venerdì 13 luglio 2007

Reti colabrodo, emergenza idrica

Mezza Italia nell'incubo dell'emergenza idrica. La siccità diminuisce i livelli negli invasi del Nord, le reti colabrodo fanno perdere al Sud milioni di litri d'acqua. Puglia e Sicilia le regioni più colpite, ma difficoltà si segnalano anche in Calabria, dove il comune di Reggio ha emesso un'ordinanza che proibisce di utilizzare l'acqua per usi non potabili dopo che alcuni quartieri sono rimasti a secco per giorni. "Per fortuna le piogge nelle regioni meridionali sono state abbondanti, altrimenti sarebbe stata una catastrofe - dice il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso - Le reti e le infrastrutture sono da terzo mondo ed è incivile che intere città, da Taranto ad Agrigento, si siano abituate ad avere l'acqua ogni dieci giorni. Gli enti locali devono fare di più. I soldi ci sono ma la burocrazia blocca la realizzazione delle opere. Alla fine a pagare sono i cittadini". La situazione più drammatica si registra in Puglia. E in particolare a Taranto, dove anche ieri è mancata l'acqua a causa dell'abbassamento del livello dei fiumi campani Sele e Calore, che servono l'acquedotto. Risultato? Da più di una settimana in alcuni quartieri non arriva una goccia d'acqua. Quella pugliese è un'emergenza dichiarata, ma in Sicilia non va meglio. Ad Agrigento fino a poche settimane fa l'acqua mancava anche per 18 giorni consecutivi: "Adesso la situazione è migliorata, in alcuni quartieri arriva ogni tre giorni, in altri ogni sei", dice il neo-sindaco Marco Zammuto. Motivo, le reti vecchie di sessant'anni e un sistema di approvvigionamento che entra facilmente in tilt. Nonostante gli invasi siciliani siano quasi pieni, basta un guasto a un dissalatore, come quello di Gela, per far mancare l'acqua a migliaia di persone. A Licata, 40 mila abitanti in provincia di Agrigento, l'acqua non arriva da 8 giorni. A Caltanissetta arriva a giorni alterni: "Ma in periferia manca anche per tre giorni consecutivi", dice il sindaco Salvatore Messana. Il mese scorso si è rotto il dissalatore di Trapani: otto Comuni sono rimasti senz'acqua per 20 giorni perché non c'erano altre fonti di approvvigionamento disponibili.
Situazione critica anche nel Centro Italia, soprattutto a causa della siccità. Ieri nelle Marche il presidente della Provincia di Pesaro, Palmiro Ucchielli, ha vietato agli agricoltori prelievi d'acqua lungo la vallate del fiume Metauro in secca. "In questa regione c'è un calo del 30 per cento nelle fonti di approvvigionamento. Ma ci sono problemi anche in diversi comuni dell'Appennino Tosco-Emiliano e dell'Umbria che da settimane vengono forniti con autobotti", spiega Bernardo de Bernardis, commissario della Protezione civile per l'emergenza idrica al Nord. Anche il presidente della Provincia di Perugia, Giulio Cozzari, ha sospeso ieri le concessioni per prelevare acqua dal lago Trasimeno, calato di 94 centimetri rispetto ai livelli di guardia. A rischio sono infine gli agricoltori e decine di Comuni del Nord. "Abbiamo ricevuto segnalazioni di problemi di approvvigionamento anche da alcune zone montane del Piemonte - continua De Bernardis - Il Po è in secca, non a caso oggi (ieri, ndr) ho emesso l'ennesima ordinanza per diminuire dell'8 per cento i prelievi per uso agricolo da Torino a Venezia. Viviamo in perenne emergenza idrica".

fonte: repubblica.it

1 commento:

firak ha detto...

Inutile aspettare. Bisogna creare un movimento, delle iniziative inpreditoriali, per la depurazione e riciclo di acque bianche.
Con tecnolgie come l'EM-Farming e fitodeporazione inpianti di questo genere sarebbero efficaci per il risparmio idrico.
Aspettrasi che aziende di depurazione acqua attuali, che non sono in grado di arrivare ad una depurazione ottimale di poter fare qualche cosa è utopia. AAA scercasi inpreditore ambientale per costruzioni impianti di riciclo acque in puglia, con Microrganismi Efficaci e fitodepurazione.

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