lunedì 31 agosto 2009

Comunione e nucleare

Dunque, il ritorno al nucleare civile, nel nostro Paese, sembra non avere ostacoli. Questa è la sensazione che si ricava dalle certezze esibite al meeting di Comunione e Liberazione dal Ministro Scajola e dall’amministratore delegato di Enel, Conti, a cui ieri il giornale di Confindustria ha dedicato ben due pagine.

Tutto sembra fatto: l’Enel è pronta, e aspetta solo il via per aprire il primo cantiere e assumerne la guida; l’Enea e la Sogin anche, così tutti possono dormire sonni tranquilli per la sicurezza delle centrali; l’Edf è addirittura prontissima e già contabilizza i lauti profitti che ricaverà, dopo averci sbolognato i vecchi reattori di terza generazione, di cui non sapeva più che farsene, visto che sta lavorando a quelli di quarta; infine il ministro Scajola ha annunciato, al popolo di Cl, che anche il governo è pronto a elencare i territori che dovranno ospitare le centrali e a garantire che nel 2020, finalmente, nella rete elettrica correrà il primo kWh nucleare.

Più che impressionare, questi signori fanno un po’ sorridere. Tanta ostentazione di sicurezza sembra nascondere l’ansia e la paura, di essersi in realtà imbarcati in un’impresa impossibile. Si caricano a vicenda, una sorta di autosuggestione, in attesa dell’inevitabile scontro con la popolazione che, siamo convinti, continua a non volere né reattori né le inevitabili scorie radioattive.

Certo, a stare al volume di fuoco e di bugie che la lobby nucleare sta esibendo, la partita, per chi si oppone, sembra persa: stampa e televisione quasi unanimemente sostengono il ritorno all’atomo e ospitano, quasi ogni giorno, faccendieri e velinari, travestiti da scienziati, che raccontano che il nucleare fornirà, in modo sicuro, energia illimitata e a poco prezzo; gli industriali sono mobilitati a sostegno della scelta, tanto, come per le multe per non avere rispettato Kyoto, se poi i conti non tornano, a pagare saranno le popolazioni. Insomma, tutto sembra procedere senza intoppi e soprattutto senza opposizione.

Irresponsabili e illusi. State facendo i conti senza l’oste, senza cioè gli italiani che non compaiono mai nei vostri ragionamenti e nelle varie tappe che secondo il governo e l’Enel riporteranno questo Paese nell’avventura nucleare. Non compaiono neanche i presidenti regionali, quelli a cui spettano le scelte energetiche e che voi, campioni di federalismo, espropriate. Non mancano, però, le minacce di invio dell’esercito contro chiunque voglia opporsi alla costruzione di una centrale.

Per quanto ci riguarda non vediamo l’ora che il governo dia l’ennesima prova del suo decisionismo e dica dove ha deciso di posare il primo atomo. Lì saremo ad aspettare, forti non solo delle sempre più numerose e occultate prese di posizioni di Regioni, Province e Comuni contro questa scelta, ma soprattutto del consenso popolare che siamo certi di avere, ampio quanto quello che, con un democratico referendum, disse ventuno anni fa "no" al nucleare.

fonte: qualenergia.it

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