martedì 27 gennaio 2009

Volo leggero

L'aereo a energia solare si prepara al decollo ma per ora è solo un prototipo. Intanto con i biocarburanti ricavati dalle alghe si lavora al prossimo passo avanti nella riduzione dell'impatto ambientale del traffico aereo. Secondo la Iata ci vorranno 50 anni per i voli a emissioni zero

L'aereo a energia solare si prepara al decollo: niente inquinamento, ma per ora è solo un prototipo che farà presto i primi voli di test con l'obiettivo di fare un intero giro del mondo nel 2011. Intanto con i biocarburanti ricavati dalle alghe si lavora al prossimo passo avanti nella riduzione dell'impatto ambientale del traffico aereo. La Iata, l'associazione mondiale delle compagnie aeree, si muove così verso l'ambiziosa "visione di un futuro" non vicinissimo: aerei a emissioni zero. "Ci crediamo, sarà possibile entro 50 anni", dice l'ad e direttore generale, Giovanni Bisignani.

La crisi economica "non sarà un freno": nonostante "5 miliardi di dollari persi nel 2008 e 2,5 miliardi di perdite attese per il 2009" la Iata "è decisa a continuare a proporre soluzioni efficaci". Un impegno per l'ambiente che Bisignani ha ribadito inaugurando, all'aeroporto di Fiumicino, una mostra itinerante su progetti e risultati dei progetti della Iata per l'ambiente. "Nessun altro settore è così unito nell'affrontare il problema", dice il numero uno dell'associazione che rappresenta circa 230 compagnie.
"La strategia della Iata sta dando risultati": nel 2009 "le emissioni dell'aviazione caleranno del 4,5%", con un aiuto anche dalla crisi, un "contributo del 2,5%" dovuto alla prevista riduzione dei voli. Dal 2004 "abbiamo risparmiato 59 milioni di tonnellate di CO2, pari a 12,2 miliardi di dollari di costi del carburante", indica Bisignani. 15 milioni di tonnellate di CO2 in meno nel 2008, con 5 miliardi di dollari risparmiati. Dal 2001 le compagnie hanno "migliorato l'efficienza nel consumo di carburante del 19%", e l'obiettivo entro il 2020 "é un miglioramento del 25% rispetto al 2005".
A medio termine si punta a "stabilizzare le emissioni pur incrementando i voli". Per poi guardare lontano, ad "un futuro senza più emissioni". I risultati più immediati sono legati agli investimenti per il rinnovo delle flotte. "Numeri impressionanti: nei primi 11 mesi del 2008 sono stati consegnati 1.037 nuovi aerei". E ne sono andati in pensione "881 ormai vecchi" e più inquinanti. Per il futuro prossimo, quella sui biocarburanti è la scommessa "più promettente": possono ridurre le emissioni di anidride carbonica "fino al 60%". La Iata punta a "usare il 10% di carburanti alternativi" entro il 2017: sono già decollati in volo di prova jet di Air New Zealand e Continental, e presto anche della Japan Airlines.
Servono soluzioni "giuste'', che "non impattino con il ciclo delle risorse alimentari" per esempio, come i mix con carburanti ottenuti da alghe o dall'arbusto della jatropha (che cresce in terreni non coltivabili). Quanto al sole, il prototipo della Solar Impulse farà presto, al massimo entro l'anno, i primi voli di prova. A bordo solo il pilota: un punto di partenza, la società (un progetto che la Iata sostiene come partner) punta a far volare un aereo solare con 100 passeggeri a bordo entro 40 anni. Quanto si può poi risparmiare in costi ed inquinamento con rotte più brevi e voli più puntuali? Si lavora anche su questo fronte. Un buon taglio delle emissioni può arrivare anche da decolli e atterraggi più efficienti, ma sono ancora pochi gli aeroporti pronti: meno di 50 in Europa, presto lo sarà anche Roma Fiumicino.
Mentre "eliminare il caos prodotto da 35 diversi gestori del traffico aereo" con il progetto Cielo Unico Europeo può "far risparmiare 5 miliardi di dollari e 16 milioni di tonnellate di CO2": la Iata chiede misure operative per il 2012, con obiettivi come "ridurre i 21 milioni di minuti in ritardi che abbiamo attualmente". Viene invece giudicato "illegale è sbagliato" il progetto europeo di inserire il settore nel sistema di scambio di quote di emissione regionale (ETS): serve, dice Bisignani, l'accordo dei "governi di tutto il mondo" su "una soluzione globale"

fonte: lanuovaecologia.it

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