mercoledì 11 luglio 2007

ACQUA GIALLA E SPORCA, PECHINO TREMA

È la quintessenza dello spirito della nazione: la rappresentazione autentica del forza, quella veramente inarrestabile, ma che si piega al recipiente che la contiene. L'acqua è la Cina, è quella che riempie l'alveo del fiume e prende la forma del drago, è la potenza come viene descritta dall'antico testo di filosofia, il Tao Te Ching, o è il supremo male, quando diventa la tortura della goccia. Che quindi, nella fiera dei falsi cinesi, abbiano falsificato anche l'acqua ha un che di sacrilego, di «peccato», di orrore insopportabile.Eppure era troppo facile per resistere a questa tentazione. Infatti in questi giorni il quotidiano della capitale «Tempi di Pechino» denuncia che circa la metà dell'acqua «minerale» che si beve della città è falsa. È una truffa che colpisce la nuova classe media cinese. Mentre infatti in passato, in tempi di povertà, tutti si limitavano a bollire l'acqua del rubinetto come forma di sterilizzazione, oggi, chi può, si compra l'acqua «disinfettata» o minerale, che si beve da grandi boccioni con il dispensatore. Secondo l'indagine, condotta dal giornale con l'appoggio del governo cittadino, oltre la metà dell'acqua dei boccioni è falsa. I marchi più copiati sono la Wahaha, la Robust, la Nestlé e la Yanjing per un totale di 100 milioni di boccioni all'anno: un valore di circa 100 milioni di euro.«Queste sono cifre prudenti» ha spiegato al giornale un funzionario della municipalità, che da sette anni segue i movimenti dell'acqua di Pechino. Dentro il barile con il marchio, intraprendenti falsari mettono acqua filtrata in casa - se non vogliono correre rischi di avvelenare qualcuno, cosa che porta la pena di morte - oppure semplice acqua del rubinetto. Che ci fossero dei falsi nell'acqua era cosa nota. Ma, secondo i dati ufficiali, fino al 2002 la falsa acqua era circa il 20% di quella in circolazione: una cifra enorme, ma inferiore a quella attuale. Paradossalmente l'aumento dell'acqua falsa è coinciso con il miglioramento dell'acqua del rubinetto. Fino a qualche anno fa l'acqua a Pechino non era potabilizzata. Ora, in vista anche delle prossime olimpiadi, si può bere dal rubinetto. Se non fa male, e quindi diminuiscono i rischi penali, allora perché semplicemente non venderla a chi vuole comunque pagare per restare più tranquillo?La difficoltà - spiegano gli stessi addetti delle aziende falsificate - è l'estrema frammentazione del mercato cinese. Per fornire tempestivamente acqua ai clienti, i grandi marchi hanno decentrato i punti di imbottigliamento e alcuni di questi fanno parte della truffa: imbottigliano una parte di acqua vera e una parte di acqua falsa. Poi sta agli imbottigliatori decidere a seconda dei clienti: se l'indirizzo è «importante» o il cliente è di vecchia data, allora si consegna l'acqua buona, altrimenti via libera all'acqua falsa. Il traffico della città, le maggiori richieste del mercato creano nuove opportunità per i falsi. Ogni famiglia tiene in casa un paio di boccioni. Quando sta per finire la scorta, vuole ricevere nuova acqua entro mezz'ora: a questo è stata abituata dalla nuova efficienza dei servizi. Ma spostare boccioni d'acqua per mezza città complica la gestione e aumenta i costi. Per questo le aziende hanno sparpagliato l'imbottigliamento.Contro l'acqua falsa qualcuno si compra complicati marchingegni che dovrebbero purificare l'acqua del rubinetto, ma poi capita di scoprire (come al sottoscritto, ndr) che anche l'impianto di depurazione era falso. I più attenti, invece, si comprano speciali misuratori della pesantezza dell'acqua, che calcolano di volta in volta quanto sia pura o meno il prezioso liquido. La gente protesta, le aziende truffate per milioni all'anno protestano anche di più. L'acqua di marca costa di più, quella di marchi sconosciuti si prende a meno, magari non nel grande magazzino, ma appena fuori dall'entrata. Un bidoncino costa anche mezzo euro, che comunque è 20 volte di quanto sia costato al venditore questa acqua falsa.La cosa è grave? È gravissima, dice la signora fuori dal supermercato, ma stringe le spalle: ci sono le medicine false, il cibo contaminato, l'acqua che in campagna è avvelenata dell'inquinamento e l'aria che odora di carbone e acido solforico. «Alla fine - dice - l'acqua falsa delle città impasta tutto. Non poteva essere diverso. È la modernità. Forse passerà».

fonte: greenplanet.net

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