venerdì 23 gennaio 2009

Gas serra e aria inquinata : anche la natura é responsabile

Da un settimo a un quarto delle emissioni di alcuni gas serra come il metano e di altri idrocarburi volatili inquinanti vengono dalla natura e non dall’uomo. Sono i risultati di una ricerca pluriennale, sviluppata dal geologo degli idrocarburi Giuseppe Etiope, ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che ha prodotto nuovi dati. Le ultime novità nell’ambito di queste ricerche, che stanno rivoluzionando le convinzioni sui bilanci delle emissioni in atmosfera, riguardano due idrocarburi volatili come l’etano e il propano. Entrambi hanno un ruolo importante nella formazione, in seguito a processi fotochimici, dell’ozono troposferico, un gas nocivo per la respirazione (invece l’ozono stratosferico svolge il ruolo benefico di filtro delle radiazioni solari ultraviolette. Ebbene, le ricerche di Etiope, in questo caso svolte in collaborazione con Paolo Ciccioli, chimico dell’atmosfera del CNR, suggeriscono che almeno il 17% di etano e il 10% di propano emessi in atmosfera derivano dal degassamento terrestre. Il risultato è apparso alla comunità scientifica talmente rilevante da meritare la pubblicazione sull’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica internazionale «Science».

I RILEVAMENTI - In precedenza lo stesso Giuseppe Etiope, con un altro gruppo di ricerca, aveva determinato le emissioni geologiche di metano, che costituiscono almeno il 10% di quelle totali, aggiornando così il rapporto sui cambiamenti climatici redatto dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), organo delle Nazioni Unite che, nel 2007, ha riportato per la prima volta questi risultati. «Siamo partiti dai dati relativi alle emissioni di metano che abbiamo pubblicato negli anni precedenti - spiega Giuseppe Etiope - e abbiamo poi esaminato le quantità di etano e propano che si ritrovano insieme al metano nelle esalazioni geologiche e quindi calcolato i loro flussi. Un esercizio relativamente semplice ma che ha dato un risultato sorprendente».

DA DOVE VENGONO - Le emissioni naturali di idrocarburi si sviluppano principalmente nelle aree petrolifere: il gas accumulato nei giacimenti spesso fuoriesce e arriva in superficie naturalmente, attraverso faglie e rocce fratturate. Questo fenomeno, detto seepage è più diffuso di quanto si spensi. Ma a quanto ammontano in valore assoluto le emissioni geologiche naturali di questi gas? «Le emissioni geologiche di metano –risponde Etiope- ammontano ad almeno 50 milioni di tonnellate l’anno, ovvero 1/7 della quantità emessa dalle attività umane, che è circa 360 milioni di tonnellate. Ciò equivale all’effetto serra prodotto da più di 200 milioni di auto guidate in un anno. Quella geologica, dunque, è la seconda sorgente naturale di metano, dopo le cosiddette terre umide e superiore ad alcune sorgenti indotte dall’uomo, come le discariche o il trattamento dei rifiuti». «Quanto alle emissioni geologiche di etano e propano –aggiunge il ricercatore- esse sono stimate rispettivamente a circa 2-4 e 1-2,4 milioni di tonnellate ogni anno, ovvero 17% e 10% del totale; mediamente un quarto di quelle indotte dall’uomo, che sono pari a 6,5 milioni di tonnellate».

CONSEGUENZE - Quali effetti avranno queste scoperte ai fini degli studi sull’effetto serra? «Lo studio dei cambiamenti climatici si basa sulla conoscenza delle emissioni dei gas inquinanti, gas serra o produttori di ozono, sia naturali che indotte dall’uomo –spiega Etiope-. Le emissioni naturali non sono definite con precisione; sappiamo meglio quanto emette l’uomo. Se nel conto globale manca una parte delle emissioni, allora non possiamo capire le relazioni tra gas serra e cambiamenti globali. La scoperta di una nuova sorgente, come quella geologica, aumenta la responsabilità della natura e risolve alcuni rebus. I calcoli atmosferici hanno sempre suggerito una sorgente mancante di metano e etano, a cui nessuno ha mai dato una spiegazione esauriente, ovvero doveva esserci da qualche parte una fonte finora sconosciuta. Le nostre ricerche indicano che la sorgente mancante è proprio quella geologica naturale». Anche l’agenzia americana per l’ambiente (Epa) e quella Europea (Eea) stanno entrambe riformulando i loro inventari in seguito alle scoperte di Etiope. «Questo risultato -conclude Enzo Boschi, presidente dell’Ingv -conferma che i processi geologici e geofisici, come il degassamento di idrocarburi, possono avere un impatto significativo sull’atmosfera e sull’ambiente in generale».

fonte: corriere.it

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