Una risoluzione per difendere le donne e promuovere iniziative

Il Parlamento Europeo, con la risoluzione del 13 marzo 2007, ha affrontato il tema della parità da uomo e donna, soprattutto nell’ambito dell’accesso al lavoro e della tutela dei diritti fondamentali.Il Parlamento, infatti, ha sottolineato che “l'uguaglianza tra donne e uomini è un diritto e un principio fondamentale dell'UE, riconosciuto dal trattato che istituisce la Comunità europea e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea” e che la dichiarazione di Vienna stabilisce che “i diritti umani delle donne e delle bambine sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali”. Nonostante ciò, tuttavia, non sono ancora state introdotte norme adeguate a tutelare le donne ed i loro diritti, in ambito privato e professionale e i dati relativi alla violenze esercitate sulle donne sono ancora allarmanti.Per questo motivo il Parlamento europeo ha stabilito un piano per realizzare la parità tra i sessi che deve essere portato avanti tra il 2006 ed il 2010.In quest’ottica spetta agli Stati membri dell’Unione l’istituzione di interventi strategici che consentano di monitorare la situazione e promuovere la tutela della donna, mentre dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere deve “valutare le buone prassi esistenti a livello internazionale, nazionale o regionale, che consentono la partecipazione delle donne ai processi decisionali e di promuoverne la conseguente diffusione ed adozione, segnatamente sostenendo una rete di donne coinvolte nel processo decisionale”.La tutela della donna, dunque, deve essere regolata da apposite disposizioni in modo da creare un sistema che migliori “a tutto tondo” la situazione femminile: gli Stati e l’Unione, infatti, devono garantire un inasprimento delle misure giuridiche che proteggano le donne e le bambine dal traffico di esseri umani, dalle mutilazioni genitali, dai matrimoni forzati, di crimini commessi per onore o tradizione e da tutte le forme di violenza atte a danneggiarle fisicamente e psicologicamente.La tutela del genere femminile, però, deve essere potenziata anche dal punto di vista professionale, mediante la disciplina dell’accesso al lavoro, di norme atte a conciliare la vita personale e lavorativa, dall’adeguamento delle retribuzioni e delle pensioni a quelle percepite dai colleghi uomini.

fonte: cosulenzalavoro.com