martedì 23 giugno 2009

L´Ispra rilancia la contabilità ambientale ed una legge ad hoc

In occasione della recente Conferenza Nazionale delle Agenzie ambientali sono state presentate le linee guida per la predisposizione del bilancio ambientale negli enti locali, redatte perché – si legge nell’introduzione del Direttore Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale Roberto Caracciolo «L’importanza delle relazioni tra economia e ambiente, due dei tre assi dello sviluppo sostenibile, diviene sempre più evidente e con essa la necessità di analizzare e misurare la loro entità».

Il documento è frutto del lavoro di collaborazione svolto da Ispra e dal sistema delle agenzie ambientali e il passo successivo all’applicazione delle linee guida, dopo un’accurata sperimentazione, potrebbe essere il consolidamento di tale proposta e la formazione di una norma di riferimento in materia: nonostante la riconosciuta importanza strategica di tale strumento infatti, non esiste ancora alcuna disposizione formale che ne legittimi e regoli adozione e utilizzo. I tentativi di emanare una legge in materia di contabilità ambientale, reiterati più volte nelle ultime tre legislature, non hanno avuto esito.

Per capire l’importanza del lavoro svolto da Ispra con queste linee guida, abbiamo parlato con Alessio Capriolo, responsabile del settore Valutazioni economiche e contabilità ambientale, che parte dal concetto di bilancio ambientale, «un sistema atto a rilevare, organizzare, gestire e comunicare informazioni e dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie. È uno strumento attraverso il quale l’ente locale esplicita e analizza le scelte effettuate in campo ambientale e definisce le azioni da intraprendere in materia di sostenibilità dello sviluppo e qualità della vita urbana, dando conto in modo trasparente dello stato di attuazione alla comunità locale».

Misurare la sostenibilità ambientale e sociale di ogni scelta e ogni azione consentirebbe finalmente di avere tutti gli strumenti per prendere decisioni dallo sguardo lungo, che non taglino il ramo su cui siamo seduti. Queste linee guida arrivano però dopo anni di tentativi falliti da parte delle istituzioni di varare una legge sulla contabilità ambientale…
«Negli ultimi anni sono stati fatti diversi tentativi a livello legislativo di dare contezza alla materia del bilancio ambientale. Noi come Ispra abbiamo partecipato nella scorsa legislatura ai lavori della commissione Cento che è quella che è arrivata più vicina alla definizione di un disegno di legge delega al governo. Con l’interruzione della legislatura siamo andati avanti su base volontaristica, avendo consegne ideali da parte della commissione uscente. Abbiamo quindi istituito un tavolo tecnico interagenziale e tra l’altro la mancanza di un incarico istituzionale ufficiale ci ha consentito di lavorare più liberi e con maggiore autonomia rispetto al passato».

Qual è il fine delle vostre linee guida?
«Noi siamo interessati a promuovere uno strumento che sia a supporto della governance, secondo diversi approcci metodologici. Si tratta chiaramente di dare avvio a una serie di sperimentazioni: il volume non è definitivo né rigido, ma vuole essere una proposta che sarà migliorata in base al gradimento degli utilizzatori finali, che sono gli enti locali. Le esperienze in Italia finora sono state in numero ridotto e disomogenee e queste linee guida vanno ad occupare lo spazio per un tentativo di rendere omogeneo il lavoro sulla contabilità ambientale».

Qual è il rapporto che c’è oggi tra il vostro tavolo interagenziale e le commissioni ambiente della Camera e del Senato?
«Sono a conoscenza del nostro manuale e contemporaneamente cercano di portare avanti l’ennesimo tentativo di contabilizzare l’ambiente: alla Camera è stata presentata una nuova proposta di disegno di legge che richiama molto quello della commissione Cento, mentre la proposta di Saccomanno al Senato riprende maggiormente lo storico, cioè i lavori eseguiti negli anni scorsi. Noi vigiliamo attentamente sulle proposte che emergono a livello parlamentare, perché comunque anche i nostri prodotti vogliono rimanere agganciati ai processi normativi e quindi dobbiamo essere in grado di aggiornarli affinché le linee guida attuali non siano spiazzate dai tanto attesi strumenti legislativi».

Da parte del ministero dell’ambiente che tipo di attenzione c’è?
«Attualmente non ci sono finanziamenti previsti per incentivare la sperimentazione del bilancio ambientale, ma c’è comunque una grande attenzione da parte del ministero dell’ambiente. Credo che in futuro potrebbero esserci iniziative ambiziose. Ovviamente la speranza di tutti è che questa operazione delle linee guida costituisca la base per un nuovo quadro legislativo. E se ci dovesse essere finalmente un’iniziativa da parte del governo, l’ ipotesi è quella di offrire una dotazione di risorse adeguate».

Possiamo definire questo libro un manuale pratico per enti locali virtuosi?
«Direi di sì, nel caso degli indicatori fisici, come quelli ambientali o di eco-efficienza, l’applicazione della logica del frame work, ciò significa fare ricorso a famiglie di indicatori piuttosto che individuare rigidamente un core set. Noi abbiamo privilegiato un prodotto che favorisse la gradualità di applicazione, ma che fosse anche flessibile all’adattamento in base alle singole esigenze territoriali e di compatibilità con i conti della statistica ufficiale. Premesso questo tuttavia è ovvio che il modello debba rispondere a esigenze di comparabilità generale, ci deve cioè essere un minimo comune denominatore altrimenti la comparazione è impossibile».

Quali azioni attuerete concretamente per diffondere il modello proposto in questo manuale?
«Le agenzie regionali di Trento e Bolzano si muovono e operano autonomamente, veicolando queste linee guida nei loro territori, che stanno avviando in massa sperimentazioni di bilancio ambientale. Noi siamo attivi come Ispra direttamente con convegni, seminari, inviti e sollecitazioni. Inoltre stiamo preparando col ministero dell’ambiente e con l’Anci un crono programma con quali possono essere le attività promozionali da avviare, per farlo conoscere capillarmente».

Qual è stata fino ad oggi la risposta da parte degli enti?
«Sicuramente l’ente locale deve avere chiaro che la contabilità ambientale non è un ulteriore onere o aggravio che va a pesare sugli adempimenti esistenti, né lo deve vedere (come avveniva in passato) come uno strumento di comunicazione o di marketing. La contabilità ambientale e quindi nello specifico il bilancio ambientale è uno strumento a supporto della governance locale e dei processi di pianificazione, passando da una logica di accostamento dell’informazione economica, a una logica di integrazione che possa restituire valori importanti (e immediatamente comprensibili) ai decisori pubblici. Purtroppo ciò che era stato sviluppato finora suscitava poco interesse negli amministratori locali perché non era ben chiaro il valore aggiunto dell’operazione: lo sforzo delle linee guida è stato proprio quello di renderne chiara la fondamentale importanza come, strumento che va ad agganciarsi a tutte le fasi del ciclo di vita della governance amministrativa».

fonte: greenreport.it

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