giovedì 22 marzo 2007

Ecco cosa attendersi nelle prossime sedute per i principali listini

L'economia statunitense dovrebbe mettere a segno una crescita del 2,5-3% nel 2007 e del 2,75-3% nel 2008, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe mantenersi intorno al 4,5-4,75% nel biennio considerato. Queste previsioni, congiuntamente con lo studio delle minute della Fed relative alla riunione del 30-31 gennaio scorso, lasciano pensare che i tassi di interesse sui Fed Funds siano destinati a rimanere al 5,25%. Fino a non molto tempo fa erano in molti a scommettere su di un possibile taglio, tuttavia la sostanziale tenuta della crescita economica, consiglierà con buona probabilità all'istituto centrale di lasciare la situazione invariata, soprattutto se i dati sull'inflazione di gennaio troveranno conferma anche in futuro. Ma allora come spiegare il brusco capovolgimento di fronte subito dalle borse nella scorsa ottava? I motivi del ribasso sono da ricercare nella nota di delisting ricevuta da New Century Financial (NEWC) che ora è scambiata sul mercato delle Pink Sheets. Le borse tremano per l'allarme intorno al mercato dei crediti immobiliari e che mette in crisi gli istituti finanziari che hanno una elevata esposizione nel settore dei crediti immobiliari ad elevato rischio. La paura che, soprattutto in caso di mancata crescita dei prezzi degli immobili, si inneschi un processo tipo domino che metta in pericolo anche le istituzioni più solide, è elevata. I mercati sentono puzza di bruciato, ed innervositi dalle voci non ufficiali, ma altrettanto stimate, di rischio di recessione (secondo l'ex presidente della Federal Reserve Alan Greenspan , che ha rilasciato una intervista a Bloomberg, l'economia statunitense nel 2007 ha "una probabilità su tre" di cadere in recessione, rischio che, sempre secondo Greenspan, potrebbe concretizzarsi proprio a seguito delle difficoltà del mercato immobiliare), iniziano a valutare l'opportunità di monetizzare quanto guadagnato negli ultimi mesi e mettersi in attesa di nuovi sviluppi.E quello che è successo da un punto di vista grafico piace veramente poco. Il caso più eclatante è quello del Nasdaq , indice che spesso segna la rotta anche per gli altri listini: la discesa al di sotto dei 2400 punti ha violato la base dell'ampia fase laterale disegnata dal massimo di novembre, estesa per 150 punti circa. I prezzi nella prima parte del mese di marzo, dopo essere scesi sotto il supporto, hanno tentato di recuperarlo dal basso, lasciando sul grafico orario un piccolo triplo massimo proprio a cavallo di area 2400 (il classico return move che si trova su tutti i libri di testo) e poi hanno accelerato, nuovamente al ribasso, facendo registrare volumi ben al di sopra della media mensile. Al di sotto dei 2335 punti, 38% retracement del rialzo dai minimi di luglio, anche in considerazione del fatto che i prezzi viaggiano ormai da due settimane sotto la media a 100 sedute e che questa sta perdendo la sua inclinazione rialzista e sta girando al ribasso, sarebbe difficile evitare discese verso il ritracciamento successivo, il 50% posto a 2275.Da seguire con attenzione anche l'andamento del grafico di forza relativa Nasdaq / S&P 500 . L'orientamento di tale grafico indica la strada seguita dai listini, dal momento che il Nasdaq tende a sovraperformare lo S&P nelle fasi di borsa al rialzo, e viceversa tende a scendere quando la borsa scende. Ebbene, il grafico di forza relativa è orizzontale da 4 mesi circa e nell'ultima settimana si è avvicinato molto alla base del trading range, che tuttavia ancora non è stato violato. La situazione attuale ricorda terribilmente quella vista tra dicembre 2005 e maggio 2006. Anche in quel caso dopo una fase laterale la curva di forza relativa violò il supporto rappresentato dalla base, segnalando, con un discreto anticipo rispetto al grafico dei prezzi, l'avvio della pesante correzione terminata poi a luglio.Ed anche per quello che riguarda lo S&P/Mib , anche se per il momento il ribasso si mantiene nell'ambito di un contesto sostanzialmente correttivo rispetto alla salita dai minimi dell'agosto 2004, è difficile immaginare che i prezzi possano salire fino a fare registrare nuovi massimi, al di sopra di area 43000, senza aver prima costruito una base sufficientemente solida da sostenere un rialzo. Ed è altresì difficile pensare che la correzione si esaurisca senza aver prima messo alla prova la media mobile a 200 sedute, evento avvenuto in tutte le precedenti flessioni che hanno caratterizzato il rialzo dai minimi del 2003.Usualmente lo S&P/Mib è sceso, durante le pause dell'uptrend, del 3,5% al di sotto della media a 200 sedute , per costruire una figura di inversione rialzista nello spazio compreso tra i minimi e la media, prima di ripartire. Nel contesto attuale questo significherebbe vedere scendere i prezzi fino in area 38000 circa, dove verrebbe raggiunto anche il 62% retracement del rialzo dai minimi di metà 2006 (ritracciamento considerato di fondamentale importanza nella serie di Fibonacci), prima di assistere alla definitiva ripartenza del rialzo. E' quindi possibile che nel breve i titoli dello S&P/Mib debbano ancora soffrire , prima di tornare a dare soddisfazione agli investitori. Queste considerazioni diverrebbero superflue in caso di superamento di area 43000, con l'indice che segnalerebbe di voler riprendere subito a crescere, con target in area 45000.In una fase come quella attuale appare premiante la strategia seguita fino ad ora, di seguire con maggiore attenzione i titoli " value " rispetto a quelli " growth ", ovvero di aziende che attualmente nei prezzi non incorporano stime di crescita superiori a quelle del mercato. Tali titoli risultano a sconto rispetto ai competitors (o tutt'al più correttamente valutati) ed i loro prezzi non si basano su aspettative di crescita elevate. Nel caso in cui vi sia un rallentamento dell'economia a stelle e strisce come quello paventato da Greenspan sarà minore il rischio di revisione al ribasso delle stime.

fonte: sole24ore.it

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