mercoledì 1 agosto 2007

Sanità, bocciata mezza Sicilia

Le centrali operative del 118 di Catania, Palermo, Caltanissetta e Messina e sei ospedali siciliani (Arnas Civico e la Casa di cura Candela di Palermo, Sant'Elia di Caltanissetta, Vittorio Emanuele e la Casa di cura Morgagni di Catania e l'ospedale Civico di Milazzo) per il 50% sono nello standard europeo di qualità delle procedure sanitarie, per il restante 50% presentano delle lacune strutturali.E' quanto emerge dalla valutazione critica del sistema sanitario siciliano svolta dalla Joint commission international, un'agenzia di valutazione della qualità sanitaria, e dal Ccr (centro di coordinamento della Regione, la 'cabina di regia' nata nel 2005 da un accordo tra la Regione siciliana e il ministero della Salute). I dati sono stati illustrati in una conferenza stampa che si è svolta nella sede di Confindustria Sicilia.Il Ccr e la Joint commission per tre mesi hanno verificato la qualità delle strutture, l'organizzazione del lavoro, la gestione del paziente, l'efficienza dell'intervento e la correttezza delle dotazioni organiche e strumentali. I parametri di valutazione della sanità siciliana sono stati in tutto 41: 27 riguardanti gli ospedali e 14 l'attività del 118."E' una ricerca che nasce dalla volontà - dice Antonello Zangrandi, della Joint commissione - di identificare una serie di standard comportamentali che gli operatori sanitari devono rispettare per aumentare il livello di sicurezza dei pazienti".I centri di primo soccorso nel 50% raggiungono parzialmente gli standard europei; solo nel 25% dei casi hanno raggiunto pienamente i parametri. Le maggiori emergenze sono i deficit organizzativi per la gestione e il miglioramento della qualità; il 'passaggiò del paziente fra il primo soccorso e la struttura sanitaria d'accoglienza e il coordinamento tra il 118 e le aree di emergenza. Simile la situazione riscontrata negli ospedali siciliani. Anche qui sono state identificate alcune lacune: solo 3 delle 6 strutture dispongono di un piano della qualità e sicurezza del paziente e cinque su sei non hanno indicatori di qualità da seguire.

fonte: lasicilia.it

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