Lo scopo delle "eco-towns", così sono state battezzate dalla stampa inglese, è anzitutto didattico: i fortunati abitanti delle case pionieristiche dovranno servire da esempio agli altri cittadini del paese. In Inghilterra, infatti, oltre un quarto delle emissioni di CO2 proviene dell'energia di uso domestico. Ora, come ha spiegato Brown, "per ridurre l'impatto delle attività umane sul clima, ognuno di noi sarà primo o poi costretto a risparmiare sui bisogni di acqua, elettricità e riscaldamento". Per questo motivo, nelle quattro nuove città è previsto un consumo energetico bassissimo: ogni villetta sarà ricoperta di pannelli solari, avrà doppi vetri isolanti e disporrà di un sistema per il riciclo delle acque.
In realtà, i piani edilizi di Gordon Brown erano ben più ambiziosi. Se non ci fosse stata un'alzata di scudi da parte di numerose associazione che tutelano il paesaggio, il premier avrebbe chiesto di costruire non diecimila bensì centomila case ex novo nelle campagne inglesi. Perché, gli hanno chiesto gli attivisti, non concentrare piuttosto gli sforzi e i finanziamenti su le circa ottocentomila case che sono state abbandonate nei decenni? Il ministro delle Infrastrutture, John Healey, s'è difeso sostenendo che "il cambiamento climatico è una sfida che riguarda tutti e che le "eco-towns" rappresentano il modo per vincerla. Per ogni famiglia che vi andrà ad abitare prevediamo un risparmio di circa 600 euro l'anno".
Ma c'è ultimo scoglio che dovrà superare il governo di sua Maestà. Sono le associazioni locali, chiamate ad esprimere un parere vincolante sulla costruzione delle città ecologiche. Molte di loro si sono già schierate contro. Temono, in particolare, una carente urbanizzazione stradale attorno ai nuovi insediamenti, e di conseguenza l'intasamento delle vie di comunicazione già esistenti. Altri, invece, si preoccupano delle conseguenze sulla fauna. "Tutto questo - dice il sindaco di un antico paesino della Cornovaglia - per consentire a pochi eletti di avere in cucina un pannello luminoso che indica a che ora passa il prossimo autobus". E' difficile non condividere il suo scetticismo.
fonte: repubblica.it
Nessun commento:
Posta un commento