giovedì 3 gennaio 2008

Il petrolio costa 100 dollari al barile

Il record di tutti i tempi è arrivato: il petrolio a New York è arrivato a toccare i 100 dollari al barile. E' una soglia che tecnicamente era ormai da tempo vicina, ma l'effetto psicologico del limite varcato sarà comunque molto pesante. I prezzi del petrolio avevano aperto la prima seduta del 2008 subito all’insegna dei forti guadagni, sulla scia dei dati macroeconomici negativi pubblicati mercoledì negli Stati Uniti.

LA CORSA DEL GREGGIO - Sul mercato newyorchese, il Nymex, il rialzo è stato superiore di 3 dollari rispetto all’ultima rilevazione di lunedì 31 dicembre. Il record precedente era quello di 99,29 dollari, raggiunto il 26 novembre scorso. Forte rialzo anche per il Brent, il greggio del Mare del Nord quotato a Londra, che ha superato i 97 dollari al barile. Nel corso del 2007, i prezzi del greggio hanno messo a segno un balzo del 57% portandosi sui livelli record. E pensare che tre anni fa, a fine 2004, il barile quotava esattamente la metà: 50 dollari al barile (che all'epoca sembrava comunque un'enormità). Ora il rischio di nuovi rincari per i carburanti e di altre stangate sulle bollette di luce e gas, dopo quelle appena scattate, è dietro l'angolo.

LE CAUSE - Ad alimentare gli acquisti sulle quotazioni del greggio sono stati anche i rinnovati episodi di violenza in Nigeria e i timori che l’Opec potrebbe non essere in grado di soddisfare la sua quota di domanda globale di greggio entro il 2024. Altro fattore che incide sull'ennesima fiammata dei prezzi è rappresentato dalla chiusura di alcuni porti del Messico da cui il petrolio viene esportato, a causa delle cattive condizioni del tempo.

LE RISERVE NON SI TOCCANO - Il presidente Usa Usa, George W. Bush non intende toccare le riserve strategiche statunitensi di petrolio, malgrado la forte ascesa delle quotazioni. La Casa Bianca ha confermato mercoledì pomeriggio il proprio orientamento: «Il presidente Bush - sostiene il portavoce della Casa Bianca, Dana Perino - non utilizzerà le riserve strategiche, perché la manovra non influenzerebbe di molto i prezzi».

BORSE IN CADUTA - Lo storico record del petrolio ha avuto subito un pesante effetto sulle Borse americane, già negative dalla prime ore della mattinata di New York: il Nasdaq ha chiuso la giornata con un calo superiore all'1,6%. Dello stesso tenore la flessione del Dow Jones (-1,61%) e appena meno netta quella dell'S&P500, che ha terminato la seduta in ribasso dell'1,47%.

ORO MAI COSI' CARO- Altri primati hanno interessato il prezzo dell'oro, bene rifugio per eccellenza, salito a livello record sopra gli 858 dollari (circa 584 euro) l'oncia (una misura che corrisponde a 28,35 grammi), sulla scia del dollaro debole e della crisi in Pakistan. A Londra il prezzo dell'oro avanza a 858,80 dollari, sopra gli 850 dollari toccati il 21 gennaio 1980. Nuovo massimo anche per il platino, a 1.544 dollari l'oncia. Sono in forte rialzo argento e palladio, che viaggiano sui massimi degli ultimi 2 mesi.

fonte: corriere.it

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