venerdì 26 giugno 2009

Mare monstrum 2009 Ecco le Bandiere nere

VENETO – A “Volare Venezia” per il progetto di villaggio turistico su palafitte nel Delta del Po, su scanno Palo, a Porto Tolle.
La società Volare Venezia, marchio di diritto olandese che rappresenta un gruppo di investitori non meglio identificati, prevede la realizzazione su scanno Palo di interventi a carattere turistico - ricettivo: 4 - 5 punti di ristoro, la costruzione di un nuovo collegamento mobile a sud dello scanno e percorso sospeso sull'acqua verso circa 200 unità abitative poste su palafitte. Secondo il progetto, ad ogni gruppo di casette corrisponderà un pontile galleggiante per l'ormeggio dei natanti. Dopo la centrale a carbone e il terminal gasiero, a Porto Tolle arriva anche la speculazione immobiliare. Questo progetto vuole colonizzare una delle aree più pregevoli dell’ecosistema veneto, peraltro territorio del Parco del delta del Po e quindi zona Sic e Zps. (Gli scanni sono le isole di sabbia che proteggono le lagune dalla forza del mare e sono ecosistemi molto importanti e delicati, ndr).

ABRUZZO – Al Comune di Francavilla per il resort sulla spiaggia.
All’Amministrazione comunale per aver consentito la cementificazione, con il resort ora sotto sequestro della magistratura, del lungomare di viale Alcione. Una lottizzazione resa possibile dalla discutibile modifica del Piano regolatore nel 2002.
MOLISE – Al Comune di Termoli per la scelta di costruire un deposito ittico a ridosso delle mura medievali del borgo antico.
Al Comune di Termoli per la scelta “sconsiderata” di realizzare un manufatto altamente impattante in uno degli scorci più significativi del Comune di Termoli. Il contesto storico di inserimento è costituito, infatti, dalle mura medioevali del Borgo Antico, a cui il manufatto è stato accostato occultandone parzialmente la vista; mentre la destinazione dell’opera, certamente disdicevole per il luogo, è quella di stoccaggio olii, ghiaccieria e magazzini di conservazione del pesce. E poi ancora l’indignazione per il fatto che l’Amministrazione, pur avendo a disposizione l’intera area portuale estesa alcuni ettari per localizzare l’opera, l’abbia poi realizzata in tale contesto, dimostrando assoluta “insensibilità” verso quei beni che asserisce di voler tutelare.
CALABRIA – Al Sindaco di Crotone per il mancato abbattimento degli abusi nell’area archeologica di Capo Colonna.
Per la grave inerzia sul fronte del ripristino della legalità a Capo Colonna, dove 35 manufatti abusivi permangono indisturbati, nonostante una sentenza della Cassazione e un iter giudiziario cominciato nel 1995, che impediscono lo sviluppo dell’area archeologica.
SICILIA – Al Comune di Palermo per il mancato abbattimento delle ville abusive costruite dalla mafia negli anni 70 a Pizzo Sella.
Per il reiterato immobilismo rispetto al risanamento della collina e al ripristino della legalità, a partire dalla esecuzione delle demolizioni stabilite con sentenza della Corte di cassazione. Le ultime case sono state tirate giù nel 1999, quando era sindaco del capoluogo siciliano Leoluca Orlando, poi più nulla. Anzi, in questi anni l’Amministrazione comunale ha tentato di “sanare” la situazione, promuovendo un piano per la riperimetrazione dell’area con conseguente condono ad hoc. Mentre l’Ordine provinciale degli architetti si è spinto al punto di indire un concorso di idee per “riqualificare”le case.
CAMPANIA Alla Regione per la mancata depurazione delle acque del litorale Domizio-flegreo.
Per il decennale immobilismo e la pessima gestione degli impianti di depurazione campani. Un caso esemplare di cattiva politica, una situazione intollerabile che richiama precise responsabilità anche penali circa la gestione e la manutenzione degli impianti di depurazione e che mette in evidenza l’inerzia degli stessi organi di vigilanza. Il cattivo funzionamento riguarda i cinque impianti (Cuma, Foce Regi Lagni, Acerra, Napoli Nord e Caserta) predisposti per la depurazione delle acque del litorale Domizio flegreo. Depuratori fuorilegge che immettono le loro acque non depurate direttamente nel mare, realizzati con i fondi della Cassa del Mezzogiorno, mai rimodernati e soggetti a scarsa manutenzione ordinaria. Una bandiera nera “collettiva”, dunque, assegnata per la terza volta per l’ennesima debacle della classe politica campana: Regione, Commissario di Governo per le Acque, Arpa e diverse amministrazioni comunali e provinciali.
LAZIO – Alla Provincia di Latina e al sindaco di Sabaudia per le aggressioni al lago di Paola.
La Provincia di Latina ha in cantiere un progetto di riqualificazione ambientale sul lago di Paola che nasconde la volontà di realizzare un porto e di regolarizzare situazioni di abusivismo edilizio cronico. Il nuovo Sindaco di Sabaudia, appena insediatosi ha tentato di ripristinare con ordinanza sindacale urgente la navigabilità a motore nel lago (l’ordinanza è stata poi annullata dagli organi di controllo).
TOSCANA – Al Comune di San Vincenzo per la speculazione edilizia nella tenuta di Rimigliano.
Per aver avviato il procedimento per una variante al Piano strutturale che va incontro alla richiesta dei nuovi proprietari e che rischia di trasformare per sempre l’identità dell’area e il suo grande valore naturalistico. Il progetto in discussione è quello di tramutare il già previsto maxi albergo da 15 mila metri quadrati e di un centro congressi da 3 mila in un intervento alberghiero e residenziale distribuito su tutta l’area.
LIGURIA – Alla “Porto di Imperia Spa” per aver realizzato uno degli approdi più grandi della Liguria.
Oltre 1000 posti barca, una mega speculazione che ha prodotto un pesante danno al territorio costiero e all’ambiente marino. Su denuncia della Capitaneria di porto è stata aperta anche un’indagine della magistratura per presunti abusi edilizi. In particolare l’inchiesta riguarda il capannone per la cantieristica, costruito in area demaniale in modo difforme rispetto al progetto depositato e approvato. Sono indagati il presidente della società, nonché segretario generale del Comune, il progettista e i rappresentanti delle altre due società che insieme al Comune di Imperia compongono il Gruppo. La Porto di Imperia Spa aveva fatto richiesta di variante, ma aveva continuato con la realizzazione del manufatto senza attenderne l’approvazione, quindi in mancanza di autorizzazione. La Conferenza dei servizi, mentre scriviamo, non ha ancora approvato la variante, in compenso c’è stata la sanatoria da parte della Soprintendenza.

fonte: lanuovaecologia.it

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