Si apre il confronto sulle pensioni. A maggio, subito dopo la festa dei lavoratori, il governo presenterà al tavolo del welfare le sue proposte. "Per noi - precisa il ministro del Lavoro, Cesare Damiano - la priorità è costituita dalla rivalutazione delle pensioni più basse, calcolate sulla base dei contributi versati". Un approccio soft e graduale, dunque, favorito dalla disponibilità dell'extragettito strutturale da 10 miliardi di euro (il cosiddetto tesoretto), 2,5 dei quali - secondo la strategia del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa - andrà proprio a finanziare gli interventi sullo stato sociale, lasciando ai restanti 7,5 miliardi il compito di contenere il deficit all'interno dei parametri europei. Padoa-Schioppa ha ottenuto il via libera dell'Ecofin sul suo piano, ma ora dovrà fare i conti con le richieste provenienti dalla sinistra della maggioranza. Ieri Rifondazione e Verdi sono tornati all'attacco. "Una verifica di governo sarebbe impropria - ha detto il segretario del Prc, Franco Giordano - ma il problema si pone perché l'utilizzo del tesoretto prospettato da Padoa-Schioppa è insoddisfacente". Da qui l'annuncio di "un confronto molto duro e determinato perché è arrivata la stagione del risarcimento sociale". Pure i Verdi, con il capogruppo alla Camera, Angelo Bonelli, chiedono un chiarimento "perché non può essere certo l'Ue a condizionare le politiche economiche, sociali, ambientali del nostro paese".
Le prime mosse per la redistribuzione dell'extragettito saranno fatte a giugno, quando, in particolare, sarà noto l'andamento dell'autotassazione. A quel punto le risorse a disposizione potrebbero anche essere superiori (tra i tecnici c'è chi stima una cifra intorno ai 4-5 miliardi). Sul tappeto l'ipotesi di un decreto legge, seguendo le priorità indicate da Damiano. L'intervento sull'Ici, invece, è destinato a slittare. Per aumentare le pensioni basse (non quelle minime che hanno natura assistenziale e non previdenziale) potrebbero essere utilizzati 1-1,5 miliardi. Ed è chiaro che saranno proprio le risorse a fissare i confini della platea dei beneficiari. Un altro miliardo servirà a innalzare l'indennità di disoccupazione dall'attuale 50 per cento dell'ultima retribuzione al 60 per cento. Il restante - nel piano del governo - dovrà servire a incentivare (probabilmente con la leva fiscale) la contrattazione di secondo livello (aziendale o territoriale), legata alla produttività. L'approccio soft dovrebbe portare anche a sostituire lo scalone che dal primo gennaio del 2008 innalza l'età minima per la pensione di anzianità dagli attuali 57 anni a 60. Arriveranno alcuni scalini che progressivamente (da 58 in su) alzeranno l'età o di un anno ogni due, oppure di un anno ogni diciotto mesi. Tende a stemperarsi, infine, lo scontro sui coefficienti di trasformazione: fino al 2015 non avranno effetti e si rafforza la tesi di chi propone di congelare per un po' l'argomento.
fonte: repubblica.it
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lunedì 23 aprile 2007
Damiano: subito aumenti per le pensioni più basse
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