Nessuna marcia indietro da parte della Ue nei negoziati sul fronte dell'emergenza clima. Alla conferenza Onu che si terrà a dicembre a Copenaghen i 27 puntano ad un accordo globale "molto ambizioso", che punti ad una riduzione nella migliore delle ipotesi del 30% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 e del 20% come obiettivo minimo da difendere, entro il 2020. È quanto ha assicurato ieri a Bruxelles il commissario europeo all'ambiente, Stavros Dimas, aprendo i lavori della 'Green Week', la più grande conferenza annuale dedicata alla politica ambientale della Ue, tutta rivolta ai mutamenti climatici. Secondo Dimas attualmente "i negoziati sulla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra sono complessi, ma la situazione è migliorata rispetto all'anno scorso.
Sono dell'avviso che a Copenaghen vincerà il buon senso: i leader mondiali seguiranno le indicazioni degli scienziati e raggiungeranno un buon accordo". Per il commissario europeo, il divario tra la Ue e Paesi come Usa, Giappone e Australia in termini di obiettivi "si sta riducendo". Dimas ha ricordato l'impegno del presidente Barack Obama a tagliare l'80% di emissioni di CO2 entro il 2050. E se sul fronte nazionale la diminuzione di gas serra, almeno a medio termine, non sarà sufficiente, secondo Dimas si potrà ricorrere alle "misure internazionali e di compensazione" che saranno previste dal nuovo accordo post Kyoto.
Fiducioso sull'esito dei negoziati anche il ministro ceco dell'ambiente Ladislav Miko, il cui paese è presidente di turno della Ue fino al 30 giugno. Miko ha confermato l'impegno degli stati membri della Ue a contribuire con aiuti finanziari ai paesi in via di sviluppo perché riducano e mitighino l'impatto delle emissioni di Co2. "I 27 stanno discutendo le cifre" per la ripartizione di questo onere. "Contatti e discussioni sono in corso tra le grandi economie", ha detto. Secondo Miko, il G8 dell'Aquila confermerà la volontà dei grandi di avere un' intesa ambiziosa a Copenaghen.
fonte: lanuovaecologia.it
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