Alla fine del "Piano di spostamento", nel 2010, 55.700 pastori avranno abbandonato una regione in effetti molto delicata dal punto di vista ambientale e che ospita le preziose sorgenti dei tre grandi fiumi asiatici: Yangtsé, Fiume Giallo e Lancang, come i cinesi chiamano il Mekong. Ma il sospetto (e l'accusa) che circola tra i tibetani è quella che il governo di Pechino voglia tenere sotto controllo sia queste vitali risorse idriche che i nomadi e, nel contempo, dare un colpo mortale alla loro cultura autoctona ed alle loro tradizioni ancestrali
L'agenzia ufficiale cinese Xinhua spiega che invece lo spostamento dei pastori è dovuto solo «A causa del riscaldamento dl pianeta e delle attività umane che si sono moltiplicate nel corso degli ultimi tre decenni, l'ambiente ecologico si è deteriorato nella Riserva naturale delle sorgenti dei 3 grandi fiumi (Sanjiangyuan in cinese, ndr) nella provincia del Qinghai».
La Sanjiangyuan National Nature Reserve è la seconda riserva naturale più grande del mondo: 152.300 km2, cioè quanto Inghilterra e Galles messe insieme, più grande del Bangladesh e dell'Illinois. Prima dello spostamento dei pastori tibetani all'interno dei suoi confini vivevano 200.000 persone.
Secondo il governo di Pechino, lo spostamento dei pastori iniziato nel 2003 ha una sola giustificazione: la sicurezza ecologica dei tre corsi d'acqua. Nel 2005 il governo comunista ha investito nella riserva di Sanjiangyuan 7,5 miliardi yuan (110 milioni di dollari) in progetti ecologici e per lo sfollamento rapido dei pastori. E' chiaro che tanto amore per la natura, che colpisce persone che non hanno praticamente nessuna colpa del riscaldamento globale, è dovuto soprattutto a ragioni economiche drammaticamente attuali: l'acqua dei tre fiumi è vitale per le industrie cinesi e per dissetare la sua popolazione e, in tutto, 600 milioni di asiatici.
Comunque un fiero Li Xiaonan, direttore aggiunto dell'ufficio per la protezione ecologica e la costruzione dio Sanjiangyuan, ieri ha dato le cifre del progetto: «Un totale de 49.631 persone, cioè 10.579 famiglie, sono state sgombrate dalla riserva durante questi ultimi anni e milioni di yuan sono stati investiti. Delle infrastrutture pubbliche sono state costruite per 86 quartieri di abitazioni per gli sfollati. Per aiutare i pastori ad adattarsi alla loro nuova vita, il governo provinciale a fornito formazione professionale e stabilito in fondo che punta ad incoraggiarli a creare loro imprese. Le entrate annue pro-capite degli immigrati hanno raggiunto i 2.000 yuan nel 2008, cioè il doppio di prima dello spostamento. Abbiamo costruito delle nuove scuole ed ingrandito le vecchie per i m bambini dei pastori, riducendo le spese scolastiche dei collegiali e dei liceali».
Il governo e i giornali cinesi presentano una nuova vita idilliaca per i pastori tibetani trasformati in artigiani, piccoli imprenditori di "successo" e cittadini esemplari e fedeli al partito, ma la realtà è che 2.000 yuan all'anno sono una vera e propria miseria in una specie di villaggio-riserva, mentre 1.000 yuan erano l'integrazione di una pastorizia di sussistenza che manteneva intere famiglie.
fonte: greenreport.it
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