L'Irpef conferma il rialzo

473 municipi che hanno deliberato e comunicato al ministero dell'Economia, fino al 9 marzo, l'aliquota dell'addizionale comunale Irpef da applicare nel 2007, ha deciso di aumentare l'imposta. Il 44% delle amministrazioni locali ha deciso di mantenere il prelievo ai livelli dell'anno scorso, nonostante lo sblocco stabilito dalla Finanziaria 2007, lo 0,54% l'ha ritoccata al ribasso, lo 0,46% ha scelto di farne a meno. Il livello medio dell'addizionale con cui i contribuenti dovranno fare i conti è fermo, per ora, allo 0,438 per cento. Ma i sindaci hanno tempo fino al 31 marzo per deliberare variazioni. Sono 121 i Comuni che hanno spinto l'aliquota fino al valore massimo dello 0,8%, 52 quelli che hanno optato per lo 0,7%, 131 quelli che si sono fermati allo 0,6% o allo 0,65%(Monte Porzio Catone, in provincia di Roma, applicherà l'aliquota dello 0,695%), 409 quelli che hanno fissato il limite allo 0,5 per cento. Le soglie d'esenzione È passato a 172 (l'11,6%) il numero delle amministrazioni che hanno deliberato soglie d'esenzione dall'addizionale per i contribuenti dal reddito più basso. Alcune soglie sono differenziate per particolari categorie: è il caso di Bresso (Milano), che ha stabilito il limite di 5mila euro per i lavoratori autonomi e quello di 10mila euro per gli altri contribuenti, o di Pontedera (Pisa), che ha posto la soglia a 9mila euro per i redditi da pensione e lavoro dipendente e a 5.300 euro per i redditi da lavoro autonomo. Non hanno ancora suscitato un rifiuto ufficiale, intanto, da parte dell'Economia, le scelte di Mirandola (Modena) e di Stazzema (Lucca), che hanno deliberato aliquote differenziate per classi di reddito, ispirandosi al criterio della progressività valido per l'Irpef nazionale e, in molti casi, regionale. L'Ici Sono 724 i municipi che hanno trasmesso al ministero le aliquote Ici 2007 (anche in questo caso, c'è tempo per deliberare fino al termine per l'approvazione del bilancio previsionale, il 31 marzo). In realtà, nel caso dell'imposta comunale sugli immobili, non c'è stata la corsa alla comunicazione che si è verificata per le addizionali Irpef fino al 15 febbraio (per usufruire dei nuovi livelli d'imposta già dall'acconto di marzo). Un'analisi complessiva delle aliquote è per ora possibile solo in base ai dati raccolti dall'Ifel su 293 Comuni, con una popolazione totale di 1,3 milioni di abitanti. L'aliquota Ici ordinaria si attesta al 6,07 per mille, mentre quella applicata sulla prima casa arriva al 5,11 per mille. Le uniche variazioni si registrano, per il momento, proprio sull'abitazione principale, e si tratta di manovre al ribasso: il 7,9% dei 293 Comuni inclusi nella rilevazione ha deliberato una diminuzione dell'imposta rispetto al 2006. Una scelta già adottata anche in città capoluogo come Roma, Milano, Bari, Catanzaro, L'Aquila, non considerate nel campione. Hanno scelto di allentare la pressione fiscale sulla prima casa, tra i Comuni censiti dal l'Ifel, Manerbio (Brescia) e Monfalcone (Gorizia). L'imposta sull'abitazione principale resta invariata, invece, a Crema (5,9 per mille). In realtà, anche se c'è tempo fino al 16 giugno per il pagamento dell'Ici, ed eventuali manovre al rialzo sono possibili, nei Comuni, ancora per i prossimi 18 giorni, sembra confermata la tendenza a considerare l'imposta comunale sugli immobili un tributo "maturo", dal quale i Comuni non ritengono di poter ricavare nuove entrate (l'Ici rappresenta già il principale introito fiscale per le casse dei municipi). Appaiono dunque "appiattite" verso la soglia massima del 7 per mille le aliquote ordinarie, mentre le amministrazioni comunali sono sempre più favorevoli ad agevolazioni sulla casa d'abitazione.

fonte: sole24ore.it