Si tratta d’un piano d’azione composto di misure concrete e ambiziose, da attuarsi ad opera della Commissione e destinate a creare “un quadro favorevole basato su un duplice approccio: migliorare l’efficienza dei motori convenzionali – ha spiegato Tajani – e assicurare ai consumatori europei una mobilità a bassissime emissioni di carbonio”.
Con la crescita per ciò che riguarda i singoli Stati membri di piani dedicati alla mobilità elettrica, e dunque delle strategie di penetrazione nel mercato, si inizia ad avvertire la mancanza di un contesto europeo ben definito. I concorrenti a livello mondiale, sia nel continente americano che asiatico, stanno investendo massicciamente in ricerca e programmi mirati per passare dai modelli di trasporto attuali a quelli low carbon, coinvolgendo in molti casi gli stessi paesi Ue.
Per riguadagnare terreno la strategia comunitaria individua due piste da seguire contemporaneamente: la promozione di veicoli energicamente più efficienti e basati sui tradizionali motori a combustione interna e l’agevolazione di tecnologie innovative per mezzi a basse emissioni di CO2. La strategia è sintetizzabile in 8 punti chiave:
- Misure per ridurre le emissioni dei veicoli (Quadro normativo): la Commissione implementerà la legislazione in materia, proporrà un regolamento sui requisiti di omologazione per le due e tre ruote e quadri cicli, normerà il marketing ‘verde’, stilerà un inventario dei benefici di un “approccio integrato”.
- Sostegno alla ricerca e innovazione nelle tecnologie verdi: da perseguire anche tramite fondi della Banca europea, finanziamenti ai ricercatori ed una strategia mirata.
- Comprensione del mercato e informazione al consumatore: dagli orientamenti in materia di incentivi finanziari, alla revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia, fino ad un progetto che valuti le aspettative dei consumatori e dei comportamenti di acquisto. Rientrano in questo punto anche il progetto di “Etichettatura” delle auto (tramite emendamento alla direttiva 1999/94/CE) e la dimostrazione del progetto Electromobility.
- Cooperazione internazionale: anche a livello dell’armonizzazione del regolamento UNECE e per l’accesso ai materiali in approvvigionamento.
- Occupazione: la UE sollecita la creazione di una rete di osservatori nazionali degli Stati membri sulla base della dichiarazione del partenariato Automotive e finanziamenti ad hoc dal Fondo sociale europeo.
- Revisione di medio termine della legislazione sulle emissioni di CO2: tramite standard di prestazione per le autovetture nuove e l’inserimento nella normativa dei veicoli commerciali leggeri.
- Azioni specifiche per veicoli elettrici: assicurare che i veicoli a propulsione alternativa siano almeno altrettanto sicuri di quelli convenzionali; promuovere norme comuni che consentano a tutti i veicoli elettrici di essere ricaricati ovunque nell’UE; incoraggiare l’installazione di punti di ricarica pubblicamente accessibili; promuovere lo sviluppo di reti elettriche intelligenti; aggiornare le regole e promuovere la ricerca sul riciclaggio delle batterie.
- Governance: rilancio del gruppo CARS 21 da coordinar
e con il lavoro del Programma europeo sul cambiamento climatico (ECCP) e integrazione della strategia nel Libro bianco sulla politica europea dei trasporti.
fonte: rinnovabili.it
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