lunedì 12 aprile 2010

Via al patto nucleare tra Italia e Francia

Una ventina di accordi su nucleare, ferroviario, difesa e immigrazione, una promessa di collaborazione particolarmente stretta durante la presidenza francese del G8, sorrisi ma niente pacche sulle spalle: per una volta, Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy sono stati sobri e hanno puntato sul concreto, dando la loro benedizione ai protocolli firmati ieri da ministri e imprenditori. La loro stretta di mano consacra il ritorno dell'Italia nel campo dei paesi favorevoli all'atomo civile, anche se il presidente del Consiglio ha riconosciuto la necessità di convincere l'opinione pubblica sulla sicurezza delle future centrali.

Sarkozy non ha lesinato elogi per questa scelta. Dopo aver perso un mega-contratto da 20 miliardi di dollari ad Abu Dhabi, la Francia vede nel nostro paese uno sbocco importante per la sua industria nucleare: "Voglio rendere omaggio alla decisione storica del governo italiano di fare la scelta del nucleare, che ci avvicina di più. E' una decisione estremamente importante". La costruzione di quattro centrali entro il 2030 può arricchire le commesse dell'industria transalpina. E il capo dello Stato ha insistito sulla volontà di cooperare: "La nostra volontà è di lavorare mano nella mano con le aziende italiane. La Francia e le sue imprese sono veramente decise a investire nel lavoro con gli italiani".

Berlusconi sa però che gli italiani sono a dir poco esitanti di fronte alla scelta del governo. Ha ricordato che molte centrali francesi sono a ridosso delle Alpi e che un eventuale incidente, sia pur ritenuto impensabile, avrebbe conseguenze anche da noi, visto che le nuvole radioattive non conoscono frontiere. Bisognerà in ogni caso far opera di persuasione per "far passare la paura", magari con l'aiuto delle tv francesi e con le testimonianze di chi vive vicino agli impianti atomici. Secondo il presidente del Consiglio, "abbiamo di fronte, in attesa che si aprano effettivamente i cantieri, un periodo di maturazione dell'opinione pubblica italiana".

Eppure, ha continuato, "la decisione di ricominciare con il nucleare è assolutamente doverosa. Eravamo un paese all'avanguardia in questo campo, Enrico Fermi era italiano, nel 1964 avevamo già una centrale atomica in funzione". Ma dopo l'abbandono del nucleare, ha aggiunto, "in Italia l'energia viene pagata dai cittadini e dalle imprese circa il 30% in più di quel che pagano gli altri concittadini europei, il che ci mette in difficoltà per quel che riguarda la competitività delle imprese". E del resto gli industriali spingono in questa direzione, come hanno ricordato Antoine Bernheim e John Elkann, che hanno presentato i risultati del Foro di dialogo italo-francese organizzato dall'Ispi.

Berlusconi e Sarkozy non hanno mancato l'occasione per ribadire il loro sostegno alla Grecia: "C'è un piano e siamo pronti ad attivarlo in caso di bisogno", ha detto il presidente francese. Berlusconi gli ha fatto eco: "Un supporto è doveroso, ma è anche nel nostro interesse, altrimenti ci sarebbero conseguenze per la moneta unica". Sarkozy ha infine annunciato di voler associare strettamente l'Italia alla presidenza francese del G8-G20 l'anno prossimo.

fonte: repubblica.it

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