lunedì 30 aprile 2007

"Clima, ecco come salvare il mondo"

In alcuni casi sembra un gioco di prestigio: si investe per evitare la produzione di gas serra, si eliminano le malattie da smog e ci si guadagna. In altri casi il saldo dell'operazione è in passivo, ma il costo è decisamente inferiore ai danni evitati. Sono gli scenari contenuti nelle 24 pagine di sintesi diretta ai governi che verrà resa pubblica il 4 maggio a Bangkok, quando sarà divulgata la terza parte del quarto rapporto dell'Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change), quella dedicata alle strategie di mitigazione. Saranno i governi a decidere quanto spendere e come spendere, ma il quadro fornito dagli esperti delle Nazioni Unite offre una guida in grado di orientare le scelte. Oggi, a livello globale, sforniamo 26 miliardi di tonnellate annue di gas serra, una quantità in continuo aumento. Tagliando le emissioni del 50 per cento rispetto al trend attuale si risparmierebbero 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra nel settore della produzione di energia, 1,8 miliardi di tonnellate nei trasporti, 5,6 negli edifici, 3,5 nell'industria, 2,8 in agricoltura, 2,1 nella riforestazione, 0,7 nei rifiuti. Dimezzare le emissioni entro il 2050, ricordano gli scienziati Onu, non vuol dire evitare ogni problema, ma fermarsi a un passo dal baratro. Nell'era preindustriale, in atmosfera si misuravano 270-280 parti di anidride carbonica per milione; oggi sono già 380. Arrivare al raddoppio, cioè a quota 550, comporterebbe un aumento della temperatura valutabile in 3 gradi. Le conseguenze sarebbe molto pesanti: nel mondo tra uno e quattro miliardi di persone sarebbero costretti a convivere con la penuria di acqua; cambierebbe il ritmo dei monsoni; potrebbe rallentare o fermarsi la corrente del Golfo mutando drasticamente il clima dell'Europa atlantica.
Con l'ipotesi del dimezzamento delle emissioni entro il 2050, che il governo inglese ha ufficialmente lanciato, invece si stabilizzassero le emissioni serra in modo da non superare una concentrazione pari a 445-490 parti per milione. In questo modo la temperatura aumenterebbe di poco più di 2 gradi rispetto all'era pre industriale. Anche in questo caso le conseguenze sarebbero gravi ma meno drammatiche rispetto allo scenario precedente. Con due gradi di aumento, l'Africa in particolare subirebbe colpi duri: la capacità agricola diminuirebbe del 5-10 per cento; altri 50 milioni di persone sarebbero esposti al rischio malaria; l'erosione della biodiversità si aggraverebbe. Ma l'impatto complessivo sarebbe governabile. Come arrivare a dimezzare le emissioni serra, cioè a ridurre il consumo di combustibili fossili e a bloccare la deforestazione? L'analisi dell'Ipcc offre uno scenario dettagliato. I numeri forniti mostrano che il settore che garantisce la maggiore possibilità di risparmio è l'edilizia: entro il 2020, il 30 per cento delle emissioni serra nel settore degli edifici potrebbe essere evitato a "costo negativo", cioè con investimenti che permettono guadagni in tempi rapidi. Anche nel settore energetico si possono ottenere buone prestazioni: in ballo ci sono investimenti al 2030 pari ad almeno 20 trilioni di dollari che potrebbero essere convertiti in maniera intelligente. Per far fronte a una domanda di energia che tende al raddoppio, notano gli esperti delle Nazioni Unite, ad esempio è più conveniente migliorare l'efficienza energetica che costruire nuove centrali. Inoltre si stima che entro il 2030 le fonti rinnovabili forniranno un terzo della domanda di energia elettrica. I trasporti possono fare la loro parte e, pure in questo caso, gli investimenti in aumento dell'efficienza sono a costo zero, anche se "la forza del mercato, da sola, non porterà a una significativa riduzione delle emissioni". Secondo le stime Onu, nel 2030 i biocarburanti raggiungeranno il 3 per cento del totale. Infine il capitolo agricoltura e foreste. In campo agricolo il 90 per cento della riduzione di emissioni di carbonio deriva da un miglior uso dei suoli, mentre il 65 per cento del risparmio di gas serra in campo forestale può venire da un intervento nella fascia tropicale. Il rapporto dell'Ipcc prende anche in considerazione le opzioni di geo-ingegneria, dalla fertilizzazione degli oceani agli specchi orbitanti per bloccare la radiazione solare, e le liquida con un giudizio secco: "Rimangono largamente speculative e presentano il rischio di effetti collaterali non noti".

fonte: repubblica.it

sabato 28 aprile 2007

«Lotta agli ecomostri»

Parte la campagna del ministero dei Beni Culturali contro lo sfregio del paesaggio italiano. Fotografie alla mano, è il ministro Rutelli ad annunciare l'avvio dei primi sei interventi. L'inizio di un impegno costante, sottolinea. Con l'obiettivo di coinvolgere autorità locali e opinione pubblica, «perché nessuno – dice il ministro - può arrogarsi il diritto di alterare, impoverire, colpire questa Italia». Si comincia da sei, dunque, con “situazioni critiche” rappresentative rispetto alle dimensioni e alle caratteristiche di quella che Rutelli non esita a definire una «priorità nazionale». Perché quando si tratta di scempi o tentati scempi, dimostrano le segnalazioni, non c'é grande differenza tra Nord e Sud. E perché il lavoro delle ultime settimane ha dimostrato che in certi casi, come quello della spiaggia di San'Andrea Apostolo sullo Jonio, si può intervenire anche sulle intenzioni. I soprintendenti di tutta Italia, ricorda il ministro, sono al lavoro per segnalare le criticità. Sott'occhio ci sono le trasformazioni avviate o progettate in zone che in un modo o nell'altro sono sottoposte a vincoli. Decine e decine di casi sui quali si sta lavorando, cercando l'intesa con comuni e regioni che hanno la responsabilità del territorio. Mentre le segnalazioni arrivano anche dalle associazioni. «Obiettivo è vigilare - ripete Rutelli - e , ove possibile, intervenire». Dietro all'assedio del paesaggio italiano, torna a sottolineare, c'é la crescita esponenziale dei valori immobiliari, che spinge a cementificare l'Italia profonda. Le soprintendenze italiane sono alluvionate dalle richieste di trasformazione in zone in un modo o nell'altro sottoposte a vincoli. I numeri danno un'idea: ci sono circa 30-35mila richieste l'anno per la Lombardia, 7500 nel Lazio. Molte sono «del tutto accettabili», fa notare il ministro, o lo diventano con le modifiche richieste ai progetti. Altre invece no, bisogna bloccarle. Per fermare un “sacco silenzioso” che fino ad oggi non ha goduto dell'attenzione dovuta. Senza bloccare la trasformazione, certo. Ma puntando i piedi sulla qualità. I primi interventi: sul mostro di Alimuri, quello scheletro di albergo mai finito - ma all'epoca regolarmente autorizzato - che sfregia da più di 40 anni una cala della costiera amalfitana. Obiettivo è demolirlo, c'é l'accordo del comune e si lavora per una composizione giuridica della vicenda con i proprietari. Dalla Campania al Lazio, con lo scheletro di una palazzina paradossalmente costruito sulle rovine romane dell'area archeologica di Gravisca, sul lido di Tarquinia. «Incredibile manufatto della follia nazionale», lo definisce Rutelli. Anche questo si demolirà e le spese - con Arcus da cui arriveranno 515mila euro per il paesaggio - saranno divise tra stato e comune. Non ancora realizzato il caso di Caviate, vicino a Lecco, con un albergo di 8 piani che si vorrebbe costruire sulle sponde del Lago di Como. La Soprintendenza ha detto no, fa sapere Rutelli, e lo ribadirà. E ancora: a Mentana, alle porte di Roma, dove nella piana in cui nel 1867 si combatté la storica battaglia tra garibaldini e soldati pontifici si è deciso di porre un vincolo - su segnalazione di Italia Nostra - per bloccare una lottizzazione. Bloccata sul nascere a Moniga, sul lago di Garda, la costruzione di ville a più piani a ridosso delle mura medievali di un bellissimo castello. Intervento preventivo, infine, vicino a Catanzaro dove, su segnalazione del Fai, si è stoppata l'idea di una passeggiata a mare in cemento che avrebbe deturpato la spiaggia di Sant'Andrea Apostolo. La macchina è partita. E presto sul sito del ministero si aprirà il dialogo con i cittadini.

fonte: lanuovaecologia.it

MAGGIO EVENTI

03 maggio 2007 - Ancona, Bologna, Cagliari, Giulianova, Milano, Napoli, Roma Tarvisio,Torino, Trieste
Seminario: Rottamazione dei veicoli fuori uso per info: www.iscea.it

22-24 maggio 2007 - Hannover2° Convegno internazionale - TMB 2007
Trattamento meccanico-biologico dei rifiuti solidiurbani e smistamento automatico dei rifiutiper info: www.wasteconsult.de

fonte: ambiente.it

ARRIVA DDL ECO-REATI

Arriva il ddl contro i criminali dell'ambiente. Carcere che nei casi più gravi potrà arrivare fino a dieci anni e multe salate, fino 250 mila euro. Ma anche sconti di pena per chi collabora.Oggi in Consiglio dei Ministri approda il Disegno di legge che contiene le disposizioni concernenti i delitti contro l'ambiente e dà la delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della relativa disciplina. In particolare il ddl sugli eco-reati, 5 articoli, prevede, tra l'altro: i reati di associazione a delinquere finalizzata al crimine ambientale, di disastro ambientale, di traffico di rifiuti e inquinamento. Per il traffico di rifiuti, sono tre le specie diverse di reato e riguardano rifiuti ordinari, tossico nocivi e materiale radioattivo o nucleare. Per il più lieve la pena al massimo è di 5 anni di reclusione; per il più grave, che riguarda materiale radioattivo o nucleare, si arriva a un massimo di 6 anni con multe da 50 mila a 250 mila; ma se c'è pericolo di vita per le persone la reclusione può arrivare fino a 10 anni. Secondo quanto si è potuto apprendere, a sanzionare il traffico di materiale radioattivo o nucleare e l'abbandono di materiale radioattivo o nucleare è l'articolo 452-octies. Si prevede che sia punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 50.000 a 250.000 euro "chiunque illegittimamente cede, acquista, trasferisce, importa o esporta sorgenti radioattive o materiale nucleare". Stessa pena per il detentore che si disfa illegittimamente di una sorgente radioattiva. Nel caso di pericolo concreto di compromissione rilevante di acqua, suolo, aria, flora e fauna, la pena sale a 8 anni mentre se ci sono rischi concreti per la vita o l'incolumità delle persone la reclusione va da tre a dieci anni e la multa da quindicimila a centomila euro. L'associazione per delinquere finalizzata al crimine ambientale, è sanzionata con le stesse pene previste dal codice penale in materia (art.416) aumentate fino a un terzo. Il Ddl eco-reati prevede anche la possibilità per il giudice di condannare l'autore del delitto ambientale al ripristino dello stato dei luoghi. Ma non solo pene e multe. Il provvedimento introduce anche sconti di pena in caso di "ravvedimento operoso", cioè quando il responsabile del reato aiuta concretamente le autorità a ricostruire i fatti, a individuare i complici. Secondo quanto si è appreso, previsto anche un meccanismo di non punibilità se l'autore, prima di essere incriminato, elimina spontaneamente le conseguenze del reato.

fonte: ambiente.it

7-10 NOVEMBRE ' 07 - ECOMONDO PER TUTTI

Ambiente, business del futuroIn mostra la più ampia gamma di opportunità tecnologiche, sistemi e attrezzature, servizi per risolvere i complessi e specifici problemi ambientali. Un appuntamento straordinario per confrontarsi sulle novità e sulle potenzialità di questo settore in continua espansione con la più alta aspettativa di investimenti e profitto nel prossimo decennio.

IN PRIMO PIANO - INERTECH: mostra convegno sul riciclaggio nel mondo delle costruzioni. Esposizione, convegni e mostra delle varie applicazioni, tecnologie e settori di riutilizzo dei materiali riciclati. Questi i temi trattati: - il mercato della demolizione alla luce delle sfide proposte dalle grandi riqualificazioni - il riciclaggio dei materiali da C&D - la bonifica delle aree industriali dismesse - il riciclaggio nel settore delle costruzioni stradaliIn collaborazione con Edizioni Pei.- METAL-TECH: un'area espositiva dedicata a impianti, attrezzature e innovazioni per il recupero e il riciclo di rottami metallici ferrosi e non ferrosi e i commerci relativi.- L’ALBERO DELLA GOMMA: esposizione, convegni e area mostra sul recupero e il riciclaggio dei pneumatici e della gomma con un focus su: - acquisti verdi e ruolo PA - standard europei - campi da calcio in erba sintetica - costruzioni stradaliIn programma eventi di comunicazione e incontri per il trasferimento di tecnologie e know-how a livello europeo ed extra-europeo. In collaborazione con Argo e ETRA.- TRATTAMENTO BIOLOGICO DEL RIFIUTO: uno spazio espositivo dedicato alle biomasse e ai loro impieghi, una mostra sul compost di qualità e convegni ad hoc organizzati in collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori.- CITTA' SOSTENIBILE E RIQUALIFICAZIONE INDUSTRIALE: spazi mostra, case study, tavole rotonde per presentare progetti, infrastrutture e soluzioni innovative per uno sviluppo urbanistico attento alla tutela del paesaggio, al risparmio energetico e sviluppo industriale consapevole. In collaborazione con la rivista "Progettare il mondo che cambia".- VEICOLO INDUSTRIALE ECOLOGICO: in mostra tutte le novità sui veicoli industriali a basso impatto ambientale, ibridi, più puliti e meno rumorosi.- RIFIUTI SPECIALI: tutte le novità per una corretta gestione, smaltimento e recupero dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.- RAEE: il punto sulle normative in materia di rifiuto elettrico ed elettronico con la partecipazione dei consorzi costituiti e nascenti a livello nazionale ed europeo, le aziende e gli operatori del settore.- BONIFICHE: 3° Symposium internazionale su barriere permeabili reattive e zone reattive attualmente riconosciute come tra le più promettenti tecnologie in-situ nella bonifica di acque di falda inquinate.- ECOFATTO: l’unica mostra in Europa sui migliori prodotti di uso quotidiano progettati e realizzati nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse naturali con l’impiego di materiali riciclati- CONAI: un decennio di prevenzione. Un grande spazio mostra sugli eco-imballaggi più innovativi.

fonte: ecomondo.it

L'Italia sulla luna

L’Italia ha un’impronta ecologica del 4,2. L’impronta confronta gli abitanti con il territorio utilizzabile, energia, acqua, cibo. Più sono gli abitanti a parità di risorse, più l’impronta assomiglia a un calcio nel c..o e si avvicina a zero. Gli abitanti con l’impronta peggiore, come il Marocco con lo 0,9, cercano impronte migliori. Gli Stati Uniti sono tra i più grandi consumatori di risorse. Un piccolo Stato come il Maine ha la superficie del nord Italia e 1.300.000 abitanti. Gli States dovrebbero avere un’impronta da schifo. Invece no, hanno il 9,6. Consumano le impronte degli altri...La soluzione alla Bossi-Fini non è una nuova legge, ma nuovi flussi migratori. I Paesi con il pedigree migliore si prendano gli emigranti e i pensionati italiani in eccesso. Insomma chi ha risorse in quantità e una densità di popolazione bassa si assuma le sue responsabilità. Qualche consiglio per gli scafisti? Canada 7,6, Svezia 6,1 e l’Australia 6,6. Possono anche accontentarsi della Francia 5,6 che ha quasi il doppio del nostro territorio con una popolazione di poco superiore.L’Italia ha il 35% di montagne, è satura. E’ strasatura. Ha bisogno di flussi emigratori. Dobbiamo fare come i giapponesi e tenere in giro il 30% della popolazione a fare fotografie.Le leggi non servono a nulla contro l’impenetrabilità dei corpi. La Pianura Padana non esiste più. Esiste la Periferia Padana. Aumentano i rifiuti? Non c’è più acqua per tutti? Non c’è energia sufficiente? Oltre ai consumi riduciamo anche gli abitanti.Io voglio una impronta ecologica del 7 e 50 milioni di abitanti. Non uno in più. Il calo della popolazione non è un tabù, né una disgrazia. Sposta il potere da chi possiede i capitali a chi possiede il lavoro. E’ una fortuna, non lasciamocela scappare.
Rapporto "Living Planet 2006"

fonte: beppegrillo.it

venerdì 27 aprile 2007

Cantieri fuorilegge

Lavori sospesi in sei cantieri edili, due cantieri edili sequestrati, 14 denunce e contravvenzioni per circa 50.000 euro sono il bilancio di un'operazione di verifica delle normative in tema di sicurezza sul lavoro condotta dal nucleo carabinieri dell'Ispettorato di lavoro in alcuni cantieri edili ad Acicastello, Gravina di Catania e Paternò. Ad Acicastello i militari hanno denunciato i responsabili legali di due ditte che stanno costruendo un albergo perchè mancavano le protezioni anticaduta, perchè i ponteggi non erano a norma e per irregolare tenuta dei libri matricola. I carabinieri hanno sequestrato un cantiere del valore di un milione di euro.
A Gravina e Paternò sono stati invece denunciati i responsabili legali di 12 società - con sede a Catania, Troina, Floridia Camporotondo Etneo e Tremestieri Etneo - perchè mancavano le protezioni alle scale, gli impianti elettrici non erano a norma, perchè venivano utilizzati ponteggi e passerelle non regolari e le vie di fuga e di transito erano occluse da materiale. I carabinieri hanno contestato anche violazioni amministrative come la mancata dichiarazione di assunzione, la mancata consegna delle tessere di riconoscimento e l'irregolare tenuta dei libri matricola. I militari hanno elevato contravvenzioni per quasi 50.000 euro. I carabinieri hanno anche sequestrato un cantiere di 45 metri quadrati dove si stanno costruendo 93 appartamenti per un valore di 13 milioni di euro. Per sei imprese è stata disposta la sospensione dei lavori.

fonte: lasicilia.it

Il super pidocchio fa meno paura

L'EMERGENZA pidocchi è planetaria. Anzi, "superpidocchi", visto che siamo dinanzi, spiegano gli esperti, a una nuova generazioni di insetti che giornali come il The Times che li ha definiti "invincibili" in un articolo da prima pagina. Sono in grado di resistere alla maggior parte dei prodotti esistenti sul mercato. Secondo i ricercatori del Communicable Disease Surveillance Centre di Cardiff, sono inefficaci contro l'80% dei pidocchi. Insomma questo parassita, che solo in Italia colpisce ogni anno 1 milione e mezzo di persone, è lentamente diventato immune ai tradizionali trattamenti a base di sostanze chimiche. Ma c'è una novità. Una nuova metodologia di difesa. Si chiama Hedrin e, come lo ha definito il British Medical Journal in uno dei più importanti studi clinici randomizzati e controllati mai realizzati è un vero e proprio "bio killer ecologico" che agisce su principi completamente nuovi rispetto ai prodotti già presenti sul mercato. Composto da dimeticone, uno speciale tipo di silicone a totale tollerabilità, agisce come un vero e proprio killer, avvolgendo parassiti e lendini (ovvero le uova dei pidocchi) in una micro pellicola che li soffoca, riducendo al minimo la ricomparsa dei parassiti.

Due risultati che in pochi mesi hanno trasformato questo "lice-killer" in uno dei migliori amici delle famiglie in Paesi come la Francia (dove in soli 4 mesi ha venduto oltre 700 mila confezioni), l'Irlanda e la Danimarca, oltre che l'Inghilterra. Premiato quindi per la sua efficacia, ma anche perché, contrariamente a molti dei prodotti chimici a base di insetticidi più o meno naturali, non provoca effetti collaterali sulla cute e l'indebolimento del capello, caratteristica particolarmente rilevante se si considera che i pidocchi colpiscono soprattutto bambini e ragazzi tra i 4 e i 18 anni. La rivoluzione portata dall'azione "fisica" di Hedrin è legata non solo all'efficacia, ma alla assoluta tollerabilità del prodotto. Sottolinea il professor Ian Burgess, guru internazionale della lotta alla pediculosi, direttore del Medical Entomology Centre di Cambridge, "poiché non è ad azione chimica e non viene assorbito dalla pelle, è indicato anche nel caso di bambini molto piccoli, fin dai 6 mesi d'età e per "categorie" che fino ad oggi non potevano utilizzare prodotti contro i pidocchi per la presenza di pesticidi. Grazie all'utilizzo del dimeticone, che agisce inglobando i pidocchi e soffocandoli, Hedrin è meno irritante e molto più tollerabile, tanto che può essere utilizzato da donne in stato interessante o in allattamento e da quei soggetti affetti da allergie e asma, per i quali i prodotti tradizionali non erano adatti". Inoltre grazie al dimeticone, Hedrin è completamente inodore, rendendo meno "individuabile" chi ha contratto i pidocchi, un aspetto estremamente importante sotto il profilo psicologico visto che, come emerge da numerosi studi, i parassiti sono associati ad una vera e propria berlina sociale. Una paura che non è solo degli italiani, come dimostra una ricerca pubblicata in Inghilterra da The Guardian, dove emerge che tra le cose che i sudditi della Regina Elisabetta tengono maggiormente nascoste ci sono i prodotti per i pidocchi. I piccoli parassiti sono infatti una delle cose di cui i genitori si vergognano maggiormente. Ma anche in Usa, dove ogni anno a causa dei pidocchi vengono persi oltre 40 milioni di giorni di scuola, questi insetti sono vissuti come un vero allarme sociale, tanto che il telefilm-culto Desperate Housewifes ha dedicato a questo tema un intero episodio (un bambino viene incolpato di aver contratto i pidocchi e la sua famiglia viene isolata da tutta la comunità). Ma l'allarme sociale è dimostrato soprattutto dal gran numero di studi e associazioni nate a livello internazionale proprio sulle conseguenze psicologiche che si accompagnano ai pidocchi. In Usa è nata all'interno della The Ctrn Phobia Clinic (società nata per studiare e aiutare a combattere le più diffuse "paure"), la Lice Phobia Clinic, che si occupa di aiutare le persone a superare la paura dei pidocchi, che provoca fiato corto, respiro accelerato, battiti irregolari, svenimenti, nausea, e soprattutto paura di morire.

fonte: repubblica.it

giovedì 26 aprile 2007

Un pianeta "gemello" per la Terra

Le dimensioni superano di poco quelle della Terra. La temperatura è di tutto comfort: tra zero e 40 gradi. La superficie è rocciosa, a differenza dei grandi pianeti gassosi in cui un essere vivente sarebbe costretto a galleggiare fra i miasmi. Il Sole sorge e tramonta regolarmente, e un anno dura solo 13 giorni. Tutte le condizioni fanno pensare alla presenza di acqua allo stato liquido e quindi, potenzialmente, della vita. Il pianeta più simile alla Terra, fra quelli scovati finora nelle profondità dell'universo, si trova in realtà dietro l'angolo, astronomicamente parlando. Guardando nella costellazione della Bilancia, a soli 20,5 anni luce da noi, l'European Southern Observatory di La Silla, in Cile, ha individuato tre pianeti che orbitano intorno a una piccola stella, esattamente come la Terra fa intorno al Sole. Fra questi tre pianeti, il più piccolo e il più interno ha tutte le caratteristiche per ospitare la vita. "Grazie alla sua vicinanza e alla sua temperatura - sostiene Xavier Delfosse, uno degli autori della scoperta pubblicata oggi sulla rivista Astronomy and Astrophysics - questo pianeta sarà uno dei primi obiettivi delle future missioni che partiranno alla ricerca di vita extraterrestre. Nella mappa del tesoro dell'universo, bisogna sicuramente segnarlo con una croce".

Molti degli esopianeti (pianeti che orbitano intorno a una stella diversa dal Sole) osservati finora hanno dimensioni mastodontiche. Il nuovo pianeta, con il suo raggio che è una volta e mezzo quello della Terra, è il più piccolo mai individuato. Un successo attribuito alla precisione degli strumenti dell'Eso, capaci di registrare le oscillazioni della posizione della stella causate dal campo gravitazionale del pianeta. Lo strumento utilizzato (che si chiama Harps, High Accuracy Radial Velocity for Planetary Searcher) è in grado di rilevare a 20 anni luce da qui variazioni di velocità di un corpo celeste pari a 9 chilometri all'ora: un uomo che cammina a passo svelto. La stella attorno a cui il pianeta ruota, Gliese 581, è una nana rossa molto più debole del Sole. Emette una luce 50 volte più fioca, ed è questo che permette alla nuova potenziale culla della vita di orbitarvi così vicino (a una distanza 14 volte inferiore rispetto a quella che divide Sole e Terra) conservando temperature miti, capaci di mantenere l'acqua allo stato liquido. "Secondo i nostri modelli - sostiene Stéphane Udry dell'osservatorio di Ginevra, il primo firmatario dell'articolo scientifico - il pianeta ha una superficie rocciosa come la nostra Terra, oppure coperta da oceani". La caccia alla vita nell'universo partì di fatto nel 1995, anno della scoperta del primo esopianeta. Era il 6 ottobre quando due astronomi dell'osservatorio di Ginevra annunciarono di aver individuato un sistema solare gemello: il pianeta 51 Pegasi-b che ruotava attorno a una stella simile al Sole. Da allora a oggi diverse centinaia di esopianeti sono stati individuati, ma tutti troppo grandi, troppo caldi, troppo freddi oppure gassosi per ipotizzare che la vita così come la conosciamo sulla Terra vi si potesse sviluppare. Per mantenere viva la caccia, a dicembre dell'anno scorso l'Agenzia Spaziale Europea ha lanciato la sonda Corot, incaricata di osservare centinaia di migliaia di stelle nel corso di una missione di due anni. Un momentaneo affievolirsi della luminosità di una stella potrebbe voler dire che uno dei suoi pianeti le sta passando davanti, provocando un'eclissi. E Corot sarà lì a registrare l'evento. Ancora più ambiziosa la missione Darwin, che l'Esa appronterà entro il 2020. Uno speciale telescopio catturerà la debole luce riflessa dagli esopianeti. Analizzandone lo spettro, riuscirà a determinare la composizione dell'atmosfera, e a capire che aria si respira a casa di Et.

fonte: repubblica.it

L'Europa scopre le malattie tropicali

Le estati torride mettono a dura prova il sistema cardiocircolatorio. Gli inverni miti favoriscono il proliferare di agenti infettivi che credevamo relegati a latitudini tropicali. Il riscaldamento del clima fa sballare molti ingranaggi di quel delicato meccanismo che è il pianeta Terra. E le conseguenze iniziano a farsi sentire anche sulla salute umana. A soffrirne di più sono i paesi in via di sviluppo, con un'Africa minacciata da carestie e aumento delle infezioni. E un sud-est asiatico più esposto a eventi meteorologici estremi accompagnati da inondazioni e smottamenti. In Europa sono soprattutto le ondate di calore a spaventare. Nell'estate del 2003 i decessi legati alle alte temperature sono stati 35mila, soprattutto fra anziani e cardiopatici. Ma anche chi soffre di allergia ha poco da essere allegro. A causa delle temperature miti i pollini impregnano l'aria per un arco di tempo più lungo. L'inquinamento atmosferico e la presenza di ozono a bassa quota aggravano i casi di asma allergico e di broncopneumopatia cronica ostruttiva, la malattia tipica dei fumatori che riduce a un rivolo l'afflusso d'aria nei polmoni. La zanzara della malaria - forse la minaccia più grave per quanto riguarda le infezioni - ha raggiunto l'Europa nello scorso agosto. Come riferisce il Financial Times, in Corsica si è registrato il primo caso autoctono (con infezione avvenuta in loco) degli ultimi 35 anni. In un articolo pubblicato su The Lancet, Anthony McMichael dell'università di Canberra prevede un aumento del 16-28 per cento dei casi di malaria entro il 2100. "Anche gli agenti patogeni di salmonella e colera - prosegue lo studio - crescono più rapidamente a temperature maggiori".

La febbre del Nilo occidentale, prima confinata alle latitudini africane, da una decina d'anni viene registrata anche in Europa ed è endemica negli Stati Uniti. In Italia poi nelle ultime due estati oltre 200 bagnanti sono finiti in ospedale intossicati dall'alga Ostreoptis ovata, abituata alle acque tropicali. L'Organizzazione mondiale della sanità già nel 2003 pubblicava un rapporto su "Cambiamento climatico ed effetti sulla salute". Le ondate di calore estive, vi si legge "rischiano di far aumentare la mortalità fra anziani, persone con malattie cardiovascolari e poveri che abitano nelle grandi città". Le previsioni fosche però rappresentano solo una faccia del cambiamento climatico, almeno in Italia. "Non dimentichiamo - fa notare Lorenzo Cecchi, medico del centro di bioclimatologia dell'università di Firenze - che inverni miti come quello appena finito hanno ridotto i casi di influenza e malattie respiratorie". Ci si attendeva un inverno a tutta febbre e raffreddore, con un ceppo virale assai energico. E invece nel picco dell'epidemia si sono registrati 7,5 casi ogni mille abitanti, la metà rispetto alla precedente stagione virulenta del 2005-2006. "Se mettiamo sulla bilancia - prosegue Cecchi - la diminuzione dei decessi da freddo durante l'inverno e l'aumento di quelli causati dalle ondate di caldo estive, probabilmente otterremmo un equilibrio". Su questo sottile crinale la penisola rimane anche per quanto riguarda le malattie respiratorie. "Il freddo in inverno fa aumentare la mortalità - spiega Cecchi - ma il beneficio è controbilanciato dall'aumento delle allergie".

fonte: repubblica.it

martedì 24 aprile 2007

Life +: trovato accordo sullo strumento a favore dell'ambiente

Consiglio a Parlamento UE sbloccano il Programma Life +, trovando un accordo sui nuovi contributi a favore dell'ambiente nell'UE, in base al quale la gestione del Programma sarà effettuata principalmente dalla Commissione, ma gli Stati membri avranno un ruolo maggiore nella definizione delle priorità e delle linee guida del Programma.
La protezione dell'ambiente, rappresentando un elemento essenziale per il miglioramento della qualità di vita delle generazioni presenti e future, è una pietra angolare della politica europea. La prima azione dell'Unione europea a favore dell'ambiente è risalente al 1972, quando furono intraprese delle misure per la gestione dei rifiuti e limitare l'inquinamento. Negli anni 80 con il susseguirsi di disastri ambientali, la catastrofe di Chernobyl, il buco dell'ozono e il riscaldamento della Terra nasce la consapevolezza che un sia sempre più urgente un intervento forte per la salvaguardia del pianeta da parte delle istituzioni. Viene difatti istituita nel 1984 una prima azione comunitaria a favore dell'ambiente (ACE), che aveva quale obiettivo quello di sviluppare tecnologie pulite, sviluppare nuove tecnologie per monitorare l'ambiente naturale, proteggere gli habitat di quelle specie in via d'estinzione. Questa azione comunitaria può difatti considerarsi l'antecedente del Programma Life che viene istituito nel 1992. Life è tuttora lo strumento comunitario che eroga finanziamenti a favore dell'ambiente.
Possiamo distinguere diverse fasi del Programma Life. Il 23 luglio 1992 viene approvato Life I, per il quale vengono stanziato 400 milioni di Euro per l'arco temporale che va dal 1992 al 1995. L'obiettivo del Programma è quello di promuovere uno sviluppo sostenibile, migliorare la qualità dell'ambiente e proteggere gli habitat naturali. Il sostegno finanziario era accordato sempre nella forma del contributo a fondo perduto, e non poteva superare il 50% dei costi ammissibili. Durante questa prima fase furono approvati 731 progetti.
La seconda fase ha inizio nel 1996 e si conclude nel 1999. Per questo periodo sono stati stanziati 450 milioni di Euro. La più grande modifica apportata da Life II è la suddivisione del Programma in aree tematiche: Life-Natura, Life-Ambiente e Life-Paesi terzi. Life-Natura aveva l'obiettivo di contribuire all'attuazione della direttiva comunitaria concernente la conservazione degli uccelli selvatici e di quella relativa alla conservazione degli habitat naturali e, in particolare, all'attuazione della rete "Natura 2000". Life-Ambiente aveva lo scopo di contribuire allo sviluppo di tecniche e metodi innovativi e allo sviluppo della politica comunitaria dell'ambiente. A ciascun settore spettava il 46% dello stanziamento totale, il restante 8% venne destinato a Life-Paesi terzi, che aveva l'obiettivo specifico di contribuire alla creazione di capacità e strutture amministrative necessarie nel settore dell'ambiente nonché allo sviluppo di politiche e programmi d'azione nel settore dell'ambiente nei paesi terzi rivieraschi del mar mediterraneo e del mar baltico.
Life III ha avuto inizio il primo gennaio 2000 con scadenza prevista il 31 dicembre 2004 ed uno stanziamento previsto di 640 milioni di Euro. Successivamente il regolamento CE n. 1682/2004 ha prorogato questa fase fino al 31 dicembre 2006, prevedendo un supplemento di budget di 317 milioni di euro per questi 2 anni. L'obiettivo di Life III, anch'esso suddiviso nelle componenti Natura, Ambiente e Paesi terzi, era lo stesso del precedente.
Dal 1° gennaio 2007 avrebbe dovuto prendere avvio Life +. Il Programma, tuttavia, è stato oggetto di un dibattito abbastanza acceso tra Parlamento europeo e il Consiglio. Oggetto del contendere è stata la destinazione o meno agli Stati membri della gestione dell'80% delle risorse del Programma. Con l'accordo del 27 marzo scorso è stato trovato un compromesso che prevede la gestione diretta del Programma da parte della Commissione europea, ma gli Stati Membri sono coinvolti maggiormente in quanto possono stabilire le loro priorità e fare delle proposte che meglio rispondano alle esigenze ambientali nazionali e regionali. Si da così il via al nuovo Life +: è l'inizio di un'altra fase che avrà fine nel 2013 e per la quale sono stati stanziati 1.9 miliari di Euro. Life+ favorirà l'attuazione del Sesto Programma di azione in materia di ambiente che ha quali priorità: la salute e la qualità della vita, le risorse naturali e i rifiuti, la natura e la biodiversità. Life+ è articolato in tre componenti:
"Life + Natura e biodiversità"
"Life + attuazione e governance"
"Life + informazione e comunicazione"
"Life + Natura e biodiversità" contribuisce a tutelare, conservare, ripristinare e migliorare il funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche allo scopo di arrestare la desertificazione e la perdita di biodiversità. "Life + attuazione e governance" è destinato a contribuire allo sviluppo e alla dimostrazione di approcci e strumenti strategici innovativi, al consolidamento della base delle conoscenze per la formulazione, la valutazione ex ante, il monitoraggio e la valutazione ex post della politica e della legislazione ambientale. "Life + Informazione e comunicazione" mira ad assicurare la diffusione delle informazioni e fornire un sostegno alle misure di accompagnamento. Il Programma Life + sarà aperto ad organismi, soggetti e istituzioni pubblici e/o privati, ed in particolare alle autorità nazionali, regionali e locali, agli organismi specializzati previsti dalla legislazione comunitaria, alle organizzazioni internazionali, per azioni negli Stati membri e nei paesi terzi beneficiari, alle organizzazioni non governative.
Life + entrerà ufficialmente in vigore probabilmente a partire dal settembre 2007. In autunno è previsto anche il lancio del primo invito a presentare proposte per l'ottenimento di contributi. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito ufficiale del DG Ambiente della Commissione europea.

fonte: Coopération Bancaire pour l'Europe

Industrial Automation Services

Il più importante corso internazionale relativo al processo di laminazione piana (IRTC) - organizzato dall’Industrial Automation Services. IAS - si svolgerà quest’anno nella bella città di Firenze durante il primo finesettimana di maggio.Obiettivo dell’incontro è spiegare le più importanti caratteristiche di questo processo, allo scopo di guidare a stimolare i singoli nella risoluzione delle problematiche specifiche delle diverse aree di competenza. Il corso è pensato per i tecnici impiantisti e gli ingegneri operanti nel design, nella manutenzione e nel miglioramento dei moderni impianti automatici di laminazione.Il corso verrà da relatori che, complessivamente, hanno 120 anni di esperienza teorica e pratica nel design e nell’implementazione dei sistemi di controllo, dei modelli di laminatoi e della strumentazione.
Per maggiori informazioni: www.indauto.com.au/irtc

fonte: edimet.it

Stabilizzazione delle co.co.co. anche a progetto

La legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007), ha definito un percorso di stabilizzazione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto che presentano forti dubbi di regolarità in relazione alla disciplina vigente.
In data 17 aprile 2007 l’Inps ha emanato la tanto attesa circolare recante le precisazioni e le istruzioni operative al fine di procedere alla stabilizzazione dei “precari”.
Destinatari della normativa - l’accesso alla procedura di stabilizzazione è consentito anche ai datori di lavoro che siano stati destinatari di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali non definitivi concernenti la qualificazione del rapporto di lavoro. Gli effetti di tali provvedimenti sono comunque sospesi fino al completo assolvimento degli obblighi quali il versamento alla Gestione Separata INPS del contributo straordinario integrativo e (attestazione dell’avvenuto versamento di una somma pari ad un terzo del totale dovuto) e il deposito presso le competenti sedi INPS, per ciascun lavoratore coinvolto, degli atti di conciliazione unitamente ai contratti di lavoro.
L’Istituto ricorda che l'accordo sindacale comprende la stabilizzazione delle posizioni di tutti i lavoratori per i quali sussistano le stesse condizioni dei lavoratori la cui posizione sia stata oggetto di accertamenti ispettivi.
Si ritiene che possano accedere alla predetta procedura anche quei datori di lavoro che, pur non essendo stati destinatari dei provvedimenti di cui sopra, valutata la “vera” natura del rapporto che li lega ai propri collaboratori, vogliano procedere alla stabilizzazione dei rapporti in essere.
Accordi sindacali - i committenti - datori di lavoro, al fine di procedere alla regolarizzazione, entro il 30 aprile 2007 devono stipulare accordi aziendali o territoriali con le organizzazioni sindacali aderenti alle associazioni nazionali comparativamente più rappresentative. Nell'accordo sindacale dovrebbero essere indicati la tipologia di contratti di lavoro subordinato utilizzare ai fini della stabilizzazione.
Tipologia dei contratti di lavoro subordinato - vista la formulazione del comma 1210 che così recita "i contratti di lavoro subordinato (...) prevedono una durata del rapporto di lavoro non inferiore a ventiquattro mesi", non è escluso che si possa far ricorso a contratti c.d. flessibili quali il part-time (in assenza di particolari disposizioni ostative) o il contratto a tempo determinato. In ogni caso, il contratto di lavoro subordinato susseguente alla stabilizzazione non può avere una durata inferiore a 24 mesi. Sarebbe comunque opportuno un intervento chiarificatore del Ministero del Lavoro in merito.
No al contratto a chiamata - a riguardo, bisogna ricordare che recentemente il Ministero del lavoro, con la nota n. 25/I/0004081 ha precisato che la stabilizzazione non può avvenire con il ricorso al contratto di lavoro a chiamata. Infatti, tale tipologia contrattuale, pur riconducibile alla categoria del lavoro subordinato, proprio per il suo “carattere” intermittente, paradossalmente potrebbe comportare una diminuzione di tutela per il lavoratore.
Atti di conciliazione individuali - i lavoratori interessati alla trasformazione dovranno sottoscrivere atti di conciliazione individuali conformi alla disciplina prevista dagli articoli 410 e 411 del Codice di procedura civile. In poche parole la conciliazione potrà essere esperita sia in sede sindacale, con successivo deposito dell’atto presso la Direzione provinciale del lavoro competente per territorio, sia in via amministrativa ovvero direttamente presso la stessa Direzione provinciale del lavoro.
Benefici economico-normativi - se il rapporto instaurato è a tempo indeterminato trovano applicazione i benefici (economici, normativi e contributivi) previsti dalla legislazione vigente (ad esempio il c.d. taglio del cuneo fiscale).
Contributo straordinario - la validità della procedura è subordinata, tra l’altro, al pagamento di una somma alla gestione separata dell’INPS (art. 2, comma 26, della legge n. 335/1995), a titolo di contributo straordinario integrativo finalizzato al miglioramento del trattamento previdenziale. La somma è pari alla metà della quota di contribuzione a carico del committente per i periodi di vigenza della collaborazione coordinata e continuativa anche a progetto.
L’Inps con la predetta circolare precisa che i datori di lavoro devono versare subito una somma pari ad un terzo del contributo straordinario, come sopra determinato, ed insieme all’attestazione
dell’avvenuto versamento depositano, presso la competente sede dell’Istituto, gli atti di conciliazione ed i contratti stipulati con ciascun lavoratore interessato.
Per la parte restante del contributo dovuto i datori di lavoro sono autorizzati a provvedere in trentasei ratei mensili successivi. Qualora i datori di lavoro non provvedano ai versamenti di cui sopra si applicano le sanzioni previste dalla normativa vigente in caso di omissione contributiva.
Mod. F24 - al versamento della somma pari ad un terzo del contributo straordinario i datori di lavoro devono provvedere tramite il modello F24, indicando come “causale contributo” nella sezione INPS il codice EMCO, il CAP seguito immediatamente dal comune di residenza della sede legale (cinque caratteri numerici e dodici alfanumerici) e come periodo di riferimento, soltanto nella prima colonna, il mese del versamento e l’anno, e, infine, l’importo a debito versato.
Emens - l’Istituto si riserva di fornire ogni utile indicazione per la comunicazione dei dati necessari all’implementazione della posizione assicurativa nella Gestione separata dei singoli lavoratori interessati (flusso e-mens) attraverso l’acconto nonché le successive trentasei rate del contributo straordinario.
Istanza di stabilizzazione – entro il 30 settembre 2007 il datore di lavoro dovrà presentare presso la sede Inps competente per territorio la comunicazione di stabilizzazione utilizzando la modulistica fornita dall’Istituto (allegato 2 alla circolare) allegando : copia dei nuovi contratti stipulati con ciascun lavoratore, copia degli atti di conciliazione sottoscritti con ciascun lavoratore, attestazione del versamento della somma pari ad un terzo del contributo straordinario. Contestualmente, sottoscrivendo la comunicazione il datore di lavoro si impegna a corrispondere la restante parte del contributo straordinario in trentasei rate mensili, ciascuna di importo pari ad euro fino al raggiungimento del totale del contributo straordinario dovuto.
Effetti della stabilizzazione - l’atto di conciliazione che dovrà essere dunque stipulato nelle “sedi protette” (Direzioni Provinciali o sedi sindacali) è inoppugnabile e produce effetti sia sulla parte economica, che su quella contributiva, ed, infine, su quella risarcitoria per il periodo pregresso. Dal punto di vista degli obblighi di natura contributiva, assicurativa e fiscale, l’effetto è quello dell’estinzione dei relativi reati, nonché di tutte le eventuali sanzioni connesse al versamento delle imposte, contributi e premi oltre che alla predisposizione e presentazione delle relative denunce. Il periodo pregresso sanato con la conciliazione non potrà altresì essere oggetto di futuri accertamenti fiscali e contributivi

fonte: consulenzalavoro.it

Tartarughe in difficoltà per il troppo caldo quattro soccorse nelle acque della Liguria

Le hanno avvistate in punti diversi della costa ligure. Se ne stavano a pelo d'acqua, apparentemente in difficoltà, come smarrite. Le tartarughe caretta-caretta soccorse nelle acque liguri - ben quattro esemplari in cinque giorni - adesso sono all'Acquario di Genova dove saranno sottoposte a cure specialistiche. Tutta colpa dei mutamenti climatici, del caldo eccessivo che "blocca" la migrazione delle testuggini. E' da mercoledì scorso, in effetti, che giungono segnalazioni di pescatori e diportisti da punti diversi della costa, da Pegli, da Savona e da Genova. L'ultima tartaruga è stata recuperata dai marinai della Capitaneria di Porto nelle acque al largo di Capo Nero, sembrava in grave difficoltà e nell'impossibilità di nuotare. Se si guarda agli ultimi mesi i numeri sono preoccupanti. Da febbraio a oggi sono circa una dozzina, quasi tutte femmine, le testuggini recuperate nel Mar Ligure, molte appartengono alla specie 'caretta-caretta'. Di queste, tre sono state ritrovate già morte mentre le altre nove sono state portate all'Acquario di Genova. Qui vengono nutrite e curate, ma anche analizzate perché gli erpetologi stanno cercando di capire le ragioni e le conseguenze di questo fenomeno. "Si tratta di una situazione assolutamente anomala - spiegano all'Acquario - soprattutto se si considera che nella stagione invernale il numero delle tartarughe segnalate nei nostri mari è praticamente nullo". Gli esperti ritengono che la causa sia da ricercare nei cambiamenti climatici e nel generale riscaldamento del mare. "Mediamente - racconta Fabio Mattioli, erpetologo - la temperatura dell'acqua nella stagione invernale si aggira attorno ai 12/13 gradi; negli ultimi due mesi non è invece mai scesa sotto i 19 gradi. Ciò comporta evidentemente un cambiamento nelle abitudini migratorie dei chelonidi che in passato si spostavano nel sud Mediterraneo all'inizio dell'inverno e tornavano al nord a giugno. Ora hanno forse scelto di anticipare i tempi oppure di non spostarsi affatto". Il numero delle segnalazioni è tanto più rilevante se si considera che in questo periodo dell'anno le barche dei diportisti che solcano il mare non sono molte: che siano in tanti ad aver avvistato le tartarughe rende il dato ancora più significativo.

Per il momento non è ancora stato possibile verificare se l'anomalia termica di questo mancato inverno abbia causato problemi alla salute della tartarughe, che hanno l'aria di stare bene. "Mancano analisi scientifiche e dati statistici - precisa Mattioli - ma possiamo ipotizzare conseguenze di tipo biologico. La loro salute non sembra essere in pericolo, ma i ritmi della loro vita potrebbero cambiare".

fonte: repubblica.it

Online e «verde»: il nuovo trend dell'editoria

Usa Today annuncia che inizierà a utilizzare i contenuti prodotti dalla start up «Politico», una sorta di esperimento editoriale online messo su da «vecchi» giornalisti della carta (dal Times al Washington Post). L’operazione di cui parla oggi CNet è inedita e rende bene quell’idea di convergenza mediatica tra vecchio e nuovo di cui parlò Murdoch in un discorso agli editori che fece epoca. Politico produrrà un minimo di 15 articoli settimanali per la versione web di alcuni celebri quotidiani, senza disdegnare, di tanto in tanto, la carta stampata. Dall'altra parte c'è il Los Angeles Times che annuncia l'imminente taglio di 150 posti di lavoro. E intanto i giornali, in pieno ripensamento, inseguono la tendenza ambientalista, con l’aiuto della rete.
AMBIENTALISMO IN DIVENIRE - Verdi per moda o per profonde convinzioni, verdi perché è una delle ultime grandi battaglie ideologiche o perché fa trendy mangiare, vestirsi e pettinarsi secondo le regole dell’economicamente sostenibile o ancora per un senso di colpa degli umani nei confronti del pianeta? Forse c’è un po’ di tutto questo, ma certamente l’ambientalismo seduce ed è stato sdoganato da movimento per pochi adepti che manifestano abbracciati agli alberi. L’ecologia inizia a parlare il linguaggio del business e i media se ne stanno accorgendo. Il National Geographic propone Green.NationalGeographic.com, sito dove ogni giorno duecento corrispondenti seguono le news sull’ambiente da ogni parte del mondo. Ma il prestigioso magazine non è l’unico e interessanti esempi di questa inclinazione vengono anche da testate tradizionalmente estranee a questi contenuti.
SPRIG.COM – L’ultima iniziativa del braccio online del Washington Post, il Washingtonpost.Newsweek Interactive, è Sprig.com, dedicato alle donne ambientalmente consapevoli. La schiera delle testate che pensano, pubblicano e pubblicizzano verde è folta e conta nomi importanti, mentre il numero di agenzie pubblicitarie che si rivolge a prodotti ecologicamente responsabili sta crescendo a dismisura. Questa è la tendenza americana celebrata oggi dal New York Times e confermata dagli analisti di Forrester Research, che prevedono nel futuro una vera e propria esplosione. E per catturare quell’anima ecologica che è in quasi tutti noi c’è una vera e propria corsa all’offerta di soluzioni: manicure e pedicure eco-friendly, cucina ecologica, video dimostrativi sul modo di vivere una green life. Sprig ha al suo attivo già 100 mila abbonati ed è nato grazie alla volontà del presidente e Ceo del Washington Post, Donald E. Graham, che ha creato ben quattro siti in tema che si stanno rivelando vere macchine da soldi.
LA PUBBLICITA’ – Tra le start up pubblicitarie verdi ci sono i marchi e le idee più curiose, come dimostra la storia di Clorox Company, che abbina insalate biologiche a vestiti vintage eco-sostenibili. Certo potrebbe essere una moda e bisogna mettere in conto il rischio di investire consistenti cifre di denaro seguendo un effimero effetto tendenza. Ma, avvertono gli analisti, internet offre l’opportunità di affrontare il tema ambiente in modo alternativo, più accattivante e più leggero rispetto al passato. Chi salverà i giornali? Forse l’ambiente?

fonte: corriere.it

lunedì 23 aprile 2007

Damiano: subito aumenti per le pensioni più basse

Si apre il confronto sulle pensioni. A maggio, subito dopo la festa dei lavoratori, il governo presenterà al tavolo del welfare le sue proposte. "Per noi - precisa il ministro del Lavoro, Cesare Damiano - la priorità è costituita dalla rivalutazione delle pensioni più basse, calcolate sulla base dei contributi versati". Un approccio soft e graduale, dunque, favorito dalla disponibilità dell'extragettito strutturale da 10 miliardi di euro (il cosiddetto tesoretto), 2,5 dei quali - secondo la strategia del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa - andrà proprio a finanziare gli interventi sullo stato sociale, lasciando ai restanti 7,5 miliardi il compito di contenere il deficit all'interno dei parametri europei. Padoa-Schioppa ha ottenuto il via libera dell'Ecofin sul suo piano, ma ora dovrà fare i conti con le richieste provenienti dalla sinistra della maggioranza. Ieri Rifondazione e Verdi sono tornati all'attacco. "Una verifica di governo sarebbe impropria - ha detto il segretario del Prc, Franco Giordano - ma il problema si pone perché l'utilizzo del tesoretto prospettato da Padoa-Schioppa è insoddisfacente". Da qui l'annuncio di "un confronto molto duro e determinato perché è arrivata la stagione del risarcimento sociale". Pure i Verdi, con il capogruppo alla Camera, Angelo Bonelli, chiedono un chiarimento "perché non può essere certo l'Ue a condizionare le politiche economiche, sociali, ambientali del nostro paese".

Le prime mosse per la redistribuzione dell'extragettito saranno fatte a giugno, quando, in particolare, sarà noto l'andamento dell'autotassazione. A quel punto le risorse a disposizione potrebbero anche essere superiori (tra i tecnici c'è chi stima una cifra intorno ai 4-5 miliardi). Sul tappeto l'ipotesi di un decreto legge, seguendo le priorità indicate da Damiano. L'intervento sull'Ici, invece, è destinato a slittare. Per aumentare le pensioni basse (non quelle minime che hanno natura assistenziale e non previdenziale) potrebbero essere utilizzati 1-1,5 miliardi. Ed è chiaro che saranno proprio le risorse a fissare i confini della platea dei beneficiari. Un altro miliardo servirà a innalzare l'indennità di disoccupazione dall'attuale 50 per cento dell'ultima retribuzione al 60 per cento. Il restante - nel piano del governo - dovrà servire a incentivare (probabilmente con la leva fiscale) la contrattazione di secondo livello (aziendale o territoriale), legata alla produttività. L'approccio soft dovrebbe portare anche a sostituire lo scalone che dal primo gennaio del 2008 innalza l'età minima per la pensione di anzianità dagli attuali 57 anni a 60. Arriveranno alcuni scalini che progressivamente (da 58 in su) alzeranno l'età o di un anno ogni due, oppure di un anno ogni diciotto mesi. Tende a stemperarsi, infine, lo scontro sui coefficienti di trasformazione: fino al 2015 non avranno effetti e si rafforza la tesi di chi propone di congelare per un po' l'argomento.

fonte: repubblica.it

sabato 21 aprile 2007

Tutela dell'ambiente, ecoreati nel Codice penale

Verrà a breve presentato in Consiglio dei Ministri, su proposta del MinAmbiente e del Ministro della giustizia, un provvedimento volto ad introdurre nel Codice penale disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente.Il provvedimento, sulla scorta degli esempi tedesco e spagnolo, mira ad introdurre nel sistema penale nazionale un sistema organico di disposizioni volte a superare la pluralità di norme disomogenee sparse in numerosi testi legislativi, con conseguenti difficoltà di interpretazione. Il Ddl, fondamentalmente, integra il libro II del Codice penale dedicato ai delitti contro l'incolumità pubblica aggiungendo un apposito Titolo VI bis: "Delitti contro l'ambiente".

fonte: reteambiente.it

Il Ministero dell'Ambiente lancia www.casarinnovabile.it per promuovere il nuovo Conto Energia

Per divulgare la semplicità di accesso ai contributi e le potenzialità del nuovo Conto Energia, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha lanciato sul web il nuovo portale internet dedicato, www.casarinnovabile.it : una vera e propria guida on line con tutte le informazioni utili rivolte alle famiglie e alle aziende che vogliono avvalersi dei contributi o che sono ancora indecisi e cercano informazioni chiare, semplici e precise. L’obiettivo è quello di informare i consumatori sulle opportunità offerte dal Conto Energia, il nuovo sistema di incentivi statali rivolti a famiglie ed aziende per l’installazione di impianti fotovoltaici, fornendo un utile supporto a coloro che sceglieranno il solare per diventare produttori autonomi di energia elettrica pulita, contribuendo concretamente alla lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici, rendendo più leggera la propria bolletta e realizzando un investimento sicuro.“Il sole è una straordinaria fonte di energia – ha commentato il ministro Alfonso Pecoraro Scanio – infinita, pulita e gratuita, ma in Italia, il paese del sole, è ancora poco sfruttata. E’ per superare questo paradosso che mi sono fortemente impegnato a promuovere la diffusione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia solare. I cittadini e le nostre imprese, da semplici consumatori di energia possono trasformarsi in produttori. In questa direzione – ha concluso Pecoraro Scanio – va il nuovo Conto Energia: un passo semplice e importante per aiutare l’ambiente e risparmiare.”Attraverso un breve percorso tematico, la sezione dedicata al nuovo Conto Energia spiega in pochi semplici passi le modalità di accesso agli incentivi, i vantaggi e le differenti soluzioni rivolte agli utenti e fornisce tutti i contatti utili per qualsiasi tipo di esigenza. Nella sezione Casa Ecologica, invece, saranno disponibili utili suggerimenti su come risparmiare energia seguendo alcuni pratici accorgimenti, contribuendo così ad un mondo più pulito attraverso scelte sostenibili.Il meccanismo del nuovo Conto Energia è molto semplice: dopo l’installazione dell’impianto, tutta l’energia fotovoltaica prodotta sarà acquistata dal Gestore Servizi Elettrici (GSE) ad un prezzo pari a quasi tre volte quello normalmente speso per la fornitura dalla rete elettrica. Il Conto Energia, quindi, è un vero e proprio investimento che consente a chi installa un impianto fotovoltaico nella propria abitazione o azienda di ottenere una rendita finanziaria fino ad un massimo dell’8% annuo per 20 anni. Ad esempio, installando un impianto di 1,5 Kw del costo di 11.000 € (ammortizzabili in 6-10 anni) si può arrivare a raddoppiare l’investimento, ottenendo dopo 20 anni un guadagno di circa 12.000 €. E il guadagno continua anche dopo la scadenza ventennale degli incentivi statali. Il decreto prevede inoltre ulteriori incentivi, tutti immediatamente disponibili, del 30% se si ristruttura ecologicamente la propria abitazione in base alle regole di risparmio energetico e di un altro 5% se la ristrutturazione prevede la rimozione del pericolosissimo eternit. Tutto questo, con il vantaggio di aver eliminato i legacci della burocrazia, le contorte graduatorie e reso semplice l’accesso ai benefici previsti. Senza tralasciare il significativo contributo alla lotta contro l’emergenza ambientale: una delle principali cause dei cambiamenti climatici, infatti, è il crescente utilizzo di fonti fossili, come petrolio, carbone e gas, ancora troppo spesso preferite alle energie rinnovabili.

fonte: minambiente.it

UE: COLDIRETTI, LA PLASTICA COLTIVATA IN ITALIA È L'INVENZIONE DELL' ANNO

Il premio inventore europeo dell'anno è stato assegnato per la progettazione e la realizzazione Made in Italy delle prime nuove bioplastiche da fonti rinnovabili di origine agricola stabilmente entrate nel mercato e che potrebbero evitare nell'Unione Europea la dispersione nell'ambiente ogni anno di un milione di tonnellate di plastica, ridurre di 1,4 milioni di tonnellate le emissioni di anidride carbonica e risparmiare 700mila tonnellate di petrolio, solo sostituendo i normali sacchetti della spesa in plastica.È quanto afferma la Coldiretti nel commentare con soddisfazione l'assegnazione del premio istituito congiuntamente dalla Commissione UE e dall'Ufficio Europeo dei Brevetti a Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont, con cui l'organizzazione degli imprenditori agricoli sta attivamente collaborando. L'innovazione - spiega la Coldiretti - riguarda la progettazione di una serie di brevetti depositati, sviluppati negli anni 1992-2001 per materiali in grado di utilizzare componenti vegetali come gli amidi preservandone la struttura chimica generata dalla fotosintesi clorofilliana attraverso un processo di complessazione dell'amido con agenti in grado di generare sovrastrutture molecolari capaci di generare un'ampia gamma di proprietà d'uso e di biodegradare naturalmente in diversi ambienti. E l'Italia, con l'accordo raggiunto tra Coldiretti e Novamont sulla prima bioraffineria Made in Italy dispone di una realtà unica al mondo nel suo genere, che apre a nuove applicazioni nel campo degli intermedi chimici con l'utilizzazione di amido di mais e oli vegetali grazie a un nuovo insediamento produttivo localizzato a Terni e integrato nel territorio in grado di utilizzare le risorse naturali di origine agricola locali. Un contributo concreto dell'agricoltura alla riduzione dell'inquinamento ambientale con le bioplastiche che - sostiene la Coldiretti - sono una autentica espressione delle nuove opportunità che offre l'agricoltura per lo sviluppo sostenibile, in una moderna società post industriale, di fronte alla crescente domanda di sicurezza alimentare e ambientale dei cittadini. In prospettiva grazie alla nuova tecnologia, con materiali biodegradabili di origine agricola comunitaria coltivati su una superficie di meno di 3 milioni di ettari a granoturco e girasole, appena l'1,5 per cento della superficie coltivata nell'Unione a 27 Paesi, è possibile - sottolinea la Coldiretti - sostituire i circa 100 miliardi di sacchetti di plastica che si consumano ogni anno in Europa e che sono in maggioranza importati da paesi asiatici come la Cina , Tailandia e Malesia. Per decomporre i sacchetti di plastica tradizionali occorrono almeno 200 anni con un effetto inquinante sull'ambiente che - continua la Coldiretti - si aggiunge alla emissione di gas ad effetto serra destinato ad influenzare negativamente il clima e al consumo di combustibile di origine fossile. Mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole sono sufficienti per produrre circa 100 bustine di bioplastica non inquinante (bio shopper) con un effetto ambientale che - precisa la Coldiretti - giustifica l'attuale differenza di costo di pochi centesimi e che tende progressivamente a ridursi (8 centesimi per il sacchetto biodegradabile rispetto ai 5 di quello in plastica tradizionale). In Italia si consuma oltre un quarto del totale dei sacchetti di plastica dell'Unione Europea e per questo la Coldiretti ha avviato con la Novamont un progetto di filiera con il coinvolgimento dell'industria e della distribuzione commerciale per lo sviluppo delle bioplastiche ottenute dalle coltivazioni nazionali, al fine di sostituire totalmente i sacchetti inquinanti entro il 2010.

fonte: ambiente.it

La posizione italiana sul Libro Verde della Commissione Europea sulla modernizzazione del diritto del lavoro

Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha presentato alla Commissione Europea il contributo del Governo italiano sul Libro Verde sulla modernizzazione del diritto del lavoro.Il documento, che è stato elaborato tenendo conto del dialogo tra Governo e parti sociali, vuole valutare l’impatto che eventuali modificazioni alla legislazione in tema di lavoro avrebbero nella promozione della flessicurezza nei rapporti di lavoro.La riflessione, dunque, sottolinea come il dialogo con le parti sociali rivesta un ruolo essenziale per il miglioramento del panorama lavorativo e come la flessibilità abbia determinato aspetti positivi (quali l’incremento dell’occupazione) e negativi (quali la precarietà dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani e le donne).
La legislazione italiana, quindi, si muove nella direzione della stabilizzazione dei rapporti di lavoro: “Per evitare che la flessibilità si traduca in precarietà – si legge nel documento - occorre che i lavori non standard vengano resi sostenibili sia attraverso un’adeguata regolazione legislativa e contrattuale che con lo sviluppo delle protezioni sul mercato del lavoro e di incentivi finalizzati alla loro trasformazione in rapporti a tempo indeterminato”.
Le riflessioni del Libro VerdeUn mercato del lavoro flessibile e inclusivo
1. Vanno considerati prioritari in questa fase, da un lato, l’estensione dei diritti e delle protezioni sociali ai lavoratori no standard e, dall’altro, la realizzazione di un efficace sistema di ammortizzatori sociali, di politiche attive del lavoro e di formazione, finalizzati al reimpiego in lavori stabili.
2. La segmentazione del mercato del lavoro può essere ridotta attraverso un miglior equilibrio tra flessibilità e sicurezza in modo da rendere la prima più sostenibile grazie ad efficaci tutele nel rapporto di lavoro e sul mercato del lavoro. A questo fine il ruolo delle parti sociali è fondamentale.
3. La regolamentazione esistente, di natura legislativa e contrattuale, avendo già incorporato importanti elementi di flessibilità non costituisce un ostacolo ai cambiamenti resi necessari dal nuovo contesto internazionale.
4. Il contratto a tempo indeterminato è la forma comune del rapporto di lavoro e tale deve restare, come riconoscono le Parti Sociali europee. Il Governo italiano si colloca in questa prospettiva promuovendo la stabilizzazione dei rapporti di lavoro in modo da favorire i contratti a tempo indeterminato.
Modernizzare il diritto del lavoro
5. Transizioni professionaliOccorre operare per facilitare le transizioni professionali di tutti i lavoratori creando una rete di protezioni sul mercato del lavoro che combini sostegni al reddito, politiche attive del lavoro e formazione continua, con la corresponsabilizzazione delle parti sociali anche per quanto riguarda l’allocazione delle risorse.
6. La formazione ha un ruolo cruciale lungo tutto l’arco della vita lavorativa. Essa dovrebbe essere riconosciuta come un diritto individuale, la cui esigibilità va garantita per via legislativa e contrattuale. L’investimento in formazione rappresenta un fattore di competitività per le imprese e un’opportunità di crescita professionale e personale per i lavoratori. Vanno quindi sostenute le iniziative bilaterali che corresponsabilizzino le parti sociali nella promozione della formazione.
Insicurezza giuridica
7. Sono da condividere tutte le iniziative che portino a smascherare il falso lavoro autonomo.Il concetto di “lavoro economicamente dipendente” è di indubbio interesse ma, tenuto conto della diversità e della complessità delle realtà nazionali in questo campo, appare difficile pervenire a definizioni univoche a livello europeo di questo tipo di lavoro.
8. Alla luce della Carta di Nizza la risposta non può che essere positiva. Il “nucleo di diritti” esteso a tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro contratto di lavoro, deve riguardare sia le condizioni di lavoro che la tutela sul mercato del lavoro. L’esistenza di questi diritti favorisce la qualità del lavoro e rende più facilmente praticabili e sostenibili le transizioni professionali.
Rapporti di lavoro triangolari9. La risposta è positiva. La legislazione italiana prevede già la corresponsabilità dell’appaltante e dell’appaltatore.
10. Anche in questo caso la risposta è affermativa. La legislazione italiana prevede parità di trattamento e la non discriminazione fra questi lavoratori e la corresponsabilità dell’agenzia fornitrice e dell’azienda utilizzatrice. E’ comunque auspicabile che la Commissione presenti un progetto di Direttiva sul lavoro interinale per creare un quadro di riferimento armonizzato a livello europeo.
Organizzazione dell’orario di lavoro11. I più recenti progetti di revisione della Direttiva sul tempo di lavoro incorporano sufficienti elementi di flessibilità. Occorre tuttavia eliminare la clausola dell’opt-out sia pure nell’ambito di un periodo di tempo definito mentre va ribadita la centralità della contrattazione collettiva in materia di orario.
Mobilità dei lavoratori12. In via di principio una definizione comune di “lavoratore” a livello europeo appare auspicabile per assicurare un’applicazione omogenea delle normative europee, specie nella prospettiva di una maggiore integrazione dei mercati del lavoro, ma deve essere approfondita in tutte le sue implicazioni, tenendo conto delle diversità tra gli ordinamenti nazionali, anche sotto il profilo fiscale e previdenziale.Come obiettivo immediato è necessario rendere coerenti tra loro le definizioni di “lavoratore” nelle direttive europee.
Controllo dell’applicazione delle legislazioni e lavoro non dichiarato13. Anche in questo caso la risposta è positiva. La Commissione dovrebbe proporre misure rafforzative delle cooperazioni in essere tra le Amministrazioni degli Stati Membri per controllare più efficacemente il rispetto delle normative comunitarie in materia di lavoro specie per quanto riguarda i distacchi e l’entrata in vigore della Direttiva Servizi. Le parti sociali vanno incoraggiate a dare il loro contributo in questa direzione.
14. La lotta al lavoro non dichiarato va considerata tra gli impegni prioritari dell’Unione Europea sia per quanto riguarda il sostegno alle politiche di contrasto e di emersione messe in campo dagli Stati Membri che per gli aspetti legati ai movimenti transfrontalieri di lavoratori. C’è qui una dimensione sovranazionale del problema di cui l’Unione deve farsi carico integrando l’azione degli Stati Membri.
La posizione italiana sul Libro Verde della Commissione Europea sulla modernizzazione del diritto del lavoro Scarica il documento completo in formato .Pdf

fonte: consulenzalavoro.it

L'acqua è un bene di tutti

Appena due mesi dopo Bamako, le celebrazioni per il primo decennio dall'entrata in vigore della Convenzione Onu sulla desertificazione che, oggi, è la più ratificata al mondo, con 191 Paesi aderenti, oltre 100 piani nazionali e quasi 300 conferenze specifiche. Tuttavia, i risultati concreti per la vita delle persone risultano insufficienti, scarsi i fondi attivati, debole il coinvolgimento dei movimenti sociali, apparentemente inarrestabile il degrado del suolo. «Occorre che l'Onu – ha affermato Valerio Calzolaio, consulente italiano dell'Unccd (United Nations Convention to Combat Desertification) a margine della tavola rotonda sul tema tenutasi a Roma recentemente – dichiari solennemente e ufficialmente che l'acqua è un bene comune e che ogni essere vivente ha il diritto di approvvigionarsene». Tale riconoscimento, infatti, dovrebbe impegnare i decisori ad agire di conseguenza, facendo però attenzione ad evitare di considerare l'acqua come «merce» e, pertanto, sottometterla ad interessi particolaristici e azioni a vantaggio dei privati e non del pubblico. Un primo passo, ma ancora non sufficiente. La comunità internazionale deve anche farsi carico di quelli che vengono oggi chiamati «profughi ambientali»: si tratta di uomini, donne e bambini che abbandonano il proprio Paese, non a causa della povertà originaria, ma di deterioramento e impoverimento dell'ambiente. Secondo stime ufficiali, se il problema desertificazione non verrà affrontato in modo operativo, i profughi ambientali saranno 250 milioni. Un numero enorme di disperati alla volta dei Paesi industrializzati. Come si potrà accoglierli? E con quali risorse?Non tutti sanno che la desertificazione coinvolge anche quei Paesi che, pur essendo ricchi (e quindi impegnati nella lotta al fenomeno), ne sono minacciati. Sul territorio italiano sono state individuate diverse regioni a rischio e, in particolare, la Basilicata, la Calabria, la Puglia, la Sardegna e la Sicilia. Ma non solo. L'area intorno al Po è afflitta dalla siccità e il problema è estremamente preoccupante se si considera che una significativa parte della produzione agricola e zootecnica avviene in quell'area. L'Italia ha un suo piano nazionale contro la siccità e la desertificazione già da circa 10 anni, in attuazione della Unccd; tuttavia tale documento è stato spesso trascurato e necessiterebbe oggi di un aggiornamento.

fonte. vglobale.it

Catania, una domenica ecologica

Chiusura al traffico privato del centro storico della città, dalle 8 alle 14, ma anche occasioni di svago, spettacoli e iniziative culturali. Dopo l'appuntamento del 25 marzo, il Comune di Catania ha adottato per domenica prossima una serie di provvedimenti relativi alla circolazione in occasione della 'Domenica Ecologica'. L'area interessata all'iniziativa è delimitata dal perimetro che delimita la zona a traffico limitato (carreggiata sud di piazza Roma , viale Regina Margherita, viale XX Settembre, via Oberdan, via Cosentino, via Puccini, via Biondi, via Coppola, via A. San Giuliano, via Ventimiglia, piazza Cutelli, via Vittorio Emanuele, piazza Duomo, via Santa Maddalena, via Garofano, via Cappuccini, piazza Borsa, via S. Euplio, largo Paisello, via Cimarosa, via Tomaselli, piazza Roma).Nell'ambito della manifestazione sono previste attività sportive non agonistiche, passeggiate guidate ai monumenti e musei cittadini, attività ludiche per i bambini nei parchi. "La nostra città - afferma il sindaco Umberto Scapagnini - non risente in maniera grave dell'inquinamento da gas di scarico o da polveri sottili, come la stessa Legambiente ha recentemente riconosciuto, ma è ugualmente importantissimo un momento che prevede la limitazione del traffico veicolare nelle nostre strade. Oltre a un indubbio, ulteriore miglioramento della qualità dell'aria, catanesi e turisti potranno godersi ancora meglio le nostre bellezze utilizzando una dimensione più umana e meno caotica".

fonte: lasicilia.it

Svelato il segreto delle onde di Maverick

Proprio a poche settimane di distanza dall’annullamento del Mavericks Contest 2007 (la celebre gara di surf che ogni anno si tiene appunto a Maverick, nei pressi della Half Moon Bay a sud di San Francisco, in California) a causa dell’assenza delle incredibili onde giganti –arrivano anche a 15 metri di altezza – che da sempre fanno la gioia degli appassionati della tavola, ecco la notizia della scoperta del segreto di questo paradiso dei surfisti.
LA SCOPERTA – Grazie all’uso di onde sonore un team di geologi è infatti riuscito a costruire delle mappe 3D in alta risoluzione del fondale marino della popolare località californiana del surf, arrivando così a capire le ragioni alla base delle straordinarie onde la caratterizzano. Come riferisce il New Scientist , i ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense hanno scoperto che è proprio la conformazione della scogliera di Maverick, estremamente scoscesa, lunga e stretta, a far sì che l’energia delle onde venga convogliata verso l’alto, causandone il rapido rallentamento.
IL FENOMENO – In pratica, via via che le onde si avvicinano alla riva, la loro base inizia a correre sul fondale, lungo questa sorta di rampa naturale, che provoca il rallentamento della parte più profonda dell'onda, su entrambi i lati della rampa, mentre la parte meno profonda continua a correre alla stessa velocità sulla parte più alta della rampa. Questa combinazione tra la diminuzione graduale e progressiva della profondità e la convergenza dell’energia data dalla conformazione della rampa, fa sì che alla fine della sua corsa l’onda s’innalzi bruscamente e ricada poi in avanti, ma solo dopo essere rimasta quasi immobile per un po’. Per la gioia di tutti i surfisti che aspettano la magia dell’onda perfetta.

fonte: corriere.it

venerdì 20 aprile 2007

20 aprile 2007, Verona: L'energia solare, risorsa per lo sviluppo sostenibile

Il convegno è organizzato dall'Associazione Nazionale dell'Industria Solare Fotovoltaica, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
Il convegno sull'energia solare è organizzato da Assosolare, Associazione Nazionale dell'Industria Solare Fotovoltaica, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
Obiettivo dell'incontro sarà offrire a tutti gli operatori del settore un'analisi del mercato del fotovoltaico e delle sue prospettive. Saranno al centro del dibattito i provvedimenti del governo, le testimonianze delle associazioni, le soluzioni delle imprese, nonché le iniziative di Assosolare stessa affinché in Italia l'energia da fonte solare diventi un'importante opportunità di sviluppo economico e di salvaguardia ambientale.
Il responsabile della Direzione Imprese di Intesa Sanpaolo Sebastiano Strumia interverrà alla tavola rotonda Industria e ambiente. Un binomio possibile a cui prenderanno parte anche il presidente di Confindustria Energia Pasquale De Vita e il vicepresidente di Confindustria con delega per l'energia Emma Marcegaglia. Interverranno al convegno anche il ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e il ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio.
Intesa Sanpaolo si impegna attivamente per favorire la diffusione delle energie alternative e il risparmio energetico delle imprese, a partire dai finanziamenti ad hoc Sanpaolo Energy e Intesa Nova Energia.
Ulteriori informazioni sono disponibili:- nel Programma del convegno;- sul sito internet di Assosolare.
L'ingresso al convegno è gratuito ma subordinato all'accesso alla Fiera di Verona, costo 10 euro. Per la clientela Intesa Sanpaolo presso la filiale ex rete Banca Intesa, nei locali della Fiera, sono a disposizione dei biglietti d'ingresso gratuiti alla Fiera sino ad esaurimento scorte.

fonte: Redazione Intesa Sanpaolo per le imprese

mercoledì 18 aprile 2007

9 maggio 2007, Ascoli Piceno: India e Italia, analisi delle potenzialità di una partnership

Presso la Sala Convegni Confindustria in Ascoli Piceno riprendono gli incontri con gli imprenditori.
Il 9 maggio 2007, alle ore 15.30, presso la Sala Convegni Confindustria in Ascoli Piceno riprendono gli incontri con gli imprenditori. Il seminario è organizzato da Confindustria Ascoli Piceno in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Carisap.
L'India contende alla Cina l'attenzione degli ambienti politici, economici e industriali in particolare. I suoi ritmi di crescita sono tra i più alti al mondo. Una politica innovativa sta modernizzando un Paese che per molto tempo non è stato oggetto di interesse. Un'incisiva riforma economica, formazione di livello elevato e il dinamismo imprenditoriale hanno consentito lo sviluppo basato anche su settori non tradizionali. La comprensione dell'emersione economica, delle dinamiche relative alla produzione e ai consumi rappresenta uno stimolo per la nostra imprenditoria decisa ad affrontare tempestivamente l'India con gli strumenti del commercio, dell'investimento, della rilocalizzazione.
Alla riflessione su questi temi e alla sensibilizzazione su un Paese che, anche per il sistema di diritto che lo caratterizza, appare più di altri rassicurante e leale, collabora "Osservatorio Asia" nel quale sono confluite risorse preziose di imprenditori e studiosi che conoscono bene il fenomeno per ricerche, analisi ed esperienze di vita vissuta.Maggiori dettagli sono contenuti nel programma del seminario >>

Luogo del seminario
9 maggio 2007 - ore 15,30 Sala Convegni Confindustria Corso Mazzini, 151 Ascoli Piceno

Informazioni
Raffaella AcciliConfindustria Ascoli PicenoTel.: 0736 273218Fax: 0736 273237
E-mail: accili@confindustria.ap.it


fonte: Redazione Intesa Sanpaolo per le imprese

martedì 17 aprile 2007

Api disorientate dai telefonini

Tutta colpa delle emissioni elettromagnetiche. Proprio così: è colpa delle radiazioni dei cellulari e degli altri gadget hi-tech se le api perdono l’orientamento e non sanno più dove devono andare per svolgere il loro compito di impollinatici.
ISTINTO IN TILT – Perlomeno questo è quanto sostenuto da un gruppo di scienziati dalla Landau University, secondo i quali l’inspiegabile scomparsa da molte regioni americane di intere colonie di api che impollinano i raccolti potrebbe essere attribuita proprio alle onde elettromagnetiche, che interferiscono con il «sistema di navigazione» degli insetti facendo loro perdere l'orientamento. In pratica le api non riescono a tornare alle arnie, dove rimangono solo la regina, le uova e le api operaie, e quindi muoiono.
PERICOLO CARESTIA - Il fenomeno – chiamato Colony Collapse Disorder (CCD) – si è verificato inizialmente negli Usa, lo scorso autunno, estendendosi poi anche all'Europa, dove recentemente è stato segnalato da numerosi apicoltori. Si stima che il versante occidentale degli Stati Uniti abbia già perso il 60 per cento delle api impollinatrici, mentre la perdita negli stati orientali sarebbe del 70 per cento. Il CCD interessa inoltre Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Grecia, Italia, Scozia, Galles e Inghilterra, anche se in alcuni casi le autorità negano l’emergenza. Come riferisce l’Independent, la questione preoccupa molto gli esperti, i quali temono che l’amore incondizionato della gente verso i telefonini e compagni finisca per interrompere il ciclo biologico di molti raccolti, causandone la scomparsa in tutto il mondo e portando alla conseguente carenza di approvvigionamenti alimentari, poiché – come sosteneva Albert Einstein – se le api dovessero scomparire, «alla specie umana resterebbero solo quattro anni di vita».

fonte: corriere.it

lunedì 16 aprile 2007

Dove, come, quanto e perché-tutte le risposte sul mini eolico

Dai costi di installazione agli incentivi, dall'energia prodotta ai risparmi sulla bolletta elettrica, tutto quello che c'è da sapere sul mini eolico nelle risposte a queste cinque domande. COSA Per mini eolico si intendono impianti di potenza fino a 20 kilowatt (per taglie più grandi la procedura diventa molto più complessa), in grado di produrre con le adeguate condizioni di vento 30-40 MWh di energia l'anno. Le torri sono solitamente inferiori ai 20-30 metri di altezza, mentre il rotore (ovvero le pale che girano) hanno generalmente un diametro di circa otto metri.
DOVE- Il mini eolico può essere installato dove il vento soffia a una velocità media di poco inferiore ai sei metri al secondo. Si prestano allo scopo le aree collinari o quelle situate in zone aperte alla circolazione dell'aria. Se nel raggio di qualche chilometro esiste già un impianto eolico di grandi dimensioni si tratta di un'importante indicazione positiva. Una prima verifica sull'intensità del vento può essere fatta consultando online la mappa della ventosità sulla Penisola sul sito www.ricercadisistema.it. Le principali aziende del settore sono comunque in grado di fornire una prima utile valutazione e di eseguire poi eventualmente un sopralluogo gratuito per un esame più approfondito. In linea di massima le regioni più avvantaggiate sono quelle meridionali e quelle attraversate dagli Appennini, mentre, salvo eccezioni, sono penalizzate Lombardia, Piemonte e Pianura Padana. Inadatte, salvo eccezioni, sono anche le aree urbane.
COME- Il problema per la diffusione del piccolo eolico è la mancanza di norme snelle e uguali in tutta Italia. "Come" dotarsi di un impianto è spesso un rebus o un calvario burocratico. Le uniche regole di valore nazionale sono quelle relative agli incentivi e fanno riferimento al decreto legge n.387/2003 come integrato dalla Delibera n.28/2006 dell'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas (il testo integrale è consultabile sul sito della Aeeg) e alla legge 239/2004. La prima norma istituisce lo scambio sul posto, la seconda regolamenta i certificati verdi (per i dettagli consultare la scheda sul sito del Gse). Particolarmente importante per la diffusione del mini eolico è stata la delibera del 2006. Prima un impianto andava dotato di costosi accumulatori per rifornire l'utente quando la forza del vento non era in grado di soddisfare il fabbisogno energetico. Il meccanismo dello scambio sul posto permette finalmente di immettere nella rete nazionale l'energia prodotta nel momento in cui questa è superiore a quanto l'utente consuma e di prenderla dalla rete nel caso opposto. I certificati verdi consentono invece di ottenere un premio in denaro per tutta l'energia prodotta (che viene divisa però in pacchetti minimi di 25 MWh annui). Si tratta di un titolo bancario che viene emesso dal Gestore dei servizi elettrici (ex Grtn) e depositato su di un conto corrente creato ad hoc dal titolare dell'impianto alla fine di ogni anno di produzione dell'impianto eolico. Attualmente (si tratta di un titolo quotato alla borsa elettrica e soggetto e oscillazioni di valore) si guadagnano circa 6290 € l'anno per ogni "pacchetto" di energia superiore a 25 MWh (il taglio minimo). Secondo le valutazioni degli analisti si tratta di un valore destinato a crescere.
QUANTO- Il prezzo di un aerogeneratore chiavi in mano, escluse le opere civili, si aggira attorno ai 50.000 euro, iva esclusa. Il costruttore solitamente si occupa di tutte le fasi, dalla consegna sul sito del cliente fino alla messa in servizio. Chi lo acquista non deve pertanto preoccuparsi degli aspetti di montaggio e installazione. Normalmente il costruttore si preoccupa anche di valutare le condizioni del sito (ventosità e condizioni ambientali) e fornisce il suo supporto in tutte le fasi di ottenimento delle autorizzazioni necessarie e per l'allacciamento alla rete Enel.
PERCHE'- Sono tre le possibili motivazioni di chi decide di dotarsi di un piccolo impianto eolico. La prima, probabilmente la spinta più forte, è quella legata al risparmio economico. Sfruttare l'energia del vento concede infatti il doppio vantaggio di tagliare la bolletta elettrica in maniera sostanziosa e di accedere al meccanismo dei certificati verdi. I circa 40 MWh l'anno di energia che è lecito attendersi dall'installazione di una torre per il mini eolico da 20 KW sono infatti in linea di massima superiori alla quantità di energia necessaria a soddisfare i consumi di agriturismi, camping, villaggi turistici, aziende di produzione e trasformazione dei prodotti agricoli, piccole imprese industriali o artigianali. "Complessivamente - ci aiuta a capire meglio Marcello Garavaglia della Blu Mini Power - nell'ipotesi di autoconsumo di un agriturismo che utilizzi 30 MWh di energia l'anno, questi percepisce dal meccanismo dei certificati 6.290 euro l'anno cui si somma il costo evitato (mancato acquisto di energia dalla rete) per circa altri 4.000 euro l'anno. Il vantaggio totale per l'agriturismo si misura quindi in 10.000 euro l'anno per i dodici anni per i quali sono riconosciuti i certificati verdi dall'anno di messa in esercizio dell'impianto. Oltre questo periodo profitterà del solo risparmio (i 4.000 euro di cui sopra)". Altra motivazione forte è poi quella etico-ambientalista. L'eolico, come tutte le rinnovabili, è una fonte a emissioni zero. La terza possibile motivazione di chi sceglie il mini eolico è collegata alla seconda. Installare una torre, in questo momento, significa avere un forte ritorno di immagine e un'importante occasione di promuovere all'esterno la propria attività.

fonte: repubblica.it

Piccole pale non crescono

Il vento c'è sempre stato, la tecnologia è da un bel po' che è matura e da circa un anno ci sono anche gli incentivi giusti. Eppure il mini eolico in Italia continua ad essere semiclandestino e ben pochi conoscono le opportunità di risparmio che questa forma di piccola produzione distribuita di energia è in grado di fornire (vedi la scheda per il dettaglio). A frenarne il decollo è soprattutto la mancanza di una normativa unica, in grado di rendere le procedure semplici e uguali in tutto il territorio. Così come avviene per il grande eolico, sono soprattutto il caos e le lungaggini burocratiche a ostacolare le potenzialità delle fonti rinnovabili. Rispetto agli impianti di taglia industriale, il mini ha infatti il vantaggio di non essere invasivo e di adattarsi bene a zone di scarso pregio paesaggistico, come aziende agricole e zone artigianali (guarda le foto). Caratteristica che permette di aggirare anche le resistenze di spesso malintese esigenze di tutela ambientale. A costringere la diffusione del mini eolico a cifre da supernicchia sono però i bastoni normativi gettati tra le ruote di chi vorrebbe abbracciare un modello energetico più sostenibile, tanto per il proprio portafoglio che per la salute del Pianeta. Parlare di eolico di piccola taglia significa riferirsi a torri alte non più di trenta metri, capaci di produrre una potenza fino a 20 kilowatt. Impianti che trovano la loro installazione ideale in aziende agricole, zone artigianali, piccoli distretti industriali, campeggi e agriturismi dove il vento soffia mediamente a una velocità di sei metri al secondo. Condizione piuttosto diffusa in molte zone appenniniche e del Mezzogiorno. Per una società o un piccolo imprenditore dotarsi di una di queste torri significa fare un investimento di circa 50 mila euro ripagabile nel giro di 5-6 anni, trasformandosi poi per un periodo altrettanto lungo in una fonte di risparmio (sulla bolletta energetica) e di guadagno (grazie al meccanismo dei certificati verdi).
Eppure si tratta di un passo che ancora in pochi fanno, con la significativa eccezione della Puglia. La forza e la costanza del vento che soffia sul tacco d'Italia ovviamente svolgono un ruolo importante, ma la discriminante rispetto al resto del Paese è un'altra. "La verità è che in nessuna altra regione installare una torre eolica è semplice come in Puglia", spiega Marcello Garavaglia, responsabile vendite della Blu Mini Power, una delle due aziende italiane leader nella produzione e commercializzazione di impianti di piccola taglia. "Solo la situazione toscana - osserva - è paragonabile a quella pugliese, con le procedure affidate ai comuni di appartenenza, ai quali è sufficiente la dichiarazione d'inizio lavori. Per il resto siamo di fronte a pratiche onerose, in continua evoluzione e di competenza delle regioni". Nella speranza di sbloccare questa situazione gli imprenditori che operano nel settore delle fonti rinnovabili e gli ambientalisti che hanno a cuore lo sviluppo dell'energia pulita hanno stretto un'alleanza, stilando un protocollo rivolto alle regioni per l'adozione di una procedura unica semplificata. "In gran parte d'Italia - ricorda Edoardo Zanchini, responsabile per le politiche energetiche di Legambiente - anche per l'installazione di una singola torre in aree prive di vincoli ambientali la procedura è tale da obbligare a studi, verifiche e approfondimenti che rendono i progetti costosissimi e comunque inutili per interventi che hanno un limitatissimo impatto sul territorio". "Le prime risposte dagli enti locali alla nostra iniziativa - spiega Zanchini - sono state incoraggianti, ma di strada da fare ne rimane ancora molta. Il primo passo sarà probabilmente l'istituzione di un tavolo di livello governativo per fissare le linee guida delle rinnovabili". Le potenzialità del piccolo eolico, per le sue stesse caratteristiche, sono difficilmente quantificabili, anche se parlare di un obiettivo di mille MW di potenza installata non appare del tutto campato in aria. Ma la preoccupazione di Legambiente non è solo di carattere ecologista. "Il nostro paese - dice ancora Zanchini - ha l'opportunità di sviluppare e diffondere brevetti, di far crescere un importante settore industriale che riguarda la meccanica, i materiali, l'elettronica e le vernici". Un meccanismo virtuoso che si è effettivamente messo in moto lì dove il mini eolico ha trovato le condizioni per svilupparsi. In Puglia, ad esempio, è nata la Jonica Impianti, cooperativa pioniera del settore e oggi detentrice di diversi brevetti, così come ha preso corpo un piccolo ma significativo indotto del settore. "Fare delle cifre è difficile, ma sicuramente si è messo in moto un circolo virtuoso dal punto di vista occupazionale e tutto su base locale in zone altrimenti spesso svantaggiate", spiega Rosario Mineo, direttore commerciale della Eneric, una Srl di Bisceglie che distribuisce e installa mini impianti eolici e che per il prossimo anno ha in preventivo l'installazione di una ventina di torri nella sola zona della Daunia. "In Puglia - dice - siamo tre o quattro imprese a svolgere questo tipo di lavoro e ognuna impiega una decina di persone. A queste vanno aggiunti poi tutti quei lavoratori che vengono coinvolti ogni qual volta si chiude un contratto: operai edili per le opere civili, geometri per i progetti, tecnici per le pratiche burocratiche, senza contare le possibilità di assunzione che si aprono per quelle aziende che grazie al mini eolico si trovano a migliorare i loro bilanci". Una dinamica che se assecondata da norme e incentivi adeguati secondo Legambiente su scala nazionale può coinvolgere qualche migliaio di persone.

fonte: repubblica.it

venerdì 13 aprile 2007

Inflazione, l'Istat conferma i dati, a marzo +1,7% rispetto a un anno fa

L'Istat conferma oggi le anticipazioni sull'inflazione a marzo quando l'indice dei prezzi ha avuto una variazione mensile di +0,2% ed una variazione di +1,7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Si tratta di un dato in calo anche rispetto alla rivelazione di febbraio, che aveva registrato un'inflazione all'1,8%. A marzo gli aumenti congiunturali più significativi sono stati rilevati per i capitoli trasporti (più 1,1 per cento) e servizi ricettivi e di ristorazione (più 0,5 per cento); variazioni nulle si sono verificate nei capitoli bevande alcoliche e tabacchi, abitazione, acqua, elettricità e combustibili, ricreazione, spettacoli e cultura e istruzione; una variazione negativa si è registrata nel capitolo comunicazioni (meno 6,3 per cento). Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli bevande alcoliche e tabacchi (più 4,3 per cento), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più 3,7 per cento) e prodotti alimentari e bevande analcoliche (più 2,4 per cento); variazioni tendenziali negative si sono verificate nei capitoli comunicazioni (meno 10,6 per cento) e servizi sanitari e spese per la salute (meno 0,7 per cento).
A livello geografico per città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice Nic si sono verificati nelle città di Palermo (più 2,4 per cento), Torino (più 2,2 per cento) e Genova (più 2,0 per cento); quelli più moderati hanno riguardato le città di Trieste e Firenze (più 1,2 per cento per entrambe) e Cagliari (più 1,3 per cento).

fonte: repubblica.it

giovedì 12 aprile 2007

A MAGGIO IN ITALIA

5° Corso di Perfezionamento Universitario in Igiene ambientale Firenze, 3 maggio - 8 giugno 2007Contaminanti ambientali nella filiera alimentare e nella risorsa idrica: rischi da esposizione emergenti, a breve e a lungo termine.Direttore Prof. Eudes Lanciotti InformazioniDomandeentro il giorno 10 aprile 2007. Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Sanità Pubblicatel.: 055/4598528 mobile: 320-4339478 fax 055/4598935 eudes.lanciotti@unifi.it

Qualità: i contenuti e le metodologie della Norma ISO 9001:2000Milano, 7-8 maggio 2007 Il Corso offre una spiegazione particolarmente dettagliata dei requisiti della Norma ISO 9001:2000, la cui conoscenza costituisce un requisito essenziale per una gestione aziendale orientata alla Qualità.InformazioniCertiquality srlArea Formazionetel. 02/80691780 fax 02/80691711
www.certiquality.it

Biogas da frazioni organiche di rifiuti solidi urbani in miscela con altri substrati Milano, 7-10 maggio 2007Sede: Politecnico di MilanoCorso di aggiornamento post-lauream organizzato da Politecnico di Milano - DIIAR.Direttore del corso Renato Vismara.
Informazioni www.diiar.polimi.it/diiar/index.asprenato.vismara@polimi.it

Terra Futura Firenze, 18- 20 maggio 2007 Sede: Fortezza da Basso V edizione della mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale.Edizioni Ambiente sarà presente con un suo stand.
Informazioni www.terrafutura.it

Energethica Genova, 24-26 maggio 20072° Salone dell'energia rinnovabile e sostenibile.
Informazioni www.energethica.it/home_IT.htm

fonte: reteambiente.it

Gas - Comprare genuino, comprare consapevole

Nell'era della globalizzazione è forse bizzarra l'idea di pensare ai propri acquisti in una maniera nuova che rivaluti il senso della condivisione fra amici e vicini e che riconduca ai «sapori» di una volta? Alcuni gruppi di persone hanno avviato un'esperienza legata alla volontà di effettuare acquisti in maniera consapevole e solidale attraverso la costituzione di Gruppi di Acquisto Solidale (Gas).In Italia sono censiti un centinaio di gruppi, mentre in Puglia se ne contano (dagli archivi della rete dei Gas) 10 di cui 5 a Bari e provincia, 1 a Foggia, 1 a Brindisi, 1 a Lecce e 2 a Taranto.Da qualche mese è nato un nuovo gruppo nella provincia di Bari, a Canosa di Puglia, che comincia a muovere i suoi primi passi con questa nuova concezione di fare la spesa.Il Gas rappresenta l'alternativa al sentimento di solitudine e di frustrazione che il consumatore avverte dinanzi al potere dilagante delle multinazionali. Esso riunisce individui che tentano di riappropriarsi della capacità di scelta dei prodotti, liberi dai condizionamenti indotti dalla pubblicità o dal valore evocativo di status symbol del prodotto. Un gruppo d'acquisto solidale, in sintesi, è un gruppo di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all'ingrosso beni di uso comune da ridistribuire fra loro.Obiettivo dei Gas non è, però, solo quello di risparmiare facendo acquisti in grosse quantità, ma soprattutto quello di porsi una serie di domande relative alla provenienza del prodotto, alla genuinità, all'impatto ambientale scaturito dalla produzione dello stesso, alle modalità di utilizzo della manodopera. I componenti di un Gas acquistano prodotti etici e biologici perseguendo i seguenti obiettivi: rispetto dell'uomo e dell'ambiente; salute del consumatore attraverso il consumo di prodotti per i quali non sono stati usati prodotti di sintesi; solidarietà favorendo gli acquisti dai piccoli produttori vittime della grande distribuzione; gusto; riavvicinamento ai ritmi naturali perché mangiando cibi di stagione l'individuo si riconcilia con i ritmi della natura.Non è esente da tutto ciò anche un discorso relativo al recupero delle colture e della cultura locale: favorire, infatti, il consumo di prodotti tipici locali vuol dire consentirne la conservazione ed il recupero così da conservarne odori, sapori e tradizione che rischierebbero, altrimenti, di scomparire sotto la spinta del mercato globale.Il funzionamento di un gruppo di acquisto non è complesso in quanto prevede la presenza di un insieme di persone che, riunendosi, redigono una lista di prodotti che intendono acquistare. Sulla base di questa lista procedono, poi, ad inviare l'ordine al produttore che, all'arrivo della merce la distribuirà agli appartenenti al gruppo.Le modalità organizzative dei Gas sono differenti: alcuni scelgono di costituirsi in associazione, altri di appoggiarsi ad associazioni preesistenti, mentre altri ancora scelgono di non avvalersi di nessuna struttura organizzativa riconosciuta.Oggi esiste una vera e propria rete dei Gas che, a partire dal 1994 anno di fondazione del primo gruppo di acquisto a Fidenza, si è andata via via ampliando. Questa rete rappresenta un'importante interfaccia per i vari gruppi, che pur conservando la propria autonomia, possono usufruire di un supporto ulteriore e della possibilità di rafforzare ulteriormente il senso di coesione e di «socializzazione» del consumo critico.

fonte: vglobale.it
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Passatempo Preistorico

Moonstone Madness

Pronti a partire, pronti per distruggere tutto? Bene, allora fate un salto indietro nell'era preistorica e immergetevi in questa nuova avventura dal gusto tribale. A bordo del vostro cinghiale dovrete raccogliere le gemme preziose necessarie per passare alle missioni successive, saltando gli ostacoli se non volete perdere il vostro bottino e distruggendo i totem a testate per conquistare altre gemme utili. Inoltre, una magica piuma vi catapulterà verso il cielo dove punti e gemme preziose sono presenti in gran quantità, per cui approfittatene! cercate di completare la missione entro il tempo limite, utilizzando le FRECCE direzionali per muovervi, abbassarvi e saltare, e la SPACEBAR per prendere a testate i totem.

Change.org|Start Petition

Blog Action Day 2009

24 October 2009 INTERNATIONAL DAY OF CLIMATE ACTION

Parco Sempione - Ecopass 2008

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