venerdì 15 giugno 2007

Materia lanciata quasi alla velocità della luce

Cade un altro velo che avvolge il mistero dei gamma ray burst (GRB), i lampi di raggi gamma scoperti per caso dai satelliti militari americani Vela (che in spagnolo vuol dire veglia) ancora negli anni Sessanta. Si dovette aspettare poi il satellite BeppoSax dell’agenzia spaziale italiana Asi lanciato nel 1996 per iniziare dipanare, dopo quasi mezzo secolo, l’enigma. BeppoSax cominciò infatti a fornire le prime risposte ma il fenomeno rimane ancora in parte da decifrare ed è per questo che si continua ad indagare. Si sa che il lampo nasce dalla morte di un astro e dalla conseguente esplosione liberando in pochi secondi un’energia pari a quella generata dal Sole nell’arco della sua esistenza. Per questo è considerato il fenomeno più violento finora avvistato in cielo.
TELESCOPIO IN CILE - Ora Emilio Molinari dell’Inaf-Osservatorio astronomico di Brera assieme a Stefano Covino e Susanna Vergani sono riusciti a precisare un aspetto importante, cioè la velocità con la quale si propaga la materia espulsa dal fenomeno del lampo. La storia del risultato inizia nello spazio quando il 18 aprile e 7 giugno 2006 il satellite Swift realizzato dalla Nasa con la collaborazione dell’Asi, rivela due lampi gamma attivando automaticamente il telescopio Rem dell’Eso a La Silla, in Cile. Questo puntava immediatamente il suo occhio sulle sorgenti riuscendo a valutare in varie lunghezze d’onda le conseguenze dell’esplosione che si materializzano in un effetto luminoso con un picco che poi lentamente si riduce di intensità
QUANTITA’ DI ENERGIA - «E’ stato proprio misurando questo picco, per la prima volta in maniera precisa – nota Molinari ¬- che siamo riusciti a calcolare la rapidità con la quale la materia veniva scagliata nello spazio raggiungendo il 99,9997 per cento della velocità della luce». «Ciò consentirà di capire – aggiunge Molinari - la quantità di energia entrata in gioco nell’esplosione iniziale». Inoltre il risultato si dimostra una conferma alla teoria della Fireball, come è chiamata, una delle spiegazioni avanzate per dare un identikit al fenomeno stesso.

fonte: corriere.it

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