La civiltà umana rischia il collasso e con esso il Pianeta che viene depredato dai consumi: ogni giorno le risorse ingurgitate dalla popolazione mondiale sono pari a 112 grattacieli come l'Empire state building di New York, alto 381 metri, con l'antenna a 443 metri, e un peso stimato in 275.000 tonnellate. Complessivamente si estraggono 60 miliardi di tonnellate di risorse all'anno, circa il 50% in più rispetto a 30 anni fa. Questo, il quadro sugli scenari mondiali disegnato dal rapporto 'State of the world' del Worldwatch institute, presentato a Roma dal Wwf Italia e da Edizioni Ambiente - in collaborazione con la facoltà della comunicazione dell'università La Sapienza. Il rapporto tenta di trovare una strada per "evitare il collasso della civiltà umana" sostituendo gli attuali modelli consumistici con modelli 'naturali' incentrati sulla "sostenibilità".
È indispensabile, si legge, "una profonda trasformazione dei modelli dominanti con un nuovo contesto culturale" incentrato "su una rivalutazione della comprensione del 'naturale'". Oggi, infatti, tutto si incentra sui consumi: secondo quanto riportato dallo 'State of the world', un europeo medio usa 43 chilogrammi di risorse e un americano 88. E, aumentando i consumi, aumenta "l'estrazione dal sottosuolo di combustibili fossili, minerali e metalli, più alberi tagliati e più terreni coltivati": per esempio, "tra il 1950 e il 2005 la produzione di metalli è sestuplicata, il consumo di petrolio é aumentato di otto volte e quello di gas naturale di 14". Negli ultimi cinque anni, "i consumi sono aumentati vertiginosamente, salendo del 28%, dai 23mila 900 miliardi di dollari spesi nel 1996 e di sei volte dai 4mila 900 miliardi di dollari spesi nel 1960 (dollari del 2008)". Ma, come spiega il Worldwacth institute, soltanto alcuni di questi aumenti sono dovuti all'aumento demografico: nel 2006 i 65 paesi con alti redditi erano responsabili del 78% della spesa in beni di consumo ma costituivano solo il 16% della popolazione globale e solo negli Stati Uniti la spesa in beni di consumo è stata di 9mila 700 miliardi di dollari pari al 32% della spesa globale con il 5% della popolazione mondiale.
La popolazione mondiale è pari a 6,8 miliardi ma - dice il rapporto - "se tutti vivessero come gli statunitensi, la Terra potrebbe sostenere solo 1,4 miliardi di individui". Secondo il direttore scientifico del Wwf Italia, Gianfranco Bologna, curatore dell'edizione italiana del rapporto - è che "le attività umane stanno influenzando il sistema Terra" tanto da superare, almeno per il clima e la biodiversità, "i confini planetari consentiti oltre i quali si prevedono effetti drammatici per tutti i sistemi sociali del Pianeta". In particolare, spiega Bologna, per il clima si è superato il confine di concentrazione di Co2 in atmosfera, mentre per la biodiversità preoccupa l'aumento della perdita di specie. Il presidente del Worldwatch Institute, Christopher Flavin, ritorna sul cambiamento dei modelli di consumo: "Un tale mutamento, a livello globale, rimodellerebbe il modo di concepire e di agire dell'uomo alla radice" anche se per reindirizzare ci "vorranno decenni" e bisognerà toccare campi fondamentali come "l'istruzione e l'economia".
fonte: lanuovaecologia.it
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giovedì 1 aprile 2010
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