Nel 2009 ben 107 milioni di tonnellate di grano è andato a finire nelle distillerie di etanolo degli Stati Uniti per essere trasformato e commercializzato mentre avrebbe potuto alimentare 330 milioni di persone per un anno.
Lo si legge nel rapporto stilato dall’Earth Policy Institute che ha analizzato i dati del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense: un quarto del cereale prodotto è stato impiegato da ben 200 distillerie sparse nel paese per la produzione di bioetanolo utilizzato per alimentare autoveicoli, produzione che è triplicata rispetto ai livelli del 2004.
L’allarme che lancia l’istituto fa eco ai criticismi che accompagnano la prima generazione di biocarburanti: l’aumento della richiesta di prodotti alimentari per la produzione di biofuel potrebbe creare una forte pressione sulle forniture alimentari a livello mondiale, come successe tra il 2006 e il 2008 quando, a causa dell’enorme richiesta, i prezzi del grano andarono alle stelle mettendo in seria difficoltà i Paesi poveri e creando un meccanismo che potrebbe rivelarsi pericoloso.
L’Earth Policy Institute ha inoltre calcolato che qualora tutta la produzione statunitense di grano venisse impiegata per la produzione di carburanti il quantitativo risulterebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno del solo 18% delle autovetture circolanti negli Usa. Per riempire il serbatoio di un SUV con bioetanolo è necessario distillare la quantità di grano sufficiente a sfamare un individuo per un intero anno e nella lotta tra la fame nel mondo e le auto sembra che l’economia sia più interessata a far vincere il settore auto.
fonte: rinnovabili.it
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martedì 26 gennaio 2010
Biofuel: il duello è tra l'uomo e la macchina?
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