700, forse 800, persone, con la presenza di molti dei player più qualificati nel settore, ad ascoltare il 25 marzo la presentazione del rapporto del Politecnico di Milano sullo stato dell’energia solare in Italia nel 2008, con la parte del leone fatta dal fotovoltaico. Una conferma non solo dell’interesse suscitato dal tema, ma anche – direi soprattutto – di una incontrovertibile realtà: ormai ci troviamo di fronte a un settore produttivo consolidato.
Il fatturato della vendita di impianti FV in Italia nel corso dl 2009 è stato di 2,34 miliardi di euro, +28% rispetto al 2008, a conferma della valenza anticiclica del settore., dato che riflette solo parzialmente la crescita della potenza installata, in quanto l’effetto congiunto di una potenza media più elevata degli impianti e di un calo in media del 30% del prezzo dei moduli ha ridotto in misura significativa il costo degli investimenti.
Il numero degli operatori attivi sul mercato italiano, superiore a 700, a cui si aggiungono alcune migliaia di operatori locali, coinvolti principalmente nell’installazione degli impianti, e 430 fra banche e istituti di credito. Nel 2009 si è verificato un aumento del 12% nel numero degli opeatori rispetto all’anno precedente, aumentando ulteriormente il livello di competizione, con effetti particolarmente visibili sulla parte upstream della filiera, meno su quella..downstream, dove attività quali la progettazione e installazione rappresentano segmenti che impediscono il pieno dispiegarsi dell’effetto della riduzione dei prezzi nella parte più a monte. Non siamo quindi ancora entrati in una fase di relativa stabilizzazione del settore, anche se il rapporto dell’Energy & Strategy Group ritiene che sia in fase di decollo quello che definiscono “un processo darwiniano di selezione delle imprese italiane del fotovoltaico”, con presumibili ricadute in termini di riduzione dei costi, in quanto a sopravvivere saranno le aziende più efficienti.
Se la modulazione degli incentivi accompagnerà in modo funzionale la riduzione dei costi, destinata a continuare anche nei prossimi anni, le potenzialità del fotovoltaico italiano vanno ben al di là dell’obiettivo di 8.000 MW al 2020, confermato dal sottosegretario Saglia nell’intervento di chiusura del convegno. Il potenziale teorico di crescita del fotovoltaico in Italia al 2020 stimato dal rapporto .è pari a 39.300 MW, suddiviso per settori di applicazione come illustrato nella Tabella seguente.
Si tratta evidentemente di obiettivi irrealistici, perché sia le reti, sia il sistema industriale e dei servizi non sarebbero in grado di adeguarsi a uno strappo verso l’alto di queste dimensioni. Inoltre l’onere delle incentivazioni richieste almeno per un certo numero di anni sarebbe intollerabile. Essi mettono tuttavia in luce i margini realistici di crescita al di là degli 8.000 MW ufficialmente previsti per il 2020. D’altronde secondo le previsioni esposte al convegno dall’ing. Montanino del GSE a fine 2010 l’Italia potrebbe avere già 2.500 MW installati, per cui un risultato di 10.000 – 12.000 MW al 2020 sembra più congruente.
D’altra parte secondo il rapporto un impianto da 200 kW con scambio sul posto dovrebbe raggiungere la grid parity nel Sud per il 2016 e mediamente nel 2018 per l’Italia, mentre per gli impianti più piccoli e quelli a terra dell’ordine del MW la scadenza si collocherebbe fra il 2020 e gli anni immediatamente successivi, richiedendo peraltro incentivi molto modesti nell’ultimo periodo. Incentivi che, sempre secondo il rapporto, per due terzi creerebbero un corrispondente introito per lo stato sotto forma di fiscalità di varia natura.
fonte: rinnovabili.it
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