Tempo di vacanze. Banale ma vero. Milioni di europei del centro e nord Europa trasmigrano verso sud: la Spagna, la Grecia, l'Italia, la Turchia, l'Egitto, il Marocco, la Tunisia, le isole mediterranee. E cosa succede? Succede che laddove ci sono ancora un po' di alberi, della bella e profumata macchia mediterranea, scoppiano puntuali, con le alte temperature estive, gli incendi.
Banale, dunque, ma neanche tanto. Perché le vacanze, nonostante la crisi, restano un impressionante fenomeno di massa. E gli incendi?
Una parte di essi sono sicuramente legati alla mancanza di educazione ambientale dei turisti: mozziconi di sigarette gettati nei boschi dal ciglio delle strade o nei campeggi, fuochi accesi senza la necessaria esperienza durante un pic-nic e magari non spenti come si deve. Provocare l'incendio di un bosco sotto il sole di fine luglio e d'agosto è troppo facile se non c'è educazione ambientale.
Ma è anche troppo dannoso. Un piccolo gesto può provocare un'impressionante escalation di danni.
Negli ultimi giorni spaventosi incendi hanno incenerito grandi superfici boschive in Sardegna e Corsica, in Spagna e in Grecia. Sei vigili del fuoco sono morti in Catalogna. Case incenerite e animali bruciati in Sardegna. Gli uomini che hanno subìto danni materiali si scagliano contro le autorità; i boschi, dopo il crepitìo delle fiamme, con la fauna annientata o fuggita, i tronchi ridotti a neri moncherini, restano ammutoliti in un silenzio di tomba. Per l'ecosistema mediterraneo è, sia pur su scala minore, una ecatombe. I giornali puntualmente si chiedono di chi sia la colpa. Ma mai nessuno che parli della necessità che si faccia più spesso, in questa Europa che si ritiene tanto civile, una seria educazione ambientale. La causa di fondo è spesso proprio lì: in un turismo che non si pone problemi e genera tragedie, come la morte di un bosco.
fonte: greenplanet.net
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lunedì 27 luglio 2009
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