mercoledì 29 luglio 2009

Lo stimolo verde secondo ENEA

La crisi economica ha fatto diminuire temporaneamente le emissioni (con un calo in atto del 6% all’anno per il 2008-2009) e allentato la pressione sulle risorse, ma non per questo si deve insistere meno sulle soluzioni per ridurre la CO2 e perseguire l’indipendenza energetica. Anzi: proprio in queste soluzioni va cercata la strada per il rilancio dell’economia. Nell’ ultimo rapporto ENEA, “Energia e ambiente 2008”, presentato ieri (vedi allegato), si parla dell’opportunità di un “green stimolus” fatto soprattutto di investimenti in nuove tecnologie per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili ma anche della necessità di “equilibrare il mix energetico” inserendo anche l’atomo a fianco delle rinnovabili.

Le strade da seguire in ordine di efficacia e realizzabilità, secondo il rapporto: efficienza energetica, rinnovabili, cattura della CO2 e nucleare. Un ordine di priorità giustificato dai dati forniti dal rapporto, come quello dei costi di abbattimento della CO2 delle varie soluzioni: con le tecnologie per l’efficienza che sono le uniche a costo negativo, cioè che fanno subito guadagnare anziché spendere. L’efficienza energetica negli usi finali, spiega l’ENEA, potrebbe da sola contribuire per il 40% al raggiungimento degli obiettivi europei del 2020: con un contributo, del 10% dall’industria e del 14 dai trasporti e del 16% dal residenziale, responsabile del 30% dei consumi energetici italiani.

Da questo punto di vista fondamentale integrare nell’edilizia le nuove tecnologie e le fonti rinnovabili ( “una buona occasione il Piano Casa”, si sottolinea), ma anche pianificare a livello più ampio, di quartiere e non di singolo edificio. Un esempio interessante di quel che si può fare: le “vertical farms”, come quella che ENEA sta proponendo per Milano nella sede dell’Expo 2015, una struttura di 30 piani, con ciascun piano occupato da una serra per prodotti agricoli che possono soddisfare la domanda di 40.000 consumatori, utilizza energia rinnovabile, non produce rifiuti a perdere, è a zero emissioni, ma soprattutto evita che i prodotti abbiano l’elevato contenuto di energia che è collegato al trasporto dalla campagna alla città.

E l’efficienza è anche al centro del “green stimolous” di cui parla ENEA. Alcuni numeri significativi sono quelli del progetto ENEA per ridurre del 20% i consumi di 15mila edifici pubblici: una spesa di 8,2 miliardi di euro che crea valore aggiunto per 14 miliardi di euro, assieme a 148mila posti di lavoro e un aumento del PIL di 0,6%.

Un rilancio economico da perseguire anche tramite le rinnovabili. Interessanti in questo senso le parole del presidente di ENEA, Luigi Paganetto, sul solare termodinamico rilasciate a margine dell’affollatissima presentazione, proprio nel giorno in cui al Senato è passata la mozione del PdL che minaccia di togliere finanziamenti a questa tecnologia, bollata come poco utile o addirittura “non compiutamente ecologica” (a proposito si veda intervento di Giovan Battista Zorzoli di Ises su Qualenrgia.it). ''Ritengo singolare che questo accada, perchè sul solare termodinamico siamo leader del mondo'', ha commentato Paganetto.

In Italia, d’altra parte, già ora alle rinnovabili viene dedicato solo il 15% del budget sulla ricerca energetica, contro il 25-45% di paesi come Spagna, Danimarca, Svezia o Germania, sottolinea il rapporto “Energia e ambiente 2008”. Una denuncia che però sembra stridere con la posizione di ENEA sul ritorno al nucleare, che vedrà l’ente (firmatario la settimana scorsa di un accordo in proposito con il Commissariat à l'Energie Atomique francese) impegnato in prima linea.

Per ENEA infatti l’atomo è necessario ad un mix energetico equilibrato e non va visto come in competizione con le rinnovabili. Che il ritorno a una tecnologia costosa e problematica come il nucleare non possa che finire per drenare ulteriori risorse alle vere fonti pulite, infatti, si capisce già da alcune delle motivazioni contenute nella mozione contro il solare termodinamico passata ieri al Senato (e che dimostrano una scarsa conoscenza della tecnologia in questione): secondo i senatori D’Ali e Gasparri, primi firmatari del provvedimento, il solare a concentrazione sarebbe svantaggioso rispetto all’atomo perché necessiterebbe di ben 120 ettari di spazio per produrre l’energia che due reattori nucleari farebbero in soli 65-70 ettari…

fonte: qualenergia.it

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