lunedì 21 aprile 2008

Per il petrolio nuovo primato a 117 dollari

La corsa del greggio non si arresta: il petrolio di qualità Wti (il greggio di riferimento negli Stati Uniti) sfonda anche quota 117 dollari e raggiunge il nuovo record a 117,40 dollari al barile sul mercato elettronico after hours di New York.
Primato anche per il Brent, il petrolio del mare del Nord che tocca i 114,65 dollari al barile.

OPEC - A pesare sulle quotazioni, oltre alla debolezza del dollaro sui mercati valutari (con l'euro vicino al massimo di tutti i tempi a quota 1,60 contro il biglietto verde), ci sono anche le dichiarazioni del segretario generale dell'Opec, Abdullah Al-Badri, che ha escluso aumenti di produzione da parte del cartello dei produttori.

PRODI - E sul problema causato dal prezzo elevato del petrolio è intervenuto anche il presidente del Cosniglio uscente, Romano Prodi: «È necessario che i prezzi petroliferi siano relativamente stabili a livelli accettabili sia per i consumatori che per i produttori. Prezzi del petrolio troppo alti pesano sull'economia mondiale, specie sui paesi più poveri, con un costo, diretto e indiretto, per l'economia mondiale stimabile in 500 miliardi di dollari ogni 10 dollari di aumento del prezzo del barile. Il tema dell'energia pone enormi sfide per il futuro», sfide che «richiedono un forte impegno comune per individuare scelte condivise e sviluppare azioni sinergiche ed efficaci» ha detto Prodi, intervenendo all'International Energy Forum di Roma. Secondo Prodi, le scelte che devono essere prese «richiedono un dialogo sempre più intenso tra tutti gli attori coinvolti: governi e organismi internazionali, produttori e consumatori, Paesi industrializzati ed emergenti, istituzioni e soggetti privati». Ma anche, osserva, «scelte improntate alla coerenza tra i grandi obiettivi a livello globale (sicurezza energetica, clima, lotta alla povertà) e le politiche che scegliamo per raggiungerli; coerenza tra questi macro-obiettivi e le politiche settoriali che definiamo a livello micro (come le politiche dei trasporti); coerenza tra gli impegni che ci prefiggiamo e l'effettiva attuazione delle misure per conseguirli». «Si sta delineando un conflitto tra cibo e carburante, con disastrose conseguenze sociali a fronte di dubbi benefici ambientali. Non possiamo rimanere a guardare» ha poi aggiunto Prodi. Secondo il premier «è molto preoccupante quello che sta avvenendo sul mercato delle materie prime agricole. L'aumento dei prezzi, stimolato, oltre che dalla crescente domanda alimentare, dall'incremento della coltivazione di biocarburanti, sta producendo forti tensioni in molti Paesi». Per il premier «è necessario valutare con attenzione le politiche di incentivi e sussidi per evitare effetti distorsivi sulla corretta allocazione delle risorse». «I governi - conclude Prodi - hanno la responsabilità di evitare che le politiche adottate per risolvere un problema ne creino un altro».

fonte: corriere.it

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