venerdì 14 settembre 2007

Ora la parola alle azioni

«Abbiamo bisogno di una svolta che metta al centro dell'azione l'adattamento sostenibile e la sicurezza ambientale». Sono le prime parole del ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha concluso la due giorni della Conferenza sui cambiamenti climatici.Un evento (2.500 accreditati e quasi 100mila persone collegate on line) che è riuscito a smuovere la politica che dovrà pur decidersi di mettere mano alla tasca perché quest'aspetto è rimasto in ombra anche nel successivo intervento conclusivo del Presidente del Consiglio, al di là del flebile annuncio rispetto alla mole delle voci in attesa («La finanziaria 2008 conterrà misure specifiche per l'attuazione e il completamento del piano energetico. Un piano che abbiamo già inviato alla Commissione europea»), pur essendo stato un intervento positivo e in cui anche lui ha messo in risalto la necessità delle convergenze politiche e l'enorme ritardo in cui si trova l'Italia specialmente per le rinnovabili. Una Conferenza che posiziona l'Italia in vista nel campo internazionale come ha sottolineato Achim Steiner, Direttore esecutivo dell'Unep.Si parte quindi con un piano nazionale di adattamento, curato da un comitato di tutti i ministeri interessati che avrà il compito di curare le linee guida affinché questa conferenza non resti un fatto isolato.I documenti conclusivi hanno prodotto un testo con l'indicazione di 13 azioni per l'adattamento sostenibile e un Manifesto finale. Forte la volontà del Ministro di poter ottenere in concreto risultati sin dalla prossima finanziaria anche in vista dei futuri impegni internazionali soprattutto perché «noi non possiamo accettare di affidare alle future generazioni un pianeta non più in grado di essere adeguatamente vivibile. Abbiamo una grande responsabilità, la vera grande guerra che stiamo combattendo nel mondo è quella di riuscire ad invertire la tendenza a fare in modo di cambiare in modo positivo la nostra economia garantendo non meno benessere più benessere a tutti. Perché il vero benessere è poter respirare, poter mangiare, poter avere acqua disponibile per avere un ambiente sicuro e un pianeta che possa continuare a vivere».«Adesso dobbiamo fare qualcosa. Due sono le vie di azione, la prima è contenimento o mitigazione, la seconda è l'adattamento, prendere tutte le misure necessarie per vivere nella nuova situazione che si è creata perché certo è difficilmente reversibile nelle prossime generazioni». Così ha iniziato il suo intervento il presidente del Consiglio, Romano Prodi, sottolineando subito dopo che «va combattuto il fatalismo che vuole che non si possa fare nulla perché tutto porterebbe ad un danno per l'economia, in realtà serve una nuova alleanza con la natura perchè il rispetto dell'ambiente è un fattore di sviluppo».Prodi sottolinea la necessità di creare un appuntamento periodico, forse quinquennale, sulle verifiche e non si nega le difficoltà. «Dobbiamo renderci conto che ci sono da fare investimenti il cui tornaconto non sarà a breve termine ma – aggiunge – occorre uno sforzo e il coraggio per decisioni che sono anche dolorose. Quando parliamo infatti di contenimento delle emissioni di CO2 è chiaro subito che il problema non si spalma nello stesso modo nella società ma comunque resta un problema da risolvere. Parlarne ora garantisce la commercialità dopo. Chi è entrato con più vigore nel mercato delle auto ecologiche ora si sta godendo i frutti».Puntare all'innovazione, al coinvolgimento delle aziende è giusto ma ognuno deve fare la sua parte, a cominciare dalla politica, dalle leggi da promuovere o da riordinare, e senza aspettare Conferenze.

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fonte: vglobale.net

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