venerdì 8 agosto 2008

Denunce, racconti e appelli

DALLA Toscana alla Sicilia, da Ventotene al Gargano, i nostri lettori raccontano l'Italia che brucia. Ecco a voi il primo capitolo della campagna di impegno civile promossa da Repubblica.it e Wwf.

LE FOTO DEI LETTORI

Mongolfiera piromane. R.F. racconta la cronaca di un incendio che la scorsa settimana ha distrutto buona parte della macchia mediterranea dell'isolotto di Santo Stefano, nelle isole pontine, di fronte a Ventotene. La dinamica è incredibile: "Alle 22.30 una mongolfiera di carta lanciata da Ventotene senza le dovute precauzioni durante una cerimonia religiosa, si è schiantata su una zona dell'isolotto, provocando un incendio durato tutta la notte, fino all'arrivo di un Canadair che ha spento le fiamme solo al mattino". R. F. conclude con un'amara riflessione: "Purtroppo ho potuto assistere in diretta a tutta l'inefficienza e al totale disinteresse degli amministratori dell'isola".

Il dramma del Gargano. Era il 26 luglio 2007 quando a Peschici (Foggia), le fiamme devastarono il Parco nazionale del Gargano provocando la morte di tre persone. T.D. invita a non dimenticare la tragedia: "Una catastrofe, una ferita profonda di uno dei territori più belli del nostro Paese ma forse, purtroppo, tra i più dimenticati. E' proprio questa scarsa attenzione che ci preoccupa, la stessa che ha consentito negli anni il degrado di boschi e spiagge stupende, il sorgere di troppe strutture turistiche spesso concentrate solo su "un'animazione rumorosa e invadente". Un grido d'allarme che prosegue con un invito alle istituzioni: "Oltre a diffondere il messaggio di un ritorno alla normalità - forse per evitare ulteriori disdette di turisti - si impegnino a fondo nella delicatissima fase di ricostruzione, assicurando la salvaguardia di quel che resta, garantendo il rimboschimento e evitando che si continui a costruire senza regole o aggirandole".

Cronache dal fronte del fuoco. G.M. è un volontario della Protezione civile di Santa Marinella (Roma). Il suo è il racconto di una "normale" giornata di servizio: "Mi lavo mi vesto, colazione si farà un'altra volta. Raggiungo la sede del mio paese, due container affiancati, un magazzino e una tettoia per i veicoli. Quando raggiungo il centro operativo si stanno già approntando le dotazioni da caricare sul veicolo antincendio: radio, acqua, guanti, maschere e caschi. Non bisogna dimenticare nulla, perché se c'è una cosa che l'esperienza ci ha ormai insegnato è che una buona preparazione e la disponibilità dell'attrezzatura fanno la differenza quando si tratta di operare nelle emergenze". Stavolta a bruciare sono le colline di casa e "piange il cuore" ma, prosegue il racconto, "sempre meglio che operare nelle discariche abusive". Chi, come il nostro operatore fa da anni questo mestiere, sa riconoscere in poco tempo le cause di un incendio. In questo caso il rogo, che va avanti da due giorni, "è alimentato dal vento, ma anche dalla mancanza di controllo e manutenzione del territorio". E uno sfogo: perché questo tipo di volontariato non fa breccia fra i giovani? In fondo, riflette G.M., "ci sono componenti emotive 'ludiche' poiché combina azione e tecnica. Non serve essere Rambo, però c'è la soddisfazione di fare qualcosa per la comunità e per l'ambiente".

Riflessioni. G.M. è un operatore del servizio antincendio boschivo della Protezione civile nel Nord Italia. Si dice "esterrefatto nel constatare come in Sicilia, in presenza di una disposizione di legge che vieta l'accensione di qualsiasi fuoco su qualsiasi tipo di proprietà dal 15 giugno al 15 settembre, tutte le autorità forestali e di polizia evitino di intervenire e sanzionare le numerose persone che, giornalmente ed imperterritamente, accendono fuochi per pulire i loro fondi agricoli-boschivi. E' ovvio - conclude - che di fronte a questo lassismo, gli incendi colposi sono e saranno sempre presenti in tali terre".

Le altre testimonianze. R.B. denuncia un incendio di origine dolosa a Bracciano (Roma). Il pronto intervento di pompieri e Forestale è risultato provvidenziale per salvare le case vicine alle fiamme. Secondo la segnalazione "l'incendio si è propagato velocemente a causa di filari frangivento di cipressacee". T.L. denuncia come a San Pietro in Bevagna, località balneare nei pressi di Manduria (Taranto), "ogni inizio estate incendiano una parte vicina al fiume Chidro". L.B. ricorda che l'anno scorso le fiamme hanno distrutto la bellissima pineta di Casalbordino (Chieti): "Se si fosse intervenuti in tempo si sarebbe salvata. E' a 50 metri dal mare". A.I. segnala un incendio avvenuto venerdì 25 luglio a Costalpino, fuori Siena: "Le fiamme sono divampate in mezzo a un campo, non sul ciglio della strada come di solito. Solo verso il tramonto - aggiunge - l'incendio è stato domato. Tra le cause si parla di una scintilla provocata da qualche mezzo agricolo che stava lavorando nella zona".

Come partecipare alla nostra iniziativa. Le testimonianze dei lettori saranno pubblicate ogni settimana sul nostro sito per tutto il mese di agosto, e contribuiranno alla realizzazione del catasto dell'Italia bruciata: il Wwf le invierà ai Comuni delle aree individuate della Mappa e al Corpo forestale dello Stato. Due le iniziative: l'"Incen-diario" e l'albo degli "eroi del fuoco". Per partecipare alla prima iniziativa, gli abitanti delle zone colpite da incendi negli ultimi 10-15 anni devono inviare brevi racconti, foto, testimonianze. Per l'albo invece il materiale dovrà riguardare le pratiche più efficaci di prevenzione, sperimentate sia sul territorio di residenza che nelle località di vacanza.

fonte: repubblica.it

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