Via al dopo Kyoto. Inizia oggi a Bali la Conferenza internazionale dedicata ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale. Un appuntamento importante che vedra' i rappresentanti di 192 Paesi del pianeta confrontarsi per trovare un'intesa per la salvaguardia della Terra.
I lavori, che proseguiranno fino al 14 dicembre coinvolgeranno oltre 10.000 delegati, mirano, nel giro di due anni, a raggiungere un nuovo accordo che includa anche i Paesi che non hanno aderito a Kyoto: Usa e Cina in prima fila. Al summit ci sarà anche l'Australia ed è la prima volta in quasi 11 anni che il Paese dei canguri partecipa al vertice sui cambiamenti climatici.
L'Australia, infatti, che ha ratificato il protocollo di Kyoto, ha il più alto tasso pro capite di emissioni di gas serra nel mondo. Al punto che il passato governo conservatore ha promesso considerevoli agevolazioni fiscali a chi decide di piantare boschi "carbon sink", cioè in grado di assorbire l'inquinamento.
Compito tutt'altro che agevole quello del summit balinese. Soprattutto se si considera la diversa determinazione delle nazioni partecipanti. Divise tra chi chiede che si riducano le emissioni, chi chiede che vengano mantenuti gli impegni gia' presi a Kyoto e chi chiede incentivi per farlo.
Spinte contrapposte che, avvertono gli esperti, cozzano contro "il punto di non ritorno". Il nostro pianeta, infatti, soffre. E anche quest'anno siccita', ondate di calore, aumento del livello dei mari saranno segnali inequivocabili. "Serve uno sforzo collettivo - dice il segretario esecutivo del summit, Yvo de Boer - e toccherà ai paesi sviluppati dare il buon esempio, visto che le nazioni in via di sviluppo devono contemporaneamente combattere la povertà".
fonte: repubblica.it
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lunedì 3 dicembre 2007
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