venerdì 21 settembre 2007

Dall'Ue stop alla pesca del tonno. Era ora!

Nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale il tonno non potrà più essere pescato per tutto il 2007. Lo ha deciso la Commissione Europea. Finalmente. È da sempre che Greenpeace denuncia la situazione fuori controllo della pesca del tonno. Italia e Francia avevano già imposto il blocco a luglio. E la decisione dell'Ue arriva soltanto a metà settembre.
Non si tratta di un risultato inatteso, dopo l'esito delle varie riunioni dell'Iccat, la Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno rosso. Nel 2006 il Comitato Scientifico dell'Iccat era stato chiaro: lo stock di tonni è a rischio collasso, solo una serie di misure di protezione – tra cui la riduzione delle catture a 15.000 tonnellate/anno e una rete di riserve marine - potrà salvarlo.
Greenpeace ha scoperto attività illegali di pescherecci Ue - anche italiani - che sono stati visti imbarcare i tonni su cargo frigo con bandiera ombra. Greenpeace ha inoltre verificato che molte gabbie di ingrasso presenti in Italia sono vuote. Eppure si chiedono nuovi impianti, come in Costiera Amalfitana: è evidente che c'è in ballo un grande interesse per i ghiotti finanziamenti dell'Ue.
Agli inizi di settembre Greenpeace ha denunciato lo sbarco illegale di 96 tonnellate di tonni nel porto di La Valletta (Malta). Tonni provenienti da due pescherecci libici che dovevano essere fermi da metà giugno. Le autorità maltesi hanno risposto che i pescherecci avevano i certificati di sbarco dell'Iccat. Autentici forse.
Insieme al divieto di pesca, la Commissione europea ha affermato che verranno sottratte alle future quote di pesca tutti i quantitativi pescati in eccesso e verranno garantiti più controlli. Ma non basta controllare di più. Anche le sanzioni devono essere più severe. In Italia chi pesca illegalmente pesci che valgono centinaia di migliaia di euro rischia una sanzione di 2.000 euro. L'unica soluzione è diminuire la flotta di pesca e prevedere vere sanzioni per chi pesca al di là della quota o – addirittura - senza alcuna quota.
Oltre alla riduzione della pesca e a maggiori controlli Greenpeace chiede che, in linea con le norme del Regolamento Comunitario sulla Pesca in Mediterraneo, le aree di riproduzione del tonno rosso siano incluse in una rete di riserve marine d'altura. Inoltre alla prossima riunione Iccat in Turchia, l'Ue dovrebbe promuovere una revisione del "piano di gestione" del tonno con una riduzione delle quote verso i valori suggeriti dal Comitato Scientifico dell'Iccat.

fonte: greenpeace.org

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