giovedì 28 gennaio 2010

Il Canada abbraccia la green economy "Dall'ambiente sviluppo e posti di lavoro"

Per molti è il futuro, ma la green economy per il Canada è già adesso un fondamentale motore di sviluppo e un polo di attrazione per gli investimenti stranieri. Come quello appena effettuato da una cordata coreana guidata dalla Samsung, che si è impegnata a investire 6,6 miliardi di dollari (l'equivalente di 4,7 miliardi di euro) nella provincia dell'Ontario per la creazione di centrali solari ed eoliche per un totale di 2,5 gigawatt. "Non si tratta solo di promuovere le energie alternative e le tecnologie non inquinanti - spiega il ministro canadese dell'Industria Tony Clement - per noi 'rivoluzione verde' significa anche sviluppo economico, e creazione di posti di lavoro".

Non solo: porre l'accento sulla green economy può tradursi anche in una sorta di sfida ai vicini Stati Uniti: "Noi vogliamo essere leader nel settore dell'energia eolica, solare, e dalle biomasse, e farne un motore economico - conferma Sandra Pupatello, ministro dello Sviluppo Economico e del Commercio dell'Ontario - Sappiamo che molti stati Usa ci guardano con attenzione, a cominciare dalla California. Contiamo di fare da traino, anche grazie alla ricerca e agli investimenti nelle nuove tecnologie, dimostrando che grazie alla green economy tutto il sistema prospera".

Una scommessa che già sta dando molti frutti, anche in termini di soluzioni all'avanguardia per la produzione di energia, i trasporti, la tecnologia. Ma che non è priva di contraddizioni: mentre ci sono province canadesi come l'Ontario che hanno varato normative che promuovono e finanziano le aziende che investono in energie alternative e soluzioni tecnologiche che rispettino l'ambiente, a cominciare dal 'Green energy act', il Canada probabilmente non formalizzerà i propri obiettivi sulle riduzioni di emissione dei gas serra entro il 2020 per il prossimo 31 gennaio. La scadenza fissata a Copenaghen, ha detto qualche giorno fa il segretario esecutivo dell'Unfccc, Yvo de Boer, in effetti verrà disattesa da molti paesi. E il ministro Clement ha sottolineato nel corso di un incontro con alcuni giornalisti stranieri le difficoltà del Canada ad assumere impegni precisi alla scadenza pattuita, nel caso in cui non lo facciano contemporaneamente gli Stati Uniti.

Ma intanto investimenti e progetti vanno avanti, e il Canada diventa ogni giorno di più una vetrina interessante di quanto di meglio si produca nel campo dell'energia pulita. Non c'è soltanto il contratto con la Samsung, che è stato già definito come "il più grande affare sulle energie rinnovabili mai siglato", e che porterà alla creazione di 16mila posti di lavoro nell'Ontario e alla produzione di una quantità di energia elettrica pari a quella di tre centrali nucleari di media grandezza, sufficiente a coprire il fabbisogno di 580mila case (l'Ontario ha circa 13 milioni di abitanti).

Ci sono anche soluzioni originali e particolarmente all'avanguardia, come quella adottata da qualche anno da Enwave Energy Corporation Deep Lake Water Cooling Facility, che ha messo a punto un sistema che utilizza l'acqua presa in profondità dal lago Ontario per il riscaldamento d'inverno e il raffreddamento d'estate di una settantina di grandi edifici, risparmiando sui costi. L'acqua destinata ai consumi urbani di Toronto viene succhiata da una "cannuccia" lunga cinque chilometri che scende a 83 metri sotto il lago Ontario. L'acqua che arriva, destinata a essere filtrata e potabilizzata, ha la temperatura di circa 4 gradi d'inverno e 5 d'estate. Un sistema che permette di risparmiare fino all'80 per cento dei costi.

Una soluzione, certo, che però è difficilmente esportabile. Mentre guardano con molto interesse all'esportazione in tutto il mondo la Morgan Solar, piccola azienda fondata da due fratelli trentenni che ha messo a punto pannelli solari di ultima generazione dai costi particolarmente bassi, e la Electrovaya, che produce batterie ai superpolimeri di litio che permettono di immagazzinare più energia in uno spazio contenuto. "A differenza di molte altre aziende del settore - spiega Paul L. Hart, direttore finanziario di Elecrovaya - noi non ci limitiamo a mettere sul mercato un prodotto che non inquina quando viene utilizzato. Infatti le nostre batterie al litio vengono prodotte senza l'utilizzo di solventi, che certo scompaiono nel prodotto finale, ma danneggiano la salute dei dipendenti dell'azienda e di chi vive nell'ambiente circostante la fabbrica". Elecrovaya ha usufruito anche di un cospicuo investimento da parte della provincia dell'Ontario: 16,7 milioni di dollari (l'equivalente di circa 14 milioni di euro) per finanziare la ricerca di batterie ai superpolimeri, e per favorirne la commercializzazione.

I nuovissimi pannelli solari di Morgan Solar potrebbero arrivare presto anche in Italia: "Siamo in trattative con un'azienda di Tremezzo, sul lago di Como - dice Nicolas Morgan, 36 anni - non dico il nome perché ancora il contratto non è chiuso". E' già concluso invece l'accordo con un'azienda francese. Il materiale utilizzato dai pannelli messi a punto da John Paul Morgan, 32 anni, ingegnere, fratello di Nicolas, utilizzano un particolare tipo di materia plastica, il metacrilato PMMA: "Nella seconda guerra mondiale veniva utilizzato per costruire i parabrezza degli aerei da combattimento". Un materiale resistente, che permette ai pannelli solari di durare dai 20 ai 25 anni, poco costoso e riciclabile al 50 per cento. Il microchip al centro, nel prototipo della Morgan Solar, permette una maggiore concentrazione dei raggi solari, favorita anche dalla curvatura del metacrilato. Particolari sistemi d'installazione evitano i problemi derivanti dal surriscaldamento.

Dal Canada dunque non arriva solo il Blackberry. Dalle sinergie tra le università e le aziende potrebbero arrivare presto molte novità. E anche le principali città potrebbero cambiare volto nel giro di pochi anni, a cominciare da Toronto, che sta investendo anche in un progetto a lunga scadenza di 'nuova città sostenibile', definito "Waterfront Toronto". Nuovi quartieri stanno già sorgendo e sorgeranno nei prossimi anni negli spazi liberi a ridosso delle rive dell'Ontario, quartieri 'sostenibili', con ampie aree verdi, canali, soluzioni che massimizzano il risparmio energetico come i pannelli solari e i 'tetti verdi'. Insomma, tra qualche anno, sulle rive dell'Ontario potrebbe esserci un'intera città 'verde'.

fonte: repubblica.it

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