Sono stati resi noti, a Gela, i risultati del monitoraggio sull'area a rischio del comprensorio Gela, Niscemi e Butera, effettuato attraverso studi dell'organizzazione mondiale della sanità (Oms), dell'Istituto superiore di sanità e della Regione siciliana.
Lo studio epidemiologico "Sebiomag", sostenuto su un campione di 262 residenti di età compresa tra i 20 e i 44 anni, ha permesso di accertare "un profilo di esposizione diffusa di arsenico, con alcuni valori di goli alti, significativamente superiori a quanto riscontrato in popolazioni non esposte in ambito lavorativo o in circostanze accidentali; un segnale di esposizione al rame, caratterizzato da numerosi valori plasmatici quasi tutti in donne".
L'indagine sottolinea nell'area di Gela "un eccesso di patologie tumorali, sia negli uomini che nelle donne e sia per mortalità che per morbosità; in particolare si registra un aumento dei tumori dello stomaco, del colon-retto, della laringe, di bronchi e polmoni, della vescica e dei linfomi non-Hodgkin".
Oltre a queste patologie è stato registrato "un eccesso di ricoveri per malattie cardiovascolari e respiratorie acute" e in particolare per "pneumoconiosi" tra gli uomini, ovvero per affezioni da polveri nei polmoni.
Sotto accusa è la contaminazione ambientale (acqua, terra, aria e cibi) causata in maniera preminente dagli scarichi industriali del petrolchimico dell'Eni. L'incontro scientifico di Gela è stato presieduto dal prof. Benedetto Terracini, coordinatore del comitato scientifico dell'Oms.fonte: lanuovaecologia.it
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