«NON SI PUO' PIU' ASPETTARE» - I leader sindacali non hanno perso tempo e hanno colto al balzo l'assist del presidente della Repubblica. Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha espresso «apprezzamento» per le parole di Giorgio Napolitan. Il leader del maggiore sindacato ha detto di riconoscersi in particolare «per quanto ha detto sui temi del lavoro e della sicurezza». «L'auspicio - ha aggiunto - è che nel nuovo anno, con l'impegno di tutti, si possano finalmente affrontare i temi dei redditi, dei salari e della sicurezza sul lavoro, temi che non possono più attendere».
«SI CAMBI O SARA' SCIOPERO» - Meno diplomatico il suo omologo della Cisl, Raffaele Bonanni. Che al governo manda subito un avvertimento: se entro gennaio l'esecutivo non avrà impresso un’andatura decisa per dare risposte concrete al problema del potere d’acquisto dei salari, il sindacato reagirà con lo sciopero generale. Bonanni lo ha spiegato all'agenzia di stampa Apcom, precisando comunque che la decisione spetterà alla riunione della segretaria unitaria delle tre confederazioni fissata per il 15 gennaio. «Confermiamo - ha puntualizzato il leader cislino - che nella seconda decade di gennaio o abbiamo risultati, un’andatura già definita e stabilita della partita oppure andremo a un’iniziativa generale sindacale».
INCONTRO COL GOVERNO - Quella del 15 gennaio non è una data casuale: una settimana prima, e precisamente martedì 8, dovrebbe avere luogo un primo incontro tra governo e parti sociali con all'ordine del giorno proprio la questione salariale. A dare l'annuncio del vertice è lo stesso Bonanni che ricorda come la data sia stata decisa già nel corso dell'ultimo faccia a faccia con il premier Romano Prodi.
«E' IL PROSSIMO OBIETTIVO» - Qualche rassicurazione cerca però subito di darla il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che fa sapere all'agenzia Ansa che l'aumento delle retribuzioni e la tutela del potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti «devono essere il prossimo obiettivo» del governo. «Dobbiamo perseguire a tutti i costi questo traguardo - ha evidenziato il ministro -, soprattutto per i redditi medio-bassi».
«RICHIAMO SACROSANTO» - Chi non farà mancare il proprio appoggio alle rivendicazioni sindacali è il ministro del Welfare, Paolo Ferrero (Prc). «Io penso che sia giusto il richiamo dei sindacati sui salari. Sacrosanto - ha detto il ministro -. Ma è necessario arrivare rapidamente anche alla chiusura dei contratti nazionali di lavoro, per garantire un aumento dei salari effettivi dei lavoratori». Ferrero ha poi puntualizzato che la sua posizione è leggermente diversa rispetto a quella di Damiano, perlomeno laddove si parla di contrattazione di secondo livello: «Con il ministro del Lavoro sono d'accordo sulla necessità di agire sulla leva fiscale, ma non sono d'accordo sull'idea di mettere molte risorse sulla contrattazione di secondo livello, che riguarda solo una minima parte dei lavoratori. L'accento deve essere posto sulla contrattazione nazionale, che riguarda molti più lavoratori».
fonte: corriere.it
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