Dobbiamo flagellare i nostri corpi consumisti sotto le sferzate dei sensi di colpa cattobuonisti lanciate da un po' tutti i giornali (nella scia dello spreco del pane scoperto (!!) subito dopo il natale dal Corriere della Sera), oppure dobbiamo soppesare ogni grammo di spreco e giungere alla conclusione - come fa Il Giornale - che in fondo ogni milanese scialacqua appena 6 grammi al giorno e quindi si tratta di una grossa bufala?
Dobbiamo compatire i poveri negozianti toscani che si lamentano che solo in questa regione i saldi sono partiti regolarmente il 7 gennaio, oppure dobbiamo compatire i poveri outlet toscani che non sanno come dire ai turisti dello shopping che vengono da Bologna, che i saldi non ci sono ma che - come raccontava giorni fa un inviato del Corriere - c'è un bancone di là... senza cartellini... un bancone insomma.... Si via che anche se i saldi ufficialmente non ci sono però in quel bancone... formalmente...?
Insomma: va aiutata l'economia rilanciando i consumi, come ci ripetono i governanti italiani da quando è scoppiata la crisi (per la verità questa ricetta è ben più datata), oppure bisogna sprecare meno e comprare meno risparmiando di più? Ma allora perché ci sono i saldi? E le rottamazioni? E gli (eco)-incentivi? E perché allora aprono centri commerciali e super-iper mercati ovunque, che sono nati esclusivamente per farti comprare più di quello che ti serv(irebbe), come dimostra perfino l'etimologia latina di questi due prefissi super e iper che indica appunto l'eccesso?
Ma non aveva detto giusto due giorni fa Zamagni, ancora sul Sole 24 ore, che oggi il mercato non è fatto dalle merci, bensì dai bisogni di servizi?
La realtà è che, al di là del pastone di turno "messo in bocca" ai giornali e ai loro lettori (e potenziali clienti) dalle varie associazione di categoria, ormai pare essersi sbriciolato il mito dell'economia classica che faceva corrispondere al mercato il risultato del rapporto tra domanda e offerta: i prezzi delle materie prime infatti sono dappertutto in aumento, ma la cosa nuova è che le scorte sono ai massimi perché la crisi ha frenato i consumi. Mentre l'economia reale ha subito tonfi spaventosi, l'economia finanziaria ha riguadagnato in questo 2009 tutto quel che aveva perso nel 2008 e ripreso a correre in quella che molti sostengono essere una corsa speculativa verso la nuova prossima e imminente bolla.
Da non economisti ci limitiamo ad evidenziare il fatto che quella attuale resta un'economia profondamente malata e che anche laddove riparte, riparte in modo non sostenibile (ambientalmente e socialmente, basta pensare al fatto che a discutibili riprese, cioè tutte da verificare, corrispondono dati certi riguardo all'aumento della disoccupazione). Di una governance globale-locale dell'economia non c'è neppure l'ombra, ma il fatto preoccupante è che sono totalmente scomparse anche quelle regole invocate a più riprese nel pieno della crisi.
fonte: greenreport.it
Nessun commento:
Posta un commento