giovedì 25 marzo 2010

Tetti ‘smart’ che risparmiano energia con l’olio cotto

Dalla cucina al tetto, l’olio esausto potrebbe trasformare le coperture delle case in strutture camaleonte capaci di regolare l’isolamento a seconda della temperatura esterna riflettendo i raggi del sole nelle giornate calde e assorbendoli quando fa freddo. Risultato, si riduce il carico di riscaldamento e raffreddamento.
L’idea di impiegare materiali edili e rivestimenti speciali per ridurre l’importo sulla bolletta non è nuova, ma il passato ha visto per lo più soluzioni “stagionali”, basti pensare ai tetti bianchi. Nel percorso verso tecnologie che assicurino in tal senso il massimo risparmio energetico recentemente è iniziato a passare il concetto di coperture che agiscano, al pari del rettile sopracitato, come sistemi in grado di modulare le proprietà ottiche (vedi il prototipo realizzato dal MIT) e di conseguenza il passaggio del calore.
Per Ben Wen, vice presidente della società newyorkese United Environment & Energy, si è trattato di guardare ad un rifiuto particolarmente problematico a livello di smaltimento come l’olio di cottura esausto, trasformandolo in una risorsa edilzia. A partire da questo scarto alimentare infatti l’azienda ha realizzato un polimero liquido e inodore che indurisce dopo l’applicazione sul substrato. Nei test effettuati in condizioni sperimentali “estive”, applicato a specifiche assicelle, è riuscito a ridurre la temperatura dal 50 all’80%, innalzandola in condizioni “invernali” dell’80%. Il prodotto contiene quello che la società definisce l’ingrediente segreto capace di controllare i livelli dei raggi infrarossi e a seconda dei casi permettere, modificandone la composizione, di calibrare il passaggio dalla modalità “assorbente” a quella “riflettente” per temperature ambientali specifiche. “Questo è uno dei materiali di copertura più innovativo e pratico sviluppato fino ad oggi – ha affermato Wen. – Aiuterà a risparmiare energia e a ridurre le emissioni dei composti volatili dovute ai prodotti di rivestimento a base di petrolio. Inoltre fornirà una seconda vita a milioni di litri di olio esausti provenienti dalla frittura di patatine e bocconcini di pollo”. Finanziata dal Doe statunitense, la ricerca è stata presentata al 239° Congresso Nazionale dell’American Chemical Society (ACS), tenutasi recentemente a San Francisco e nel corso del quale il vice presidente ha annunciato che il rivestimento sarà disponibile sul mercato, a prezzi contenuti, nell’arco di tre anni.

fonte: rinnovabili.it

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