martedì 24 febbraio 2009

Crisi della stampa e micropagamenti su internet


Le Monde dedica un interessante articolo alla crisi della stampa americana tra recessione economica e problemi strutturali. I dati, come è noto, non sono confortanti: dal 1992 la diffusione dei quotidiani negli Stati Uniti è calata del 20%.

La crisi degli investimenti pubblicitari sta mettendo a rischio giornali grandi e piccoli. Perfino testate autorevoli come il New York Times, la Washington Post e il Los Angeles Times sono in grave difficoltà. Crescono, è vero, i siti di informazione, ma anche questo settore per la prima volta tende alla stagnazione. Risultato: nel 2008 l'editoria ha mandato a casa 20.000 dipendenti.

La riflessione sull'avvenire dell'informazione, sull'evoluzione del mestiere di giornalista, sui nuovi modelli economici per adesso non hanno prodotto risultati apprezzabili. L'ultima proposta è di tornare ai micropagamenti per i servizi e l'informazione su internet. Una strada già tentata e percorsa con poca fortuna agli albori di internet (ricordate le syndication in Usa nella prima metà degli anni 90?). Personalmente non ci credo. Ma serei lieto di sbagliarmi.


Usa, editoria sempre più in crisi


L'editore del Philadelphia Inquirer e del Philadelphia Daily News ha annunciato il ricorso alla protezione dai creditori prevista dal Chapter 11. La città, un milione e mezzo di abitanti, si sveglia dunque con i suoi due maggiori quotidiani in bancarotta. Il Philadelphia Newspapers LLC, editore dei due giornali, ha motivato il ricorso alla normativa fallimentare con "un trittico raro formato da un calo drammatico dei ricavi, dalla peggiore crisi economica dai tempi della Grande Depressione e da una ristrutturazione del debito disallineata rispetto all'attuale situazione economica".

L'annuncio di Philadelphia Newspapers è arrivato il giorno dopo il ricorso al Chapter 11 da parte di Journal Register Co, editore di 20 quotidiani. La lista dei quotidiani Usa in crisi si allunga inesorabile. Nelle scorse settimane si era già registrato il fallimento di Tribune Co, l'editore del Chicago Tribune e del prestigioso Los Angeles Times.

La redditività di Philadelphia Newspapers quest'anno subirà una flessione drammatica, con un Ebitda stimato a circa 25 milioni di dollari rispetto ai 36 milioni dell'anno scorso, mentre i ricavi 2009 sono visti in calo del 10% circa.

Fra i creditori del gruppo editoriale figurano Royal Bank of Scotland, Mcg Capital Corp, Cit Group e il fondo pensione della Virginia. La rinegoziazione del debito, durata undici mesi, non ha portato a un risultato; così, il gruppo è dovuto ricorrere al Chapter 11 nonostante un bilancio in equilibro.



Intercettazioni: editori e giornalisti contro il Ddl Alfano


"Intercettazioni, no al bavaglio all'informazione": questo il titolo della manifestazione contro il disegno di legge Alfano che si terrà martedì 24 nella sede della Fnsi (Corso Vittorio Emanuele II, 349, Roma, ore 10,30). La protesta, questa volta, non vede scendere in campo solo i giornalisti, ma anche gli editori che saranno presenti con il presidente della Fieg Carlo Malinconico e il direttore generale Alessandro Brignone.

La protesta, spiega una nota del sindacato dei giornalisti, «vede schierato l'intero mondo del giornalismo italiano nella difesa della libertà di stampa che le norme del disegno di legge del governo vorrebbero imbavagliare e annullare con un "segreto tombale"».

«Il ddl Alfano - continua la nota - avrebbe l'effetto di espropriare i cittadini del diritto costituzionale ad essere
informati in modo corretto, compiuto e tempestivo eliminando così la loro possibilità di verificare, nel bene e nel male, il funzionamento della magistratura. Così facendo il governo in un solo colpo vorrebbe cancellare gli articoli 21 e 101 della Costituzione e le numerose e concordi sentenze della Suprema Corte di Cassazione che hanno definito i cronisti "cani da guardia" della democrazia, della Corte Costituzionale (che, come ha ricordato il presidente Giovanni Maria Flick, "vieta ogni forma di censura sulla stampa, sia diretta sia indiretta") e della Corte di Strasburgo, che veglia sul rispetto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali».

L'adesione degli editori alla manifestazione per la difesa della libertà di stampa e delle norme costituzionali è molto importante per rinforzare il fronte dei giornalisti che dallo scorso giugno si batte contro il ddl Alfano.

fonte: corriere.it

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