martedì 18 dicembre 2007

Smog e gomma, grigio Italia

Troppe auto, trasporto merci prevalentemente su strada e polveri sottili fuori controllo. È il Nord Italia a respirare peggio. Bene la superficie boschiva, l'acqua e il numero di aziende bio. L'annuario Apat/ I dati per settore - Istat: Famiglie preoccupate
Che si tratti di persone o di merci, in Italia si viaggia principalmente su strada. Nel 2006, rispetto al 1990, aumenta del 29% il trasporto stradale privato che arriva a costituire l’81,2% della domanda di trasporto passeggeri (di cui solo le autovetture il 75,3%). Vertiginosa crescita registrata nel campo del trasporto merci dal 1990 al 2005che in quindici anni supera il 30%. Anche se nel settore le stime preliminari del 2006 segnalano una contrazione dei valori, pari a circa il 4% rispetto al 2005, nello stesso anno, quello su strada continua a rappresentare la forma di trasporto merci privilegiata, arrivando a costituire circa il 70% del totale.

Restano ancora troppo basse le percentuali relative alle altre forme di spostamento delle merci: quelli via mare e su rotaia segnano rispettivamente un 16,1% e 9,9%, lasciando un marginale 0,4% al mezzo di trasporto aereo. Il rimanente 4% è relativo al trasporto dei combustibili nelle condotte di distribuzione. Gli italiani, dunque, non abbandonano le auto che si confermano mezzo principale di spostamento: il Belpaese è in prima posizione tra quelli europei con il più alto numero di veicoli per abitante (compresi motocicli e vetture commerciali). A livello mondiale solo gli Usa hanno un tasso di motorizzazione più elevato.

È il secondo invece, battuto solo dal Lussemburgo, nella classifica delle nazioni con il numero più alto di autovetture circolanti in base alla popolazione residente. L’annuario dei dati ambientali 2007, edito dall’APAT, che ogni anno mette a fuoco lo stato dell’ambiente nazionale, punta i fari sul sistema dei trasporti italiano che, fino al 2005, continua a percorrere una strada in controtendenza con la sostenibilità ambientale e si conferma, anche per il 2007, come fonte principale di emissioni in atmosfera. Illustrato dal Commissario straordinario dell’Apat Giancarlo Viglione, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e dei Presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, Ermete Realacci e Tommaso Sodano, anche nella sua sesta edizione l’Annuario dell’Agenzia passa l’ambiente ai “raggi x” evidenziando chiari e scuri, per un’esatta diagnosi e cura.

Inquinamento atmosferico e acustico, consumi energetici e rifiuti si confermano ancora i mali più gravi del Paese, mentre restano per lo più stazionari i consumi di acqua, che migliora invece in termini di qualità. Situazione positiva anche per la biodiversità e in particolare per la quantità di superficie territoriale coperta da bosco che, fino al 2006, si rivela in costante aumento. Continua a essere superato il numero di giorni/anno stabiliti dalla legge per il Pm10; nel 2006, infatti, alcune città hanno esaurito i 35 giorni consentiti già entro la prima metà di Febbraio. Il Nord in particolare “non respira” e si conferma come la situazione più critica del Paese. A livello generale si “alzano i volumi” e aumenta l’inquinamento acustico dovuto al traffico stradale, ferroviario e aereo, mentre la tipologia di sorgente ritenuta fortemente disturbante per eccellenza dai cittadini, rimane quella relativa alle attività commerciali e di servizio.

Crescono anche i consumi di energia nazionali, mentre il primato per la regione più “energivora” d’Italia, spetta alla Lombardia. Si producono sempre più rifiuti sia per quanto riguarda la produzione totale, sia per quelli urbani e non decolla la raccolta differenziata che rimane molto diversificata passando da una macroarea geografica all’altra. Diversa, invece, la situazione ecologica dei nostri fiumi, che rientrano nelle classi “Ottima e Buona” e non particolarmente critica quella dei nostri laghi che si guadagnano un giudizio compreso tra “Sufficiente e Ottimo”. Inoltre, grazie alle attività di forestazione e di espansione naturale del bosco, cresce il coefficiente di boscosità, anche se questo trend è stato contrastato dal numero elevato di incendi registrati nei primi otto mesi del 2007.

L’Italia, infine mantiene la leadership europea per numero di aziende biologiche e per superficie interessata, seguita dalla Germania e dalla Spagna. Consegnato, quest’anno per la prima volta, il premio per la regione con i migliori indicatori di gestione della qualità dell’aria. Ad aggiudicarsi la prima posizione, il Piemonte che, in qualità di vincitore condurrà, insieme ad Apat, Icr (Istituto Centrale del Restauro) e Arpa Piemonte, uno studio finalizzato alla verifica degli effetti dell’inquinamento atmosferico sul patrimonio storicoarchitettonico, con un approfondimento di indagine su una specifica opera.

fonte: lanuovaecologia.it

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