Ritorno delle detrazioni Irpef da lavoro dipendente, dote fiscale per i figli, intervento per sterilizzare gli aumenti di benzina e riscaldamento. Il tutto per uno sforzo finanziario valutabile intorno agli 8 miliardi di euro che il governo si sta impegnando a recuperare considerando l'extragettito del 2008, i vantaggi del risanamento del 2007 (il deficit-Pil è sceso dal 2,4 previsto al 2 per cento) e l'introduzione dell'aliquota unica del 20 per cento sulle rendite finanziarie. Con questo pacchetto si arriva oggi al confronto sul potere d'acquisto tra governo e sindacati a Palazzo Chigi.
Sul tavolo anche il nodo delle risorse per i contratti pubblici (almeno 3 miliardi) e l'intervento sulle aliquote Irpef. Un tema, quest'ultimo, avanzato espressamente dai sindacati che hanno chiesto la riduzione della terza aliquota (tra i 28 e i 55 mila euro) e raccolto dal governo che, in vista della riforma della tassazione dei redditi personali, sta lavorando anche ad un progetto di riduzione dal 23 al 20 per cento della prima aliquota (fino a 15 mila euro).
Se si raggiungerà un'intesa (ieri Prodi ha visto Padoa-Schioppa a pranzo), e si eviterà così lo sciopero generale minacciato da Cgil-Cisl e Uil, il timing degli interventi potrebbe essere scadenzato in più tappe. Al più presto, secondo quanto sta emergendo, potrebbero scattare le detrazioni per i costi da produzione di reddito per il lavoro dipendente (il costo andrebbe da 900 milioni nella soluzione minima tra 15 e 35 mila euro ad un intervento totale di 4,4 miliardi per l'intera platea di lavoratori e pensionati). L'altra misura è l'unificazione degli assegni familiari e detrazioni Irpef per i figli a partire da 2.550 euro: anche in questo caso la spesa si aggira tra 1 miliardo (solo fino a 3 anni) e 3,5 (fino a 18 anni). Sul piano delle risorse si guarda dunque alla Trimestrale di cassa e al provvedimento dato sempre per imminente sulle rendite finanziarie (2-3 miliardi). I tagli delle aliquote finirebbero, invece, nella Finanziaria 2009.
Non viene accantonata la questione della detassazione degli aumenti contrattuali. Ci sono tuttavia due scuole di pensiero: Rifondazione e in parte la Uil vorrebbero detassare il contratto nazionale slegando di fatto gli aumenti dalla produttività; Cgil e Cisl invece, con la sponda del governo, vorrebbero favorire con incentivi la contrattazione aziendale dove conta la produttività. Su questo tema ieri si sono scontrati i ministri Ferrero (Solidarietà) e Mucci (Ricerca) favorevoli a slegare gli aumenti e Damiano (Lavoro) e Bonino (Comm. Estero) decisi a mantenere un legame tra produttività e salari.
L'eventuale intesa dovrà passare al vaglio di un vertice dell'Unione previsto per giovedì 10: qualche problema potrebbe venire da Rifondazione che ieri con Ferrero ha chiesto un aumento di 100 euro mensili in busta paga, misura che costerebbe circa 18 miliardi. "Evitiamo la politica del "più uno"", replicano dalla Cgil con Marigia Maulucci.
fonte: repubblica.it
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martedì 8 gennaio 2008
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