In migliaia in piazza sabato scorso per colorare Roma di blu e difendere l'acqua, "il bene più grande", contro "chi vuole ridurla a merce". Nel giorno della manifestazione del Pdl, i movimenti per l'acqua hanno invece sfilato nella Capitale in un altro corteo, per chiedere la "ripubblicizzazione del servizio idrico". In piazza, ma con una posizione diversa, anche Legambiente, contraria a ogni norma che obblighi alla privatizzazione del servizio idrico nel nostro Paese ma favorevole a lasciare a Comuni e Regioni la scelta del modello di gestione.
“Distinguere in modo rigido, come fanno molti paladini della privatizzazione, tra proprietà dell’acqua che deve rimanere pubblica, come peraltro sancito da innumerevoli norme di legge e convenzioni internazionali, e gestione del servizio che va affidata ai privati, è una formula astratta - siega il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Se, come sta avvenendo in quasi tutti i casi di privatizzazione del servizio, i privati che gestiscono l’acqua sono grandi imprese multinazionali, questo rende assai complicato per i ‘controllori’ fare valere l’interesse pubblico nei confronti dei ‘controllati’. E non è vero che l’Europa impone agli stati membri la privatizzazione dei servizi idrici”.
Il mondo delle associazioni ma anche rappresentanti del mondo politico, dei sindacati e delle istituzioni locali hanno preso parte all'iniziativa organizzata dal Forum dei movimenti per l'acqua, che ha visto sfilare da Piazza della Repubblica a Piazza Navona circa 200 mila persone, secondo gli organizzatori.
In testa al corteo, dietro lo striscione dalla scritta 'Ripubblicizzare l'acqua. Difendere i beni comuni, hanno sfilato diversi sindaci con la fascia tricolore, e rappresentanti di vari Comuni, tra cui quello di Napoli, portando i gonfaloni delle proprie città e aderendo alla protesta. Più volte, insieme, i sindaci hanno alternato un canto corale sulle note di 'Bella ciao' allo slogan 'Acqua libera'.
Dietro un mappamondo gigante, con un rubinetto che spuntava dal globo, molti manifestanti hanno disegnata sul volto una goccia: una sorta di lacrima contro la privatizzazione dell'acqua. Altri hanno sfilato con damigiane contrassegnate da codici a barre.
Tanti gli slogan contro il decreto Ronchi "che prevede la cessazione delle società pubbliche per la gestione del servizio idrico entro la fine del 2011" e la diminuzione della quota di partecipazione pubblica, che passerà dall'attuale 51% al 30% entro il 2015".
In piazza Navona è stata anche lanciata la campagna referendaria che partirà da aprile: tre referendum abrogativi che puntano a spianare la strada alla ripubblicizzazione dell'acqua e all'approvazione di una legge di iniziativa popolare, già consegnata in Parlamento nel 2007.
Al corteo, cui hanno aderito tra gli altri Rifondazione comunista, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà e Verdi, non sono mancate polemiche nei confronti della manifestazione del Pdl, che si svolgeva contemporaneamente dalla parte opposta della capitale.
fonte: lanuovaecologia.it
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