mercoledì 18 luglio 2007

SMOG: arriva nuova direttiva UE

Arriva la nuova direttiva sulla qualità dell'aria, che rivede gli standard per la concentrazione in aria del PM10 e ne introduce di nuovi per il PM2,5 (frazione fine del particolato maggiormente responsabile dei danni alla salute) e inoltre riorganizza in un unico processo informativo che avverrà in via telematica gli attuali due flussi di informazione sulla qualità dell'aria (flusso informativo e flusso normativo) tra Commissione Europea e Stati Membri. Recente sì della Commissione Europea infatti alla "Posizione comune" adottata dal Consiglio Ue, che approva la nuova direttiva sulla qualità dell'aria nel territorio comunitario.L'Esecutivo Ue ha formalizzato lo scorso 29 giugno 2007 il proprio accordo sul testo della direttiva destinata a sostituire gli attuali provvedimenti Ue in materia di qualità dell'aria, ossia le direttive 96/62/Ce, 1999/30/Ce, 2000/69/CE e 2002/3/Ce. Il provvedimento ha infatti l'obiettivo di chiarire e semplificare la legislazione sulla qualità dell'aria: riunisce in un testo unico la direttiva quadro del 1996 e le tre direttive derivate, oltre alla decisione sullo scambio di informazioni. La direttiva in cantiere prevede infatti la integrazione in un unico provvedimento di diverse ed attuali norme in materia di qualità dell'aria, tra cui: la direttiva 96/62/Ce in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente; la direttiva 1999/30/Ce concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo; la direttiva 2000/69/Ce concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell'aria ambiente; la direttiva 2002/3/Ce relativa all'ozono nell'aria; la decisione 97/101/Ce del Consiglio che instaura uno scambio reciproco di informazioni e di dati provenienti dalle reti e dalle singole stazioni di misurazione dell'inquinamento atmosferico. Aggiorna inoltre le disposizioni relative alla valutazione e alla gestione della qualità dell'aria, in particolare imponendo agli Stati membri di realizzare piani e programmi atti a garantire il rispetto dei limiti fissati. In particolare sotto accusa le particelle inquinanti maggiormente responsabili dei danni alla salute umana, come le Pm2,5 e Pm10. Sui limiti di emissione in atmosfera degli inquinanti il Parlamento ha chiesto misure più severe di quelle originariamente fissate dalla Commissione. In base allo schema originario di direttiva, i termini per l'attuazione sul piano nazionale delle nuove norme in tema di qualità dell'aria sono stabiliti nel 31 dicembre 2007. Per il regime di transizione dalle vecchie alle nuove norme è invece previsto un calendario che giunge fino al 2010. In base al progetto sono infatti previste proroghe per l'allineamento ai nuovi parametri delle zone critiche, mentre alle industrie non saranno richieste misure di contenimento che vadano oltre le Bat, le migliori tecniche disponibili. Grazie al provvedimento in itinere e alle altre misure contemplate nella strategia tematica in materia di lotta all'inquinamento, i benefici per la salute supereranno di almeno cinque volte i costi. Malgrado il notevole miglioramento della qualità dell'aria in Europa, favorito dalla legislazione e da altri fattori, l'inquinamento atmosferico continua ad avere gravi conseguenze per la salute umana e per l' ambiente. La Commissione ha pertanto elaborato la sua strategia che fissa una serie di obiettivi ambiziosi, realizzabili entro il 2020, per proteggere la salute umana e l'ambiente dall'inquinamento atmosferico. La Commissione ha cercato la soluzione che offrisse il miglior rapporto costi-efficacia e fosse coerente con gli obiettivi di crescita e occupazione previsti dalla strategia di Lisbona e con la strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile. Si ritiene che la strategia permetterà di ridurre il numero di morti premature causate ogni anno dal particolato e dall'ozono da 370.000 nel 2000 a 230.000 nel 2020. Senza la strategia, le morti premature nel 2020 sarebbero ancora più di 290.000. Secondo le stime, la strategia comporterà una serie di benefici per la salute (riduzione del numero di morti premature, minor numero di malattie, riduzione dei ricoveri ospedalieri, aumento della produttività, ecc.) quantificabili in almeno 45 miliardi di euro l'anno.Tali benefici superano di oltre cinque volte i costi di attuazione della strategia, che secondo le stime ammontano a circa 7,1 miliardi di euro l'anno, pari allo 0,05% del Pil dell'Ue-25 nel 2020.

fonte: ambiente.it

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