Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha aperto la strada alla nuova 'auto pulita', chiedendo che venga riesaminata la possibilità di autorizzare la California a varare regole più severe sull'inquinamento atmosferico. Obama, che ha fatto l'annuncio nella 'East Room' della Casa Bianca, ha anche auspicato la definizione di regole più dure sui consumi automobilistici entro il 2011, oltre a chiedere che tutti gli edifici federali diventino 'verdi' e consumino meno energia nei prossimi anni. Rispetto al suo predecessore George W. Bush, quello annunciato ieri da Obama rappresenta un vero cambiamento di rotta, anche se non si tratta della svolta 'brutale' che alcuni avevano auspicato.
Il nuovo inquilino della Casa Bianca non ha infatti immediatamente concesso alla California, lo Stato più popoloso e quello in cui si vende il maggior numero di auto, l'esenzione alle regole federali sulle emissioni che provocano l'effetto serra. Obama ha chiesto all'Environmental Protection Agency (Epa), l'equivalente del nostro ministero dell'Ambiente, di riesaminare il caso californiano e quindi decidere sulla via da seguire. Nel 2007, l'Epa di George W. Bush, il predecessore di Obama, non aveva concesso l'esenzione. È probabile che l'Epa dirà di sì alla California, ma ci vorranno diversi mesi, per organizzare una serie di audizioni pubbliche. L'industria dell'auto si è sempre opposta strenuamente a queste misure e prospetta una serie di ricorsi, anche se in passato li ha sempre persi. I costruttori americani, in profonda crisi, sostengono che produrre auto per due mercati diversi, quello 'pulito' californiano, e quello 'tradizionale' pone una serie di grandi difficoltà tecniche e farebbe lievitare i costi.
I colossi di Detroit (Ford, Gm e Chrysler), vista la crisi che li ha colpiti, non sono però in posizione di forza, dato che per sopravvivere hanno ottenuto aiuti per oltre 17 miliardi di dollari. Il ragionamento di Obama è il seguente: l'America deve puntare all'indipendenza energetica, e le future auto pulite dovranno essere prodotte negli Stati Uniti. "Voglio essere assolutamente chiaro - ha detto Obama- il nostro obiettivo non è quello di porre nuovi ostacoli ad una industria già in pesanti difficoltà; è quello di aiutare i costruttori americani a prepararsi per il futuro". Con l'ipotesi di autorizzare la California a definire standard più severi sull'inquinamento auto, Obama, un democratico, ha di fatto sancito la nascita di un asse ambientalista bipartisan, con posizioni vicine a quelle del governatore Arnold Schwarzenegger, un repubblicano.
Nel 2007 la California di Schwarzy, seguita poi da altri 13 Stati soprattutto della costa orientale (tra cui New York, New Jersey Massachusetts e Pennsylvania), aveva chiesto all'Epa di autorizzare il Golden State a stilare regole più severe in materia di inquinamento auto. Un eventuale (e probabile) via libera dell'Epa alle regole della California significherà di fatto il varo di misure nazionali, visto il peso degli Stati in questione. Difficile credere che i costruttori continueranno a fare modelli più inquinanti per gli Stati del Midwest o per il Texas. Secondo la legge in vigore, il Clean Air Act, la California ha il diritto di stilare le proprie regole in materia di inquinamento auto, visto che lo Stato aveva varato la prima legge in materia prima dell'esistenza di una legge federale. Una volta concessa l'esenzione alla California, altri Stati hanno il diritto di seguire il suo esempio.
Schwarzy si è immediatamente congratulato con Obama per la decisione odierna, affermando che "la California e l'ambiente hanno ora un alleato forte alla Casa Bianca". La scorsa settimana, il governatore aveva scritto al neo-presidente, auspicando un nuovo esame da parte dell'Epa: "La Sua Amministrazione ha una opportunità unica per portare gli Stati Uniti a prendere la leadership globale nel risolvere i cambiamenti climatici".
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