'annuario 2007: i più recenti si riferiscono al periodo 2005-2006. Aria. L'inquinamento, dunque, è un problema per più di quattro famiglie su dieci. In particolare la Lombardia soffre per lo smog: più della metà dei nuclei familiari, il 56,6 per cento, lamenta un'aria irrespirabile. Puzze e cattivi odori, un problema per il 22 per cento con una punta del 32,4 per cento in Campania. Nel 2004 sono stati emessi oltre 384 milioni di tonnellate di anidride carbonica: 24 anni prima, nel 1980, erano 72 milioni di tonnellate. Diminuisce invece, dal 2002 al 2004, l'emissione di benzene e microparticelle PM10. Una buona notizia che non permette tuttavia di tirare il fiato sulle emissioni inquinanti legate al trasporto: nonostante i miglioramenti tecnologici abbiano ridotto quelle unitarie delle vetture, quelle totali sono aumentate. Perché l'auto resta il mezzo di trasporto preferito dagli italiani. Trasporti. Nel nostro Paese, infatti, ci sono più di 45 milioni di veicoli: 77 macchine ogni 100 abitanti. Nel 1985 erano 48 ogni cento. Le auto a benzina sono diminuite dell'11 per cento tra il 1998 e il 2005, a favore di altri tipi di alimentazione: metano, gpl, gasolio, fonti alternative. Sono aumentate anche le catalitiche: nel 2005 sono tre auto su quattro lo sono.
Spostarsi sulle strade - invece che su rotaie, in acqua o in aria - sembra essere una scelta automatica per passeggeri (l'81,8 per cento sceglie il trasporto su gomma) ma anche per chi deve trasportare merci: nel 2005 tir, camion e affini sono stati scelti nel 65,5 per cento dei casi di movimento di merci, mentre il 17,6 è transitato via mare e l'11,6 sui binari. Rumore. Forse sono i troppi clacson, di certo i rumori sono un problema per una buona fetta di italiani: il 37,8 per cento delle famiglie segnala problemi relativi all'inquinamento acustico. Le regioni più "fracassone" sono la Campania (il 50,8 per cento dei nuclei se ne lamenta), la Puglia (45,9) e il Lazio (44,6). Acqua. L'allarme secca che viene lanciato, da qualche anno, per i fiumi italiani, trova conferma nei dati Istat. Le stazioni poste vicino alle foci segnalano infatti una diminuzione delle portate medie annue (in metri cubi al secondo). Nel 2006 la portata del Po segnava una diminuzione del 40 per cento rispetto agli ultimi 30 anni. "Dimagriti" anche altri corsi d'acqua, dal record (negativo) del Volturno che è calato del 49,1 per cento, all'Arno, al Sele e al Tevere. Altre acque, quelle del mare, risultano inquinate al punto da rendere vietata la balneazione lungo il 6,4 delle coste italiane. Nel 2005, poi, l'acqua potabile "persa" lunga la rete è stata pari al 30,1 per cento di quella erogata. Qualche problema arriva anche dalla rete fognaria, classificata a seconda del grado di depurazione dei reflui: solo la metà dei comuni ha fogne "complete", mentre ben 54 Comuni sono completamente privi del servizio pubblico di collettamento dei reflui. Rifiuti. Nel 2005 sono state raccolte circa 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani: vale a dire che ogni italiano, quell'anno, ne ha prodotti 540,5 chili. Il 24,3 per cento della spazzatura è stata riciclata, in particolare per quanto riguarda la carta e i rifiuti organici. Incendi e terremoti. Gli incendi, che anche questa estate hanno devastato l'Italia, sono stati 7.950 nel 2005: meno di quindici anni prima, quando se ne registrarono 9.479. Un altro tipo di disastro naturale, quello legato ai terremoti, è stato monitorato per essere prevenuto. A dicembre 2005, i comuni ad alto livello di sismicità erano l'8,7 per cento: la regione più a rischio è la Campania. Sismicità minima, invece, per il 43 per cento dei Comuni, bassa per tutti quelli della Sardegna. Industria. Secondo un censimento di quest'anno, sono ben 1.086 le industrie a rischio incidente rilevante, soprattutto nel settore chimico e petrolchimico. La maggior parte si trova in Lombardia. Energia. Nel 2005 l'Italia ha consumato soprattutto energia derivata dal petrolio (43,1 per cento), dal gas naturale (36) e da fonti rinnovabili. Ha consumato di più (309 miliardi di kilowattora nel 2005, con una crescita del 26,5 per cento in dieci anni) ma prodotto meno: infatti, è cresciuta la dipendenza dall'importazione di energia dall'estero. Il Nord è l'area che utilizza più energia. Le fonti rinnovabili, che nel 1995 permettevano di produrre 41 miliardi di kilowattora, nel 2005 hanno raggiunto appena i 49 miliardi. La fonte "alternativa" più usata è quella idroelettrica (36 miliardi di kilowattora nel 2005), mentre resta basso l'uso di quella eolica (2,3 miliardi). Temperature. La temperatura massima, nel 2006, è stata registrata alla stazione di Catania Sigonella: ben 42,8 gradi. La minima più bassa, invece, è stata toccata a Dobbiaco (Bolzano) con -19 gradi.

fonte: repubblica.it

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