venerdì 19 giugno 2009

Imprigionare il sole nell’orecchio di Dionisio

Nella roccia nella Latomia dei Cappuccini a Siracusa si trova l’«Orecchio di Dionisio», un’altissima, profonda e tortuosa grotta artificiale destinata, secondo la leggenda, ad essere utilizzata come prigione e che, per il suo taglio quasi ad arco acuto e la conseguente caratteristica risonanza, permetteva al tiranno Dionigi di ascoltare i lamenti dei prigionieri. Alla base di diversi progetti di acustica, l’orecchio di Dionisio ha saputo ispirare anche la progettazione di una nuova proposta per la cattura della radiazione solare da parte dei fisici Roberto De Luca e Aniello Fedullo, entrambi dell’Università degli Studi di Salerno.
Come spiegano gli stessi scienziati in uno studio che sarà pubblicato a breve nell’European Journal of Physics, il loro sistema di intrappolamento della luce solare è l’equivalente ottico del fenomeno acustico.
Il design è costituito da due specchi parabolici disposti l’uno di fronte l’altro. I raggi luminosi colpiscono lo specchio più grande che si riflette in quello più piccolo posto a breve distanza e quindi di nuovo al primo concentrandosi esattamente nel vertice. A questo livello la luce è immagazzinata in un corpo nero posto in una cavità con pareti interne perfettamente riflettente.
Si possono ipotizzare una serie di usi, spiega il dott. De Luca, come il riscaldamento di acqua racchiusa in un contenitore all’interno della cavità stessa. Nel loro studio, De Luca e Fedullo ha esaminato la fattibilità di un tale sistema di foto-cattura, idea concepita per la prima volta dal fisico italiano Paolantonio Zozzaro. Schema della trappola solare sul principio dell'Orecchio di Dionisio
Attraverso i loro calcoli gli scienzati hanno scoperto che il riflettente più piccolo dovesse avere un profilo specificatamente ellittico o iperbolico, simile per l’appunto all’orecchio di Dionigi e da essi soprannominato “zozzaroide”. In uno studio di follow-up, De Luca ha esaminato la possibilità di utilizzare il dispositivo per la generazione di vapore, senza la necessità di un fluido convettore, ma semplicemente sfruttando la conduzione del corpo nero. In aggiunta, spiegano gli scienziati, il tale sistema potrebbe essere in grado di trasformare l’acqua di mare in acqua potabile utilizzando solo energia solare.
De Luca e Fedullo prevedono che la costruzione di un primo prototipo comporti alcune sfide tecniche a causa dello schema molto idealizzato, ma la speranza è che il sistema possa aprire la strada a molte altre possibilità.

fonte: rinnovabili.it

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