giovedì 31 gennaio 2008

Insetti e rifiuti, gli ospedali fuorilegge

Medicinali scaduti, cibi andati a male, reparti fatiscenti, impianti fuori norma: in Italia un ospedale su due non rispetta leggi e regolamenti. Ci sono le strutture con «lievi carenze», ma ci sono anche le «gravissime irregolarità» che hanno fatto scattare la chiusura di alcuni reparti oltre alla denuncia contro direttori sanitari e amministratori. Alla fine le persone segnalate sono state ben 778.

IL DOSSIER - A svelare la «malasanità» Regione per Regione è il dossier dei carabinieri del Nas al termine dell’indagine ispettiva ordinata agli inizi dello scorso anno dal ministro della Salute Livia Turco. Si scopre così che su 854 nosocomi visitati ben 417 sono stati sanzionati. Disastrosa è la situazione del Sud con la Calabria (36 irregolari su 39) e la Sicilia (67 su 81). Più che di ospedali, in queste zone si potrebbe parlare di vere e proprie fogne a cielo aperto dove i rifiuti si accatastano nei corridoi, dove c’è muffa e ruggine nelle stanze e nei corridoi, dove gli impianti non sono a norma, le apparecchiature non funzionano, i medici troppo spesso non vanno al lavoro. Ma a sorprendere sono molti istituti del Nord e del Centro. Perché in Toscana, dove la Sanità è considerata «fiore all’occhiello» la metà dei nosocomi non ha passato l’esame. E anche in Emilia Romagna uno su tre non rientra nei parametri. Perfetta la situazione del Trentino: le diciassette strutture hanno tutte ottenuto «bollino verde».

Sporco e umidità - C’è sporcizia nel Presidio di Brescia, agli Ospedali Riuniti di Bergamo, nella struttura di Desenzano sul Garda. Sono sudici i locali dove si preparano i pasti per il Civile di Ascoli Piceno, così come quelli per il Villa San Pietro di Roma. Al San Bartolo di Vicenza «si riscontra presenza di materiali di consumo in ambienti inidonei, in quanto stoccati in un corridoio di accesso e collegamento con le sale operatorie». Al Civile di Gorizia piove nei reparti e sono state contestate le condizioni della «farmacia» interna, ma la Asl è già intervenuta per sanare la situazione. Per la gestione delle cucine la Mangiagalli di Milano si è affidata a una società privata, ma i carabinieri hanno trovato «carenze igienico sanitarie». Stesso problema per il Niguarda e per l’Istituto ortopedico Galeazzi e in alcuni nosocomi della provincia. La gestione del servizio mensa viene spesso affidata ad aziende esterne, ma i risultati non confortano: la ditta per la ristorazione dell’ospedale Maggiore di Novara è stata denunciata per truffa e in altre strutture è stato concesso un termine perentorio per la ristrutturazione dei locali dove vengono cucinati i pasti. Al Civile di Verona in cattive condizioni igieniche era il magazzino per la conservazione delle derrate alimentari. All’Azienda ospedaliera di Pavia è stata contestata «l’ordinaria pulizia della cucina», come al S’Antonio Abate di Gallarate in provincia di Milano.

Gli impianti fuori legge - Agli Spedali Riuniti di Livorno il reparto di neurochirurgia si caratterizza per «gravi carenze». Muri scrostati e piastrelle rotte sono stati trovati a Medicina generale e Ostetricia del Civile all’isola d’Elba. Al San Salvatore di Pesaro non funziona l’impianto antincendio. All’Israelitico di Roma non è norma quello elettrico, così come al San Giacomo. Al San Camillo, sempre nella capitale, sono illegali i «servizi igienici», e anche per i pavimenti è scattata la contestazione. Al policlinico Umberto I «è stata riscontrata l’inidonea conservazione ed efficienza di attrezzature e immobili oltre alla presenza di cavi elettrici privi di idonea protezione», mentre al San Giovanni Addolorata «il locale del pronto soccorso è stato adibito a magazzino per le lenzuola sporche». Catastrofico il quadro siciliano: basti pensare che dopo le ispezioni dei carabinieri sono state disposte numerose chiusure di reparti e sale operatorie per ordine delle stesse direzioni sanitarie. È accaduto al Civico, al Policlinico e al Cto di Palermo. Una segnalazione alla Regione Puglia riguarda gli Ospedali Riuniti di Foggia per «carenze igienico strutturali quali infissi obsoleti, servizi igienici non adeguati, intonaci scrostati e tracce di umido, lavori in corso nei reparti di degenza in attività».

FARMACI - Medicinali scaduti al Grassi di Roma, al Santa Maria della Misericordia di Udine, al Salvini di Garbagnate Milanese. Si fuma in molte corsie e nei reparti: sono centinaia le contravvenzioni firmate. Al Santobono di Napoli mancano i posti e così si aggiungono letti nelle camere dove dovrebbero essere ricoverati non più di quattro pazienti. Al Fatebenefratelli del capoluogo campano è sparito il locale malattie infettive, al Moscato di Aversa non hanno neanche i macchinari per lavare le «padelle», mentre al Moscato di Castellammare di Stabia «manca il carrello per la gestione delle emergenze con defibrillatore».

INSETTI IN SARDEGNA - Grave appare la situazione della Sardegna: su 45 strutture, ben 32 sono risultate fuori regola. E nella maggior parte dei casi le contestazioni hanno riguardato «l’omesso adeguamento strutturale dei reparti». Riguardo alla Clinica universitaria di medicina generale di Sassari i carabinieri scrivono: «La struttura sarà segnalata all’assessorato per la mancanza dell’impianto di ossigeno centralizzato, servizi igienici carenti in relazione al numero dei degenti, le precarie condizioni igienico-sanitarie e strutturali (riscontrata la presenza di insetti-blatte) di un deposito di materiali del centro ipertensivo nonché la presenza di rifiuti nel cortile». Analoghe segnalazioni sono scattate, sempre a Sassari, anche per la clinica di Neurochirurgia, Neurologia e altri reparti dove sono stati trovati pannelli divelti, macchinari arrugginiti, calcinacci.

fonte: corriere.it

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