Consumare meno energia è impossibile: la colpa è dei gadget e dei dispositivi hi-tech. Tutti i moderni apparecchi tecnologici presenti nelle abitazioni renderanno vano qualsiasi progetto di risparmio energetico. Lo sostengono i ricercatori dell'Energy Saving Trust nel report «The ampere strikes back», all’interno del quale viene messo in luce che attualmente il 33 per cento dei consumi energetici domestici è correlabile proprio alla vasta gamma di dispositivi presenti in ogni abitazione, e che da qui a 13 anni si arriverà al 45 per cento.
VECCHIO RISPARMIO – Ogni anno i cittadini britannici spendono 12 miliardi di sterline (circa 8 miliardi di euro) in elettronica di consumo nuova di zecca che molto spesso poi risulta meno efficiente della vecchia tecnologia – sottolineano i ricercatori dell’Energy Saving Trust. La cosa migliore da fare sarebbe quindi scendere in cantina e spolverare il vecchio e ingombrante apparecchio tv prima di rimetterlo in salotto al posto dello schermo digitale ultrapiatto (tecnologia presente nell’80 per cento delle abitazioni del Regno Unito), che se da un lato è più bello, dall’altro implica consumi maggiori. Lo stesso discorso vale per le radio analogiche, più amiche del risparmio rispetto alle cugine digitali.
ELETTRONICA DI CONSUMO SOTTO ACCUSA - «Il vecchio tubo catodico consumava circa 100 watt, mentre i nuovi televisori richiedono il triplo dell’energia per funzionare. Negli altri settori questo non avviene: quando si parla di frigoriferi o lavatrici intelligenti, l’evoluzione tecnologica corrisponde di solito anche a una maggiore efficienza in termini di risparmio energetico», ha spiegato la dottoressa Paula Owen, autrice dello studio. Gli studiosi avvertono: nel 2020 saranno necessarie 14 centrali elettriche solo per alimentare tutta l’elettronica di consumo che si stima sarà presente nelle case britanniche. Comunque sia, la raccomandazione è sempre la stessa: quando si smette di utilizzare un qualsiasi apparecchio è bene ricordarsi di spegnerlo, staccare la spina e non lasciarlo in stand-by.
fonte: corriere.it
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